di Enrico Maria Scattolini
ORMAI SEMBRA INELUTTABILE che il calcio biancorosso potrà risorgere solo e soltanto con i mezzi propri (+).
SI RIPROPONE PERCIO’ L’APPELLO (+) lanciato nell’ultima edizione della mia rubrica (leggi l’articolo).
NON SO COME INTERPRETARE il non accaduto dei giorni scorsi (-).
SE NEGATIVAMENTE PER L’EVIDENTE crollo d’interesse (-) al trasferimento all’Helvia Recina, nel prossimo campionato, della serie D da parte di una società della provincia. Con la conseguente cancellazione (eufemisticamente: rinvio sine die) dei colloqui che, in caso positivo, avrebbero dovuto invece già impegnare l’avvocato Carancini ed i due imprenditori interessati.
O AL CONTRARIO IN MODO POSITIVO, per la scelta, finalmente seria e decisiva (+), a cui è chiamato il mondo calcistico cittadino: la ripresa dell’attività biancorossa, ovviamente ai livelli consentiti dallo status quo, o la rinuncia che un’altra pausa sabbatica consacrerebbe come irreversibile. Almeno a memoria d’uomo.
NON ESISTONO SOLUZIONI DIVERSE (-). Almeno nel rispetto della logica del buon senso. Fermo restando che la speranza è l’ultima dea, soprattutto per chi è disturbato dal solo pensiero di dover mettere mano al portafoglio, anche per un minimo sacrificio.
AMMETTO CHE LA MIA E’ SOLO UNA LETTURA DELL’ATTUALE STALLO. Non arrivano difatti notizie dagli interlocutori(-). Marco Nacciarriti, l’unico autorizzato a fornirle, è infatti scomparso d’improvviso dai radar dell’informazione (compresi i miei!).
POSIZIONE PERSONALE PERFINO SPIEGABILE MA NON GIUSTIFICABILE (-), dal momento che risulta che il suo mandato a rappresentare pubblicamente i suddetti … salvatori della patria sia scaduto alla fine dello scorso mese. Sorprendentemente sarebbe stato concesso a tempo limitato. Un mese all’incirca (-).
LO SI E’ APPRESO DA FONTI TERZE. Lui infatti non ha ritenuto di farne menzione (-) nel suo intervento all’assemblea della tifoseria biancorossa dell’11 gennaio. Nonostante la presenza dell’intero arco costituzionale dell’Amministrazione municipale maceratese e di una moltitudine di cuori in attesa della buona novella.
CIO’ NATURALMENTE NON TOGLIE NULLA all’assoluta validità dell’idea degli ultras (+++). Il cui unico difetto – lo ribadisco – è stato semmai il ritardo di realizzazione rispetto alle urgenze dell’estate scorsa.
SI DOVREBBE RIFLETTERE, AL CONTRARIO, SU QUEST’ENNESIMO FLOP dell’infinita serie di tribolazioni (—) patite dalla città nei suoi rapporti fiduciari con controparti forestiere.
DALL’ITALO SVIZZERO SPALLETTA al campano Liotti, dai romani di prima generazione per un amen gestiti dall’avvocato Federico Valori a quelli di secondo letto adottati dal commercialista Chiaraluce, dal perugino La Cava (forse il più in buona fede, tanto da rimetterci qualche migliaio di euro per finanziare alcune trasferte della squadra di Giunti) al bresciano Ruggeri. Per finire appunto all’ultimo contatto limitrofo. Ovviamente tutti contrassegnati dal… (-).
MI SCUSO COMUNQUE con chi mi sono dimenticato di citare(-).
AL DUNQUE RESTEREBBE SOLTANTO LA SOLUZIONE DOMESTICA (+) che ho ipotizzato la scorsa settimana: tentare approcci e, mi auguro, concludere concrete trattative con il dottor Benigni, Curatore del fallimento della Maceratese.
L’INIZIATIVA POTREBBE ESSERE presa dagli “Amici della Rata”(+).
NEL SUO STATUTO è previsto l’aiuto al calcio locale (+). Quale migliore occasione di questa per realizzarlo?
HO AVUTO MODO D’INTERCETTARE la disponibilità di Giovanni Orlandi, dinamico presidente recentemente eletto.
IL QUALE MI HA DETTO (+) che: «sì, potrebbe essere un’ importante opportunità di aggregazione l’acquisto dal Tribunale del nome della Maceratese, dei suoi colori e dei suoi trofei».
HA ALLARGATO L’ORIZZONTE (+) all’organizzazione del “Velox”, un ormai affermato torneo che potrebbe riavvicinare i ragazzi alla Maceratese. Con il corredo di altre attività, sempre a beneficio dei giovani.
ED HA CONCLUSO: «Ne discuteremo nell’assemblea dei soci in programma a fine settimana (venerdì 9 febbraio)». Nel cui ordine del giorno, fra gli altri argomenti, è appunto prevista l’ “esposizione di iniziative e programmi dell’Associazione”.
GIA’ IL PROPOSITO DI ABBORDARE CON UN RUOLO GUIDA IL PROBLEMA, che non sarà sicuramente di facile gestione, meriterebbe attenzione e considerazione (+).
E LA COLLABORAZIONE DELLA CITTADINANZA (+), al di là di divisioni correntizie, di sospetti… genetici e di frustrazioni.
QUANTO ACCADUTO AD ANCONA dovrebbe rappresentare l’esempio guida (+). Anche per l’Amministrazione comunale di piazza della Libertà.
DA NOI SI E’ PERDUTO TEMPO PREZIOSO nell’indugio se possa essere considerata vera rinascita del calcio “pistacoppo” l’eventuale partecipazione della Maceratese ad un campionato oscillante fra la terza e la prima categoria.
SPERO ALFINE ARCHIVIATO, visto che ormai è dimostrato che non esistono alternative. Salvo naturalmente la sua definitiva tumulazione (-).
PER LA VERITA’ CI SAREBBE QUELLA DEL MATELICA (+). Ipotesi evidentemente collegata alla sua promozione fra i professionisti, ancora possibile (+) nonostante recenti sospetti di un repentino riposizionamento di Canil verso l’Ancona.
NON CREDO CHE UNA MACERATESE, nel frattempo resuscitata, possa ostacolarla. Ma piuttosto favorirla (+).
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Ancora? Ah ah ah ah post ripetitivo ed insignificante
IL DRAMMA DI MACERATA E I “PENSIERI” DI SCATTOLINI
Su Macerata si sono concentrate e sono esplose – come riportano le cronache recenti – gravissime “emergenze nazionali”. Che vanno dalle tossicodipendenze allo spaccio di stupefacenti. Dalla criminalità della immigrazione irregolare all’intolleranza xenofoba, a forme di “risorgente” fascismo. Il tutto ha portato alla morte e allo “smembramento” di una ragazza 18enne, e alla sparatoria contro persone di colore per Macerata e località limitrofe. Con la conseguenza di 6 feriti, ma l’azione avrebbe potuto comportare una “strage”. Capi d’accusa che coinvolgono un giovane maceratese, infatuato di idee “nazi-fasciste”, già candidato (e parte del servizio d’ordine, sembra) della Lega di Salvini. In questa drammatica situazione per la “sua” Macerata – che imporrebbe altra presa di coscienza – in cosa sono impegnati i “pensieri” di Scattolini? E’ chiaro: nella rinascita della “beneamata” Rata. Tra parentisi è da un pò di tempo che della società di calcio è stato dichiarato il “fallimento” da parte del Tribunale. Sono a disposizione “nome e colori sociali” ma – a testimonianza dell’interesse dei “pistacoppi” – nessuno li acquista. L’associzione degli “amici” rimanda il discorso alla prossima assemblea, “campa cavallo…”. Scattolini scrive di questo e delle “fasulle” probabilità che ipotetici imprenditori facciano risorgere la Rata. Continua, imperterrito, a pubblicare “non notizie”, argomenta sul “nulla” (con pochi lettori e penuria di commenti). A parte l’affezionato lettore Ferramondo, sono rimasti ben pochi a interloquire con Scattolini. Se, come evidente, il “cantore della defunta Rata” senza calcio domenicale non può stare, un rimedio ci sarebbe (lo consigliamo!). Acquisti una bella confezione di “Subbuteo”, schieri sul terreno di gioco la “beneamata” Rata, contro che so Parma o Venezia (come ai vecchi tempi della Lega Pro). In quel contesto riscirà a rivedere in campo i colori “biancorossi”, che magari prevarranno sugli avversari con sua somma soddisfazione. Evitando di “stressare” i lettori di CM, i cui pensieri responsabilmente sono occupati da problemi più seri (per loro e Macerata).
Se lo stringato/giocoso Ferramondo ed il prolisso/ironico Caporaletti smettessero di leggere questa rubrica,a me francamente dispiacerebbe.Però loro avrebbero il vantaggio di risparmiarsi lo sforzo di continuare a non capire.Non esistono altri modi meno faticosi di uscire dall’anonimato?
Se smettessi di leggere i post di Scattolini,non saprei come ridere,grazie continua così mi allieti la giornata
Tribolazioni, rinascita, definitiva tumulazione, resuscitata, e che diamine Scattolini, su con il morale. Questa non è una somma algebrica, ma un discorso funebre alla memoria dei vecchi tempi. Poi vede che i suoi due lettori preferiti non gli fanno mancare la loro vicinanza. Cerchi di reagire e continui a crederci fino in fondo. Beh, un po’ di tristezza la fa, sapere che il nome della Maceratese è in vendita presso il Tribunale. Uno se può, il Tribunale cerca di evitarlo. Ma sarà proprio dal vuoto lasciato dalla Rata e dalla profondità della sua funebre dimora si accenderà una fiammella di speranza. Sempre che non sia una sfiatata di fosforo che prende fuoco a contatto con l’aria, vedrà, che prima o poi illuminerà di nuovo il cammino che dai cipressi porta all’Helvia Recina.
SCATTOLINI, PRIGIONIERO DEL “BUNKER” BIANCOROSSO?
Credo, obiettivamente, che lo sforzo più grande sia – come fa Scattolini – di vivere in una città “blindata” (qual è Macerata attualmente) e non accorgersene. Che fa, “il cantore della defunta Rata”, non esce di casa e impiega il tempo a ripassare la “storia biancorossa”? Egli arriva addirittura a scrivere, rileggiamo: “colloqui (per la cessione di un titolo sportivo, ndr) che avrebbero già dovuto invece impegnare l’avvocato Carancini (il titolo, nella “logica” di Scattolini, precede sempre il nome!) ed i due imprenditori interessati”. Come se a Macerata, che vive il momento più drammatico della sua storia democratica, i pensieri del primo cittadino dovessero essere impegnati nel risolvere i problemi dei “seguaci del calcio”! Comportamenti, come quelli dell’ex “vate biancorosso”, che potrebbero essere prodotti dal sentirsi ronzare in testa solo due parole: “pallò, pallò!”. Forse è esagerato parlare di “irresponsabilità”, ma non dedicare nemmeno un “passaggio” ai drammatici eventi accaduti a Macerata (anche in una rubrica sportiva) è gravissimo! Più grave ancora quando c’è qualcuno che ti mette sull’avviso, come abbiamo tentato di fare, e ignorarlo completamente. C’è un detto che sentenzia: “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, è il caso di Scattolini? Egli replica buttandola “a ridere” (bontà sua!), con l’assurda pretesa di assegnare la patente di “anonimo”. Proprio Scattolini che mette il commento alle vicende (ora inestenti) di una squadra di provincia tra le sue occupazioni principali. Il che, com’è ovvio, assegna proprio a lui la patente di “provincialotto”. Più “anonimo” di così si muore!
Caporaletti fatico proprio a capirla. Perchè la turba tanto il mio silenzio sui recenti,gravissimi accadimenti maceratesi? Indirettamente criticando CM che continua a pubblicare la mia rubrica nonostante l’assenza di riferimenti agli episodi della scorsa settimana.
Perchè non concede il diritto a questo vecchietto di tenere per sè pensieri e preoccupazioni?Ai margini della confusione generale.
E’un’invadenza strana,la sua;in un intellettuale come si ricava dal suo impegnativo profilo Internet(“promotore,consulente,organizzatore culturale”).Salvo che ,anche questa volta ,non sia motivata dal desiderio incontenibile di polemizzare con tutti e tutto ciò che travalica il suo limitato raggio d’azione di commentatore civitanovese.Costretto alla continua ricerca di spunti critici che settimanalmente colorino il suo anonimato di opinionista.
In questi giorni di tristezza ,comunque,un merito mi è stato riconosciuto da Ferramondo:quello di farlo ridere con i miei articoli.
Pensi: lei giustamente drammatizza, io invece non considero,Ferramondo se la spassa. Vede com’è strano questo mondo. E si tratta solo di un microcosmo.
Saluti. A Ferramondo in copia conforme.
LE MAGAGNE DEL “GLORIOSO” SCATTOLINI
Bisogna riconoscere che i miei commenti un successo l’hanno avuto: quello di far prendere coscienza a Scattolini delle drammatiche vicende maceratesi. Lui, chiuso nel suo “mondo biancorosso”, impegnato a pubblicare “non notizie” sul futuro della Rata, che non aveva adeguatamente “considerato” la pericolosità degli accadimenti. Per il resto le sue “magagne” sono le solite: un esperto cronista insofferente alle critiche e “depositario della verità” poco incline al confronto. Tenta di parare i colpi attaccando l’avversario, cui butta addosso l’eccessivo “spirito polemico” e un supposto “anonimato”. Non valutando se per i commentatori la “notorietà” sia un valore (come capita a lui, con il suo smisurato “narcisismo”). Non si comprende peraltro quale notorietà possa vantare Scattolini, con una rubrica calcistica che per i temi trattati può interessare un pubblico che va dal Musone al Chienti. Figuriamoci adesso che la Rata è scomparsa e non ha prospettive di rinascita! Se poi le sue ricerche internet mirassero a confutare la mia “impegnativa” professionalità in ambito culturale, lo invito subito a desistere. Poichè sarebbe la strada giusta per finire davanti al giudice di pace! Ricordo a suo beneficio che la mia esperienza nel settore data 1979 (40 anni), quando ventenne venni nominato nel CdA dei Teatri di Civitanova. Sono seguite presidenze di CdA e consulenze assessorili presso enti pubblici, innumerevoli convegni (di rilievo nazionale), pubblicazioni e molto altro. Il ruolo di intellettuale concede il privilegio di conoscere (Scattolini, fuori da questo mondo, dovrebbe essere contento di avere tali lettori) la produzione letteraria. Di scrittori e poeti interpreti del proprio tempo, alcune volte anche “anticipatori”. Sembra il caso di Trilussa (poeta in dialetto romanesco: speriamo che Scattolini non lo giudichi “anonimo”). Un suo celebre sonetto sembra dedicato al “cantore della Rata”, a cui lo inoltro: “La lumachella de la Vanagloria/ch’era strisciata sopra un obelisco/guardò la bava e disse: Già capisco/che lascerò un’impronta ne la Storia”. Cordiali saluti
Infatti ho sempre scritto di essere contento di avere Caporaletti fra i miei lettori preferiti.
Anche se spesso è contradditorio.Come in quest’ultimo post in cui mi minaccia di sfracelli giudiziari,proprio lui che nei mesi scorsi criticò il mio invito al rispetto delle buone regole espressive per evitare eventuali ,spiacevoli conseguenze in un ‘aula di tribunale.Addirittura vergò che non sarebbe più intervenuto nei commenti alla mia rubrica.Tant’è che a Macerata furono dichiarati tre giorni di lutto cittadino.
Buona domenica, dottor Caporaletti.
LE “RISCHIOSE” STRUMENTALIZZAZIONI DI SCATTOLINI
Dispiace deluderlo ancora una volta, ma non c’è nessuna contraddizione nei miei post. Scattolini pone a confronto questioni tra loro imparagonabili. Un conto è usare un linguaggio “forte” (non credo, comunque, di averlo invitato a fare un soggiorno in “provincia di glutei”). Un altro è riferirsi, come fa Scattolini, alla “professionalità” altrui. Allo scopo di “non darla vinta” (sono parole sue) – tentando di “tappare la bocca” – a chi critica apertamente le sue opinioni. Per di più in un contesto, come quello calcistico, che nulla c’entra con gli “impegni” personali. Se Scattolini pensa di proseguire sul terreno della “professionalità”, s’accomodi, ma sappia (la diffida è rivolta anche alla direzione di CM) che l’aspetta la notifica di querela a domicilio. Tanto più che non mi sono mai sognato, nè permesso, nei miei commenti – mostrando rigore morale e serietà personale – di riferirmi all’impegno di “consulente finanziario” di Scattolini. Se ho ripreso a commentare su CM, dopo una prima rinuncia (non cerco “notorietà” su un quotidiano locale, nè sono percorso da tali pensieri “contorti”), è per riaffermare il “diritto di opinione” (apprezzato da molti lettori). Contro ogni “desiderio” (neanche troppo nascosto, di soggetti fortemente “egocentrici”) di mettere la sordina al dissenso. Oltretutto Scattolini – oltre gli “ipocriti” e inutili elogi – non mostra neanche “intelligenza giornalistica”. In un Paese in cui la cultura si tiene distante dallo sport, un intellettuale che scrive di calcio dovrebbe essere apprezzato e non mortificato, come egli tenta di fare!
Ma in che lingua debbo scrivere che io ho sempre apprezzato e mai tentato di mortificare gli interventi del signor Caporaletti? Al punto di averli spesso perfino sollecitati proprio per la professionalità del suo autore,più volte da me riconosciuta.Dà tono alla mia rubrica.Ho tanti difetti, ma non quello dell’ipocrisia,di cui al contrario mi accusa il mio interlocutore.Non riesco perciò a comprendere il senso delle sue minacce,che giudico infondate perchè io non ho mai inteso offendere alcuno.Anzi,più d’una riserva la potrei avanzare iosull’argomento. Penso di aver dimostrato la mia correttezza,pur se talvolta non priva di aggressività,in oltre mezzo secolo di attività giornalistica,anche da me iniziata poco più che ventenne nella redazione maceratese del “Carlino” e “Stadio”
Evidentemente non riusciamo a capirci.E’ un fatto genetico.
Spero,per i motivi suesposti,che Caporaletti continui a leggermi,ma anche lui si renderà conto che non possiamo monopolizzare i commenti in calce a “Somma Algebrica” con le nostre infinite diatribe.Che potrebbero trovare altra sede,se proprio necessario.Io perciò la chiudo qui.
Tanto una cosa è sicura: non la penseremo mai allo stesso modo.saluti.