di Claudio Ricci
(foto di Lucrezia Benfatto)
Cammini di fede: Macerata entra a far parte della Via Lauretana. Dopo una lunga discussione, il Consiglio comunale ha approvato l’adesione all’associazione che riunisce già 19 comuni del territorio attraversati dall’itinerario religioso che si snoda da Roma a Loreto nato in età medievale. Per restare in tema, la delibera presentata d’urgenza dall’amministrazione ha in un certo senso tirato fuori le due anime dell’assise, quella “guelfa” sostenitrice senza riserve dell’entrata nell’itinerario spirituale e quella “ghibellina”, che, pur apprezzando l’iniziativa, si è dimostrata scettica rispetto all’importo della quota di iscrizione (6.400 euro, con 15 centesimi per abitante) e alla fretta con cui il provvedimento è stato presentato in Commissione Affari istituzionali dall’assessore Stefania Monteverde. «L’obiettivo sono i fondi por-fesr 2014-2020 – ha detto Monteverde – riteniamo urgente l’adesione perchè Macerata è un segmento importante del percorso. 19 comuni ci chiedono di essere nel progetto e di svolgere il nostro ruolo di capoluogo». A convincere l’amministrazione anche i 20 milioni stanziati dal ministero della Cultura sugli itinerari esperienziali: «Ho incontrato Paolo Piacentini consulente del ministero per gli itinerari culturali – ha continuato Monteverde – Non so se questa associazione è perfetta però ha una storia di Comuni che si sono messi insieme per ripensare il territorio e il paesaggio nella visione dell’itinerario culturale europeo. Prima lo facciamo meglio è. Essere presenti significa essere portatori degli interessi della nostra città».
18 i voti favorevoli con la maggioranza supportata dai voti di Anna Menghi, Maurizio Mosca e Deborah Pantana. Mentre tra i 6 astenuti (che includono il gruppo M5S, Andrea Marchiori e Ricardo Sacchi di Fi) è spuntato anche il consigliere Bruno Mandrelli, anima laica di quel Pd altrimenti compatto sull’adesione all’itinerario mariano. «C’è apprezzamento nei confronti del progetto – ha detto il capogruppo del Pd Maurizio Del Gobbo. Il fatto di essere “Civitas Mariae” denota l’attinenza della nostra comunità a questo percorso. L’importanza di questo progetto è testimoniata dal ruolo svolto dalla diocesi e dalla Cei marchigiana».
Riporta invece la questione sotto l’aspetto della correttezza formale il “ghibellino” Mandrelli: «Il problema di una quota pro capite che varia in base al numero di abitanti e cambia da Comune a comune lascia delle lacune amministrative. Quando esistevano i comitati regionali di controllo non avrebbero consentito l’adesione a questa delibera. I documenti ricevuti dopo la commissione sono poi illuminanti sull’inerzia dell’associazione sui primi 4 anni. L’esigenza dell’adesione potrebbe essere compatibile con un ragionamento fatto anche tra una settimana o dieci giorni. In ogni caso credo che le prerogative del Consiglio in questi casi vanno rimarcate».
I problemi sono nati in Commissione dove 7 consiglieri su 9 si erano astenuti dal voto sulla delibera spingendo lo stesso presidente Maurizio Mosca (che in questi giorni ha passato la carica di capogruppo a Gabriele Mincio) a suggerire di presentare la delibera in un secondo momento. Tra i “guelfi” guidati dal sindaco Romano Carancini che punta su «costruzione di reti istituzionali» e «centralità del ruolo di Macerata» anche Anna Menghi che parla di «presenza dovuta del capoluogo nell’associazione». A sostenere “le ragioni della fede” anche Deborah Pantana che auspica «in una riconciliazione con Cl nella progettualità dell’intervento». Favorevoli anche Enrico Marcolini (Città di Tutti): «progetto importante per la città in questo momento», Marco Foglia (Udc) che sottolinea «come l’apertura della superstrada Marche-Umbria faciliterà anche l’arrivo dei turisti». Per Ivano Tacconi (Udc) l’adesione «arriva anche troppo in ritardo». Mentre Enzo Valentini (Macerata Bene Comune) avverte che «non aderire porterebbe svantaggio alla categoria dei turisti religiosi».
Dall’altra parte della barricata i “ghibellini”. Riccardo Sacchi parla di «ruolo della giunta strumentalizzato e di prerogative dei consiglieri calpestate» mentre Andrea Marchiori mette in guardia sull’ammontare della quota associativa: «La misura non è ragionevolmente rapportata alla spesa motivata nel sito dell’associazione». Perplessità anche per Roberto Cherubini: «Per non far pensare che sia una marchetta religiosa si potrebbe aderire a costo zero come facciamo per altre realtà cittadine. Non sono riuscito a capire come l’associazione spenda questi soldi».
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Qui pare che il Dio Trino stia abdicando a favore del dio quattrino: la fede (e Maria) non c’entrano nulla!