Al centro Daniele Benedetti, presidente del Labs. Da sinistra Michele Verolo e Andrea Tonnarelli per il no e Francesco Interlenghi e Roberto Tesei per il sì
Ultimi appelli al voto prima del silenzio elettorale che accompagnerà i maceratesi fino a domenica, giorno delle urne per il referendum costituzionale. In corso a Macerata anche l’ultimo appuntamento di confronto, organizzato al Labs (Laboratorio sociale), per chiarirsi le idee sui contenuti della riforma.
Barbara Cacciolari
NO – Forza Italia si presenta compatta per il no. Barbara Cacciolari lancia un appello al voto: «I cittadini non possono restare a casa perché questo referendum non ha quorum, è valido a prescindere dal numero di votanti. Chi decide di non andare a votare, lascia che siano altri a decidere al suo posto». «Una riforma pasticciata e nociva per il Paese – dicono in una nota Lorena Polidori, coordinatrice provinciale di Forza Italia Macerata e quella comunale di Civitanova Consuela Fortuna. «L’Italia, infatti, in caso di vittoria del sì, sprofonderebbe in un centralismo dello Stato con un colpo letale al diritto di scelta degli italiani che non godrebbero di alcun beneficio, anzi sarebbero sempre più succubi di un governo accentratore, distinto e distante anni luce dai problemi dei cittadini. Il premier – dicono Polidori e Fortuna – ha riempito il suo proselitismo di menzogne e dati sballati. Nessun risparmio. Avremo un Senato part-time con tutti i costi che ne derivano, con senatori non sempre presenti a Roma per gli incarichi locali e non scelti dagli elettori. Con questa riforma si accelererà l’iter legislativo? Altra grossa menzogna. Basti ricordare che siamo il Paese al mondo con più leggi. Non serve una pioggia di leggi ma norme mirate da rispettare. Il premier se ne va in giro per l’Italia a promuovere il suo referendum senza mai affrontare i problemi che attanagliano il nostro Paese e a cui non è riuscito a dare risposte. E’ ora di dire basta, di votare no».
Francesco Comi e Matteo Renzi
SÌ – Sul fronte opposto il Pd regionale per bocca del segretario Francesco Comi. «Per fare politica serve coraggio. Quel coraggio che ci è servito per costruire uno stato democratico e delle istituzioni solide e che oggi è indispensabile per modernizzare e rendere più efficiente il nostro Paese». Così Comi dopo la visita del premier Matteo Renzi che mercoledì sera ha raccolto tantissime persone intorno alla proposta del sì nel Palaindoor di Ancona (leggi l’articolo). «Siamo coscienti del nostro passato – dice Comi – ma dobbiamo orientare il nostro sguardo al futuro e percorrere con coraggio la strada del cambiamento. E dobbiamo dire grazie a Renzi proprio per aver dimostrato il coraggio di cambiare». Il successo dei sostenitori del Sì nasce «dalla buona politica – dice Comi – dal valore di mantenere un contatto stretto con le persone che sono in grado di restituirti tanto quando comprendono la bontà degli intenti e la validità delle azioni». Il discorso del segretario si è aperto con il pensiero alla comunità marchigiana più colpita dal sisma: «Abbiamo sofferto tutti nel vedere il dolore negli occhi dei nostri amici coinvolti nelle zone terremotate. Credevamo di essere una regione immune, invece abbiamo scoperto la nostra fragilità. Ma nella difficoltà del sisma abbiamo anche scoperto il coraggio, la solidarietà e la tenacia di una comunità laboriosa ed orgogliosa».
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No e No.
SI e SI
La dichiarazione di Comi è piena di banalità talmente generiche da ricordare i pensierini delle elementari.