Via libera dalla Regione
al polo di ricerca Unicam

CAMERINO - Sarà ospitato nell'ex deposito militare delle Casermette. Trovato l'accordo tra palazzo Raffaello e Cnr, Università di Camerino e Mibact. Avrà la durata di cinque anni
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L’area delle casermette di Torre del Parco

 

Via libera al centro internazionale per la ricerca e l’innovazione dell’università di Camerino, che sarà ospitato nell’ex deposito militare delle Casermette, tra Camerino e Castelraimondo, come annunciato dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni, il giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico Unicam. La Regione ha approvato l’accordo tra Cnr, Unicam e Mibact, che avrà la durata di cinque anni. Alla piena ufficialità manca solo la firma dei rappresentanti dei quattro enti. Si darà vita ad un centro per lo studio, il recupero e la valorizzazione dei beni culturali, a cui si uniranno le discipline della chimica, della scienza quantistica e della fisica. Tra gli obiettivi del centro l’individuazione di priorità per progetti di ricerca, sviluppo e dimostrazione congiunti, individuati attraverso un’attenta analisi della domanda espressa dalle diverse componenti della realtà territoriale, in considerazione dell’evoluzione attesa di ciascun settore.

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Claudio Pettinari, rettore Unicam

Si provvederà alla «definizione delle modalità di costituzione a tempo definito di strutture di ricerca congiunte per lo svolgimento delle relative attività; messa a disposizione di materiali, attrezzature, personale e risorse finanziarie occorrenti per l’attuazione delle attività di ricerca di comune interesse; valorizzazione dei risultati della ricerca attraverso il trasferimento tecnologico e l’innovazione, favorendo interazioni con il sistema industriale e in particolare con le piccole e medie imprese del territorio» si legge nell’accordo. Il nuovo polo di ricerca e innovazione Unicam potrebbe avere un ruolo importante anche nel quadro dell’azione di programmazione europea denominata «Cultural Heritage and Global Change: a new Challenge for Europe», cui aderiscono diciotto nazioni europee, che pone la ricerca sul patrimonio culturale al centro delle strategie di sviluppo della ricerca congiunta in Europa. Unendo scienze naturali, chimiche e fisiche ed umanistiche, l’azione che si propone di porre in essere, «andrà a consolidare la collaborazione sulla chimica, a riscoprire il passato lavorando sui beni culturali e sulle tecnologie per la loro messa in sicurezza, conservazione e valorizzazione, e a proiettarsi verso il futuro grazie alla fisica quantistica ed all’alto livello di interdisciplinarietà e innovazione coinvolto nel processo». L’obiettivo è di far partire da Camerino, oltre al recupero del patrimonio culturale danneggiato dal terremoto, una sinergia tra ricerca e trasferimento tecnologico, «con tutte le ricadute positive per il tessuto sociale trasferendo al territorio della Regione Marche il più alto livello di innovazione tecnologica in una ottica però di pronta replica ad un bisogno reale (abitativo, socio-economico, culturale)» si legge nell’accordo.



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