Slot, bingo e scommesse:
a Civitanova 31 milioni di giocate
«Pronti a modificare regolamento»

IL SINDACO CIARAPICA ha chiesto i dati ai Monopoli per avere un quadro su come e quanto si gioca nel comune. Monia Rossi, presidente della Commissione commercio: «Avrebbe poco senso chiudere le attività se a pochi chilometri di distanza ci fosse una politica di liberismo, vogliamo confrontarci con gli altri comuni»
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Fabrizio Ciarapica al convegno sulla ludopatia al Claudiani di Macerata

 

di Laura Boccanera

Oltre 31 milioni di euro di giocate, al netto delle vincite, nel comune di Civitanova. Il Comune ha diffuso i dati richiesti al Monopolio di Stato su videolottery, slot, ma anche il banale gratta e vinci. Una raccolta di dati che l’amministrazione ha voluto fare prima di prendere decisioni in merito al regolamento comunale per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico. Di questi 20 milioni arrivano da new slot e videolottery, le famose “macchinette” che si trovano nei bar e in alcune attività commerciali. Oltre 3 milioni dal bingo, 660mila euro da giochi numerici e totalizzatori. Ma i civitanovesi si dimostrano anche amanti delle scommesse sull’ippica e sul gioco sportivo che in totale collezionano 1 milione 887mila euro. 2 milioni e 240 mila euro sono le giocate alle lotterie, 3 milioni al lotto e “appena” 572 mila euro dalle scommesse virtuali. Di tutti i 20 milioni di giocate all’erario arrivano 15 milioni e mezzo di euro. Un business sul quale secondo il sindaco Fabrizio Ciarapica (che venerdì ha partecipato ad un convegno sulla ludopatia a Macerata) incide anche il turismo. Civitanova, secondo l’indagine e i risultati della ricerca “L’Italia delle slot”, è la città delle Marche in cui si spende di più per il gioco d’azzardo e conta 553 apparecchi fra videolottery e new slot. «Civitanova raccoglie gli arrivi da tutte le Marche grazie al casello autostradale e dall’Umbria grazie alla superstrada – afferma il sindaco Ciarapica – dal momento che manca chiarezza su molti dati, ho fatto richiesta ai Monopoli per capire anche quanto incida il turismo sul gioco d’azzardo e dunque avere il dettaglio delle giocate diviso per ogni mese sarebbe utile al fine di valutarne l’andamento, soprattutto nei mesi estivi. Purtroppo, quei dati che oggi sarebbe tanto importante avere non solo per il Comune che io rappresento, ma per tutti i comuni della Provincia e della Regione, non vengono resi disponibili in totale trasparenza e questo limita di molto gli strumenti a disposizione degli enti locali. Difficile fare una valutazione senza dati certi e trasparenti.

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Monia Rossi presidente della commissione Commercio

Il Comune, attraverso la Commissione commercio, presieduta dal consigliere Monia Rossi, ha contatti continui con associazioni e operatori di settore per modificare il Regolamento comunale in maniera equa. È chiaro che un Comune, da solo, non può cambiare le cose e serve un’azione congiunta di tutti i Comuni della provincia o addirittura della Regione». Ed è previsto infatti per il 5 febbraio un incontro congiunto con i comuni limitrofi di Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a mare, Montecosaro, Morrovalle, Potenza Picena e Porto Recanati per tentare di percorrere una strada di interventi uniformi a contrasto della ludopatia: «avrebbe poco senso chiudere le attività se a pochi chilometri di distanza ci fosse una politica di liberismo – spiega la presidente della commissione commercio Monia Rossi – vogliamo pertanto confrontarci anche con gli altri comuni e adottare strategie comuni. La legge regionale prevede un massimo di apertura di 12 ore, ma andrà valutato attività per attività. Ad esempio nelle tabaccherie che sono quelle che fanno il maggior numero di attività, dal lotto ai gratta e vinci 12 ore sono addirittura troppe, mentre per una sala slot o per le videolottery e new slot potremmo rimodulare gli orari. Probabilmente andremmo a ridurre le 12 ore». In città sono 87 le attività che svolgono servizi di gioco d’azzardo. La maggioranza mesi fa bocciò una mozione presentata dal consigliere Stefano Ghio che chiedeva di limitare gli orari di apertura consentiti al gioco e prevedere una distanza minima da luoghi di culto, scuole e bancomat. Ma la Rossi puntualizza: «non l’abbiamo bocciata perchè non eravamo d’accordo sul contenuto – dichiara – anzi alla fine di questo percorso probabilmente arriveremo a dei risultati che non si discosteranno molto da quanto scritto nella mozione, ma non eravamo d’accordo sui tempi e sul come farlo. Era necessaria questa ricognizione sullo stato dell’arte del settore per compiere scelte pienamente consapevoli. Anzi credo che il comune di Civitanova sia all’avanguardia su questo aspetto e non si discosterà dagli obiettivi della legge regionale a contrasto della ludopatia».

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