Foto Lucrezia Benfatto
di Gabriele Censi e Maurizio Verdenelli
Paolo Gentiloni ha accettato, con riserva, secondo la formula di rito, l’incarico di formare un nuovo Governo conferitogli al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A poche ore dalla fine delle consultazioni, Mattarella lo ha convocato per chiudere celermente così la crisi. Il Governo dovrà poi ottenere la fiducia del Parlamento. Il nome di Paolo Gentiloni era già da giorni nella rosa dei papabili per il nuovo governo. Adesso impazza il toto-nomi per il governo: ipotesi Fassino, Boschi rimarrebbe. Si confermano dunque le ipotesi di venerdì scorso (leggi). Tra gli impegni prioritari del Governo ci sarà la ricostruzione post terremoto e il presidente incaricato è la persona più adatta, durante la sua visita alla città dei suoi antenati ha avuto modo di dichiarare: «Bisogna restituire a Tolentino i suoi simboli culturali e religiosi come San Nicola, un simbolo mondiale che speriamo riapra il prima possibile. La ricostruzione dopo il sisma per il Governo è un ponte verso il futuro in una visione strategica».
“Ringrazio il presidente della Repubblica per l’incarico conferito, lo considero un alto onore e cercherò di svolgere il compito con dignità e responsabilità – afferma nel suo primo discorso il premier incaricato Paolo Gentiloni -. Il quadro ampio e articolato delle consultazioni svolte dal presidente della Repubblica sarà la base del lavoro per definire composizione e programma del nuovo governo. Dalle consultazioni è emersa la conferma della decisione di Renzi di non accettare un reincarico in coerenza con l’impegno che aveva manifestato e questa coerenza merita rispetto e da parte di tutti. Intendo accompagnare e se possibile facilitare il percorso delle forze parlamentari per definire le nuove regole elettorali. Sono consapevole dell’urgenza di dare all’Italia un governo nella pienezza dei poteri, per rassicurare i cittadini e affrontare con massimo impegno e determinazione le priorità internazionali, economiche, sociali, a iniziare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto. Nelle consultazioni, è stata registrata l’indisponibilità delle maggiori forze di opposizioni a condividere un governo di responsabilità. Quindi non per scelta, ma per senso di responsabilità ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente”.
Paolo Gentiloni, ministro degli esteri nel Governo Renzi, è originario di Tolentino, ha 62 anni, ed è il cugino del noto esponente politico Francesco Massi Gentiloni Silverj. Infatti, il nonno di Paolo, Stefano Gentiloni Silverj, era il fratello della nonna di Francesco, Agnese Gentiloni Silverj. La sua famiglia è proprietaria di un palazzo in piazza San Nicola di recente restaurato dall’ingegner Gianfranco Ruffini. Il ministro è stato nominato lo scorso 18 giugno cittadino onorario di Tolentino e nelle scorse settimane, in seguito al terremoto, ha visitato la città e la basilica di san Nicola. Il palazzo di Gentiloni all’ombra del santuario aveva visto passare in un breve spazio di 168 anni fa due personaggi fondamentali del nostro Risorgimento: Giuseppe Garibaldi e papa Mastai Ferretti. Alla mezzanotte del 1848, l’Eroe dei Due Mondi brindò in un affrescato salone delle Feste a Tolentino, al nuovo anno e alla vittoria considerata definitiva della ‘rivoluzione liberale’ che aveva infiammato l’Italia. Lo storico brindisi avvenne in casa del nuovo presidente del Consiglio.
Giuseppe Garibaldi aveva visto dunque giusto scegliendo quella illustre famiglia marchigiana che avrebbe dato i natali non solo al ‘progressista’ Paolo (con tessera Pd), nobile di Filottrano, di Cingoli e di Macerata ma pure sopratutto a Domenico quando essere liberale era un rischio gravissimo nel regno papalino e più tardi a Vincenzo Ottorino Gentiloni. Il quale, 64 anni dopo quei ‘lieti calici’ firmò nel 1913 a nome dell’Ueci, il patto con i liberali di Giolitti segnando ufficialmente l’ingresso dei cattolici nella vita politica italiana. Cin cin! Nel giorno di San Silvestro, dunque, Garibaldi era giunto a Tolentino diretto a Macerata. La sosta, programmata, era a casa del ‘fidatissimo’ del conte Domenico Silvery. Il conte era un palafreniere del papa, ovvero guardia nobile pontificia, tuttavia era stato ‘contagiato’ dall’idea liberale che lo aveva costretto al ‘buen retiro’ nel palazzo avito di Tolentino ad una spanna dalla Basilica di San Nicola. Garibaldi con la Legione, in quell’inverno ‘cruciale’, era stato inviato dai maggiorenti della Repubblica Romana ad approvvigionarsi lontano dalla capitale, a Porto San Giorgio, o meglio come veniva chiamato all’epoca: al porto di Fermo. Faceva freddo quel 31 dicembre, come ricorda dettagliatamente lo storico Pietro Pistelli, maceratese, autore di “Garibaldi nelle Marche”: un libro che ha avuto grande successo di vendite e di critica, ormai pietra miliare per approfondire l’epopea dell’eroe nella regione adriatica.
Giuseppe Garibaldi
Roberto Massi (padre di Francesco, consigliere regionale e coordinatore regionale Ncd) raccontava come la sua antenata venne molto lusingata dal dono di Pio IX che dopo Garibaldi ‘stette’ a casa loro. Si trattava di un vezzoso ventaglio di penne di struzzo che la nobildonna usava all’incontrario: per evitare di consumare il ricordo che veniva dal papa, lo teneva fermo ‘sventolando’ viceversa il viso! E quando si liberarono gli affreschi delle ‘pietose’ fascine che alla bell’e meglio avevano coperto le nudità dei putti dipinti, nei saloni di palazzo Silvery, per riguardo al futuro Beato (Pio IX lo sarebbe diventato nel Duemila) che nel frattempo se n’era andato, la contessa protestò: “Ma che facciamo se il Santo Padre torna?!”. Fu rassicurata che non sarebbe stato un evento facilmente ripetibile: la visita del pontefice senigalliese (anch’egli ospite per una notte) avveniva concretamente per ‘riparazione’ all’eretica ospitalità data al ‘bandito Garibaldo’.
In ogni caso l’idea liberale non sarebbe morta con Domenico nel casato dei Gentiloni che, abbiamo detto, ha dato tanto alla moderna democrazia e alla rappresentanza politica nelle Istituzioni. Un’idea liberale che allora Domenico Silvery (messo precipitosamente da parte) tuttavia allora a caro prezzo dopo la caduta della Repubblica ed il ritorno sul trono del Papa Re, il senigalliese Giovanni Maria Mastai Ferretti. Molti giovani tolentinati seguirono Garibaldi nella difesa di Roma ed uno di loro Antonio Pierdominici lasciò la sua giovane vita sul colle del Gianicolo, combattendo contro i francesi per la Repubblica Romana. Antesignana della nostra attuale la cui Costituzione ricalca fedelmente in diversi articoli quella di Garibaldi e dei triumviri Mazzini, Armellini, Saffi.
Da ministro degli esteri il 26 gennaio scorso nel corso della storica visita del presidente dell’Iran a Roma, Gentiloni non aveva domenticato le “sue” Marche. C’è tanta ‘regione al plurale’, tanta Macerata nella rinnovata speranza di sviluppo economico in Medioriente. E c’è tantissimo Mattei, il matelicese nato ad Acqualagna che è stato (doverosamente) ricordato. «Il sogno di Enrico Mattei –aveva detto Gentiloni alla presenza di Hassan Rohani – si è trasformato in realtà, quella di un assiduo dialogo politico e collaborazione economica». Gentiloni ha citato una celebre frase del fondatore dell’Eni, cittadino onorario di Macerata: «Quando cominciammo la nostra attività in Iran, eravamo sognatori».
Così il segretario regionale del Pd Marche, Francesco Comi, commenta la nomina di Paolo Gentiloni alla guida del Governo nazionale: “Paolo Gentiloni, cittadino onorario e originario di Tolentino, è stato incaricato da Mattarella di formare il nuovo governo di transizione. Orgoglio ed emozione da parte mia, della mia città, della mia Regione, di tutto il Partito Democratico delle Marche. Siamo pronti e a fianco di Matteo Renzi per ripartire. Orgogliosi del coraggio, della coerenza del nostro segretario nazionale”.
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IL PREMIO AL FANTOCCIO DELL’ANNO VA A….
Paolo Gentiloni! Complimenti vivissimi!
Questa volta l’operazione di maquillage l’hanno fatta proprio alla luce del sole. A Renzi serve qualche mese per far dimenticare agli italiani la sua faccia da schiaffi e il Paese che ci ha consegnato, così ha scelto (lui, mica Mattarella) il fantoccio perfetto, quello che ha coperto questo ruolo già per anni, per ultimo come Ministro degli Esteri dove si è distinto per esser stato sempre dalla parte sbagliata della storia. Aveva risolto la crisi libica, a parole, per poi scoprire che in Libia non ci può mettere più nemmeno piede, aveva la soluzione per la Siria, per poi scoprire che ci avrebbe pensato la Russia (per fortuna), doveva solo scrivere due parole sulla morte di Fidel Castro, e ha scelto le peggiori. Ma il suo profilo peggiore lo trovate in questo tweet in cui ci da la sua idea di Europa, un organo cui cedere sovranità: “dobbiamo cedere sovranità a un’Europa unita e democratica”. Uno così, come Presidente del Consiglio, non potrà che stupirci….in negativo.
Io sinceramente non voglio nemmeno considerarlo tale, tanto lo sappiamo tutti che durerà al suo posto finché Renzi vorrà, finché i sondaggi non saranno positivi per il Giullare di Rignano e lo porteranno a indire nuove elezioni (lui, non Mattarella), nonostante la sua frase chiara e precisa “se perdo il referendum lascio la politica non solo il governo”.
Insomma, un’operazione verginità in perfetto stile Berlusconi dopo lo scandalo delle Olgettine. Questa volta, però, gli avversari siamo noi, non il PD, e la storia andrà diversamente.
Duole constatare, come sempre, l’inutilità del ruolo del Presidente della Repubblica che ha portato avanti per due giorni delle consultazioni farsa per scegliere, in ultimo, il nome che Renzi aveva fatto giorni prima. Un nome che si circonderà dei Verdini, Alfano, Berlusconi, Lotti e simili, mummie della politica.
Questo Paese è ostaggio di incapaci, corrotti e usurpatori, scegliete voi a chi assegnare l’etichetta giusta. Noi lo libereremo, insieme, è una promessa ma è anche un invito a lottare con noi e crederci fino alla fine con impegno e coraggio.
È solo questione di tempo…
Schivo, riservato, pragmatico….cioè piceno.
io voglio votare
Non ne bastava una di marchigiana…
Marchigiano o no rimangono sempre ladri tutti
Stessa pasta di Renzi….non se ne può più!!!
Non lo sconosco .
Spero che faccia quello che deve.
Le chiacchiere stanno sempre a zero!
Fantastico…uno che si è fatto trombare anche da Marino alle primarie del comune di Roma…Altissimo profilo politico!!!
Siete tutti possessori della verità come se vi foste trovati al tavolo della convocazioni !!!! Prima
avete puntato sull’Untore poi lo volevate per farlo rosolare sulla vostra graticola !!!!mi chiedo come si può andare a votare subito se non c’è una legge elettorale omogenea !!!!a parole sono tutti bravi chi vuol scendere in piazza per protestare ha molto da guardarsi intorno chi per la loro partecipazione ai governi Berlusconi chi per il loro modo di governare es.Roma
Siamo in dittatura…niente voto…questo è il pd…rivolta!!!!
«Tiè, dice che ‘n so fa’ niente!»
(il Marchese del Grillo alla madre, dopo aver preso in bocca un chicco d’uva lanciato in aria)
Grillino tutti tecnici , professori ed esperti in ogni cosa , però in realtà sanno solo insultare tutti e tutto , proprio vero come diceva mia nonna : più facciamo studiare e più creiamo ignoranti .
Esatto Leonardo Mari!!
Vergogna!
Non se ne può più! Dittatura allo stato puro! Il PD ha straperso il referendum e chi mettono al capo del governo? Un altro bamboccione del PD!
Capisco che i Tolentinati potrebbero avere molte speranze dal loro concittadino: ma non credo che possa formare un governo che sia l’espressione della maggioranza del popolo Italiano. Anzi: credo stia salendo su un barcone pieno di buchi e che a naufragare sia la sua onorabilità.
Mah …tutti con la verità in tasca !? Un mea culpa mai ..?! Penso a quel lontano No di Grillo a Bersani …possibile tutto No ….?! Le riforme potevano votarle … Tuttii insieme per il bene del paese ! Ma No .. scherzi meglio distruggere ?! anche le l’opposizioni potevano comportarsi diversamente ma evidentemente non accettano le maggioranze ..anche se risicate ! O vogliono solo Potere ?! Cittadina ringrazia
Essendo di Tolentino forse si renderà conto dei veri problemi dei terremotati
Peccato che quando sono nella greppia si dimentica di chi ha effettivamente bisogno
Quando è venuto a prendere la cittadinanza onoraria a Tolentino, ha evitato i lavoratori di un’azienda in crisi che chiedevano di incontrarlo, e si è precipitato a vedere se i “migranti” ospitati all’abbadia di Fiastra stessero abbastanza comodi. In pratica, abbiamo il piano di governo già fatto.
Che palle che fate con questi immigrati….sapete solo argomentare su questo!!! E basta!!!!
Così si che ci faremo ben volere dagli italiani…
Gentiloni ha 62 anni ed è nato a Roma.
Discendente dei Conti di Filottrano, Cingoli e Macerata
Dalla padella alla brace!!!!!!!
Voglio votareeeeeee
La macchina del capo
ha un buco nella gomma
e noi l’aggiusteremo
con il chewing gum.
Un altro marchigiano…non bastava la Boldrini?
Mah…
Stavolta M5S e Lega faranno bene a farsi sentire….
http://www.studiolegalemarcomori.it/mattarella-ci-commissaria-e-manda-un-altro-collaborazionista-ue-a-palazzo-chigi-adesso-basta/
Comunque ha casa a Tolentino danneggiata dal terremoto
Vive la stessa ansia di ogni tolentinate
Il pupazzo di Napolitano.Fanno finta di non capire cosa è successo una settimana fa.
Quesso dura poco …
Per quello che sta succedendo adesso a roma..sciopero generale..
Per questo e la gallina coccode’ chiediamo scusa all’intero Paese !
Una certa continuità nella disperazione può generare la gioia.
Tramannoni, perché stupirsi? Non è loro dato e permesso di ragionare. Obbediscono ad ordini superiori
E chi doveva/poteva essere nominato secondo Voi?
Di quale partito?
Quale sarebbe il partito che ha preso più voti del PD al referendum (ricordo a chi ancora non l’avesse saputo, pur avendo comunque votato, che era sulle modifiche alla costituzione)?
Non ci riconosciamo vittorie che non ci sono state, facciamo quello che si deve e poi tutti a votare, per quello che serve Gentiloni va più che bene.
Una famiglia tolentinate che, circa un secolo dopo lo storico Patto Gentiloni, torna in grande spolvero con il Pacco Gentiloni.