Imprenditori schiacciati dalla tasse a Macerata. Gli ultimi dati elaborati dall’osservatorio della Cna sulla tassazione delle piccole imprese parlano chiaro: nel 2016 un artigiano medio paga il 61,2% di tasse (total tax rate, cioè il peso complessivo del fisco), potendo contare su un reddito disponibile di poco superiore a 19.300 euro, 854 euro in meno rispetto a 5 anni fa. «E’ solo da domani, 11 agosto – dice il presidente provinciale di Cna Giorgio Ligliani – che le aziende smetteranno di lavorare per il fisco e inizieranno a guadagnare per se’ nel cosiddetto “tax free day” o giorno della liberazione dalle tasse». In sostanza gli artigiani lavorano 224 giorni per il fisco e 141 per la propria famiglia. L’osservatorio della Cna che ha analizzato un totale di 124 comuni italiani a partire da quelli capoluogo di regione e di provincia ci dice che più della metà del reddito serve per pagare le tasse». La stima è riferita ad un’impresa individuale tipo, con 5 dipendenti, un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati e un negozio di 175, con 430mila euro di fatturato e 50mila euro di utili. In relazione a questi dati, Macerata ottiene un poco ammirevole 52esimo posto (su 124) nella classifica delle città italiane dove la pressione fiscale è più alta. Il primo posto spetta a Reggio Calabria, con il 73,2% (seguita da Bologna, Roma, Catania e Firenze), mentre la città meno onerosa è Gorizia, con il Ttr al 54,4% e Tax free day il 17 luglio. «A questo punto – conclude Ligliani – è assolutamente necessario virare verso la riduzione della pressione fiscale, invertendo la tendenza a trasferire sulle imprese anche gli oneri dei controlli»
Per ciò che riguarda la bilancia delle attività in essere in provincia il primo semestre 2016 ha visto 179 imprese artigiane iscritte e 172 cessazioni, portando il totale delle imprese artigiane a 10.804, con un saldo positivo di 7 unità. «Prosegue anche nella prima parte dell’anno – afferma Luciano Ramadori, direttore provinciale della Cna – la flessione del comparto del calzaturiero, in cui quasi la metà delle imprese artigiane della provincia segnala una diminuzione dell’attività rispetto allo stesso semestre del 2015. I dati sono invece migliori per il settore delle costruzioni, in cui con un flebile aumento dello 0,33%. Si inverte una lunga scia di trimestri negativi. Sostanzialmente stazionario è il settore alimentare, dell’abbigliamento e dei servizi alla persona. Continua a decrescere quello del trasporto. Aldilà delle considerazioni generali sulla stagnazione economica e sulle cause interne ed internazionali della stessa, ciò che continua a pesare è la pressione fiscale».
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C’è poco da commentare,solo l’amara constatazione che l’economia nazionale non potrà più riprendersi se si continuerà sulla strada della tassazione.
E poi ci si meraviglia se c’è evasione fiscale!
E non mi si venga a dire che le tasse diminuirebbero se fossero pagate da tutti! Balle!
Si finanzierebbe solo l’incremento della spesa pubblica.
Le tasse sarebbero pagate da tutti solo se risulta conveniente farlo con aliquote fisse al 15 max 20%.
Allora sì che gli evasori andrebbero messi in galera e buttate le chiavi!
La ricchezza di un Paese viene creata dall’impresa privata o pubblica e non dalla politica o almeno da questa politica che anzi la disperde.
Meditate gente,meditate
Le associazioni sindacali, CNA Confartigianato cosa hanno fatto per noi artigiani ” NIENTE “