di Monia Orazi
“Non vogliamo una discarica vicino casa, fatela da un’altra parte”. Così il pubblico ha contestato il sindaco di Acquacanina, Giancarlo Ricottini, e quello di Muccia Fabio Barboni, durante l’assemblea pubblica per dire no all’insediamento Orim a Maddalena di Muccia. L’incontro si è tenuto ieri sera nel palazzetto dello sport di Pievebovigliana, alla presenza di oltre trecento persone, intervenute da diversi comuni. Ha preso il via una raccolta di firme per protestare contro l’insediamento dell’azienda che da 34 anni ha una sede a Piediripa, dove lavorano 44 persone, che si occupa di smaltimento di rifiuti industriali, pericolosi e non, oltre al recupero dei metalli. Il comitato che si batte contro il progetto, invierà una diffida alle autorità locali – Comune, Regione e Provincia – affinché non approvino l’insediamento, altrimenti in caso di problemi saranno ritenute responsabili.
IL PROGETTO – Lo stabilimento di Muccia sarà realizzato nell’ex immobile che ospitava un’azienda di gomme (ora in fase di bonifica), ancora da acquistare, oltre ad una serie di aree da rilevare dal comune di Muccia ed altre dal comune di Serravalle. L’insediamento dovrebbe essere finanziato tramite la legge 181/89, con l’accordo di programma per le aree interessate dalla crisi dell’ex Antonio Merloni. Vi saranno lavorati, come si legge nella relazione preliminare inviata al comune di Muccia, materiali per il recupero di metalli non ferrosi, ricavati sia da prodotti che da rifiuti, per un totale annuo di circa 60 mila tonnellate quali concentrati di miniera e simili, oltre a circa 40 mila tonnellate l’anno massime di rifiuti. Il Comune di Muccia, con delibera dello scorso marzo, autorizza l’insediamento nell’area industriale di Maddalena di Muccia, fatta salva la concessione dell’autorizzazione ambientale regionale (nel piano regolatore generale del Comune è prevista la possibilità di insediare aziende insalubri di prima classe come la Orim, per cui l’ente non può esimersi dalla richiesta). Al momento è stato accertato che in Regione non è stata presentata nessuna richiesta di autorizzazione integrata ambientale, necessaria per la fabbrica, mentre al momento dal progetto sarebbe stato accantonato lo smaltimento di rifiuti, per cui invece è da richiedere eventuale autorizzazione alla Provincia.
Fabrizio Fabrizi, titolare di un agriturismo e proprietario del castello di Beldiletto, ha chiesto al sindaco di Muccia di ritirare la delibera
IL COMITATO – Si è formato un gruppo unico, nato dall’unione di due già attivi sin dal 2009 e dal 2012: il comitato per la difesa e la valorizzazione dell’alta valle del Chienti ed il comitato “Pieve Torina il suo futuro”. A farne parte, tra gli altri Simonetta Varnelli. Ad illustrare il progetto è stato il segretario del comitato, il geometra Riccardo Pompei di Muccia. “La metodologia di smaltimento dei metalli prevede nichel, cobalto e vanadio, prodotti tossici e contaminanti. I clienti prevalenti sono il petrolchimico ed il chimico farmaceutico, l’area di insediamento rientra tra quelle interessate dall’accordo di programma per le zone interessate dalla crisi dell’ex Antonio Merloni. Saranno trattati circa 60 mila tonnellate l’anno di rifiuti per il recupero dei metalli. E’ prevista l’installazione di alcune attrezzature, come la fonderia e le vasche, con emissioni in atmosfera, una centrale termica”, ha esordito Pompei. “L’azienda chiede anche alla Regione Marche di finanziare i corsi di formazione perché la tecnologia non è quella usuale della zona. Il costo dell’area è di 7,30 euro al metro, forse stiamo svendendo il nostro territorio, probabilmente un’altra zona costa molto di più”, ha continuato il geometra. “La gente deve poter dire la sua, si tratta di un’azienda inquinante, qualche ombra nella loro attività c’è stata. La commissione d’inchiesta parlamentare sui rifiuti nel 2001, parla di violazioni ambientali da loro messe in atto e non rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Ha concluso Pompei: “Questo impianto nasce su un territorio che ha un’alta vocazione di attività turistica e biologica. Va valutata l’attività, da inserire in zone già compromesse, dunque meno impattanti: non facciamo terrorismo come accusati da qualcuno, ma valutiamo gli aspetti e le conseguenze dell’introduzione di questa attività. Il comitato vuole collaborare con le istituzioni, al fine di intraprendere tutti insieme una strada, senza polemiche, verso uno sviluppo diverso, senza industrie impattanti”. Ha chiesto al sindaco di Muccia di ritirare la delibera, Fabrizio Fabrizi, titolare di un agriturismo e proprietario del castello di Beldiletto: “Questa è una zona agricola, mi chiedo come i politici possano dire sì ad una discarica in una zona agricola. Non dico di non smaltire i rifiuti, non vogliamo quelli degli altri, ci teniamo i nostri”. Per il no anche Paolo Moreni, presidente del comitato: “Sono un operatore turistico, mi faccio portavoce degli altri operatori turistici, di Fiastra, Camerino, Pievebovigliana. Lo sviluppo del territorio va guidato facendo emergere le potenzialità. E’ un territorio vocato al turismo, ci sono 13 hotel, 30 ristoranti e pizzerie, 30 agriturismi, realtà che lavorano a stretto contatto con l’ambiente. Non vogliamo nè questa ditta, nè altre che fanno questo tipo di smaltimento di rifiuti, c’è un discorso biologico importante di certificazione, per gli alimenti che sono consumati. Vogliamo andare sino in fondo al discorso, per impedire l’insediamento dell’Orim: massima fiducia alla giunta ed al sindaco che hanno dato il parere favorevole, di cui però non capisco le motivazioni”.
LE ASSOCIAZIONI –“Il recupero dei rifiuti Raee è un problema. Nel 2012 in Italia se ne sono prodotte 800 mila tonnellate, di cui il 70 per cento sono sfuggiti ai sistemi legali di smaltimento, finendo in discariche abusive – ha affermato David Fiacchini del Wwf Marche Centrali – sono due le modalità di recupero dei metalli: tramite trattamento termico ed umido. Il primo causa un forte dispendio energetico con emissioni in atmosfera, il secondo il rischio di inquinamento delle sorgenti e delle falde. Ci sono tecniche meno impattanti sulle quali puntare”. Fiacchini, residente nella zona, ha continuato: “L’indice di sicurezza di tali impianti è elevatissimo, ma non esiste un impianto di questo tipo che non abbia dato problemi: coniugare salute, lavoro ed ambiente è la sfida da vincere per il futuro”. Il docente ha portato ad esempio il caso della Chimet, con lo studio realizzato dall’Ars Toscana, sulle pesanti conseguenze dell’inquinamento. “Questo territorio è vocato al turismo ed alle produzioni locali di qualità, l’impianto della Orim potrebbe essere critico per quanto sta cercando di esprimere un territorio prossimo al Parco Naturale dei Sibillini, circondato da zone a protezione ambientale. La scelta della comunità locale è quella di valorizzare risorse importanti che lungo la costa non ci sono, Legambiente ha scelto Pievebovigliana per le sue caratteristiche per la festa della piccola grande Italia”, ha detto Nicola Felicetti di Legambiente.
Maurizio Serafini di Arte Nomade, che da tempo opera nel settore turistico, ha ricordato l’esistenza di numerose imprese nell’alta valle del Chienti, dove insiste il cammino lauretano verso Assisi e Colfiorito. “Questo territorio piace tanto a chi viene da fuori ha una straordinaria vocazionalità turistica: lancio un appello ai politici, di cercare zone con capannoni, che hanno vocazione industriale di un certo tipo, queste zone se curate possono dare un grande contributo alla bellezza, con risorse economiche – ha detto l’artista – dentro al parco non si possono fare neanche i raduni in bici, subito appena fuori si può mettere questo insediamento, la vocazionalità turistica va rispettata, anche fuori dai confini del Parco”.
I POLITICI – Sono intervenuti sindaci e consiglieri comunali. Deborah Pantana, consigliere comunale di Forza Italia a Macerata ha ricordato come la richiesta di ampliamento della Orim sia stata respinta nel 2012, anche per l’opposizione da lei fatta. Secondo la consigliera si deve trovare un’altra zona, sottolineando che è mancata la progettualità a livello provinciale. Per Pantana la zona scelta a Muccia non è adatta alla Orim, difficilmente la Regione concederà l’Aia (autorizzazione integrata ambientale) per l’insediamento, evidenziando come l’azienda ha già chiesto di insediarsi in altri comuni e regioni italiane, senza successo. Per Gian Mario Mercorelli, consigliere comunale del Movimento 5Stelle di Tolentino, la politica non ha consultato i cittadini: ha esortato il comitato a dare battaglia, ricordando l’alto il rischio di inquinamento e la forte presenza di camion che trasportano il materiale. Fabio Barboni, sindaco di Muccia e candidato alle prossime elezioni, ha spiegato che il Comune non poteva fare altrimenti. Nella delibera c’è scritto che l’Ente autorizza l’insediamento a condizione che la Regione conceda l’Aia. Ha detto di non voler mettere a rischio la salute della figlia che vive a Muccia, che la salute delle persone prevale sul lavoro, e ha chiesto che chi ha l’obbligo di controllare lo faccia aggiungendo che sulla questione non è il caso di fare propaganda politica.
Favorevole all’insediamento il sindaco di Acquacanina Giancarlo Ricottini, secondo il quale se l’azienda è a Piediripa da 34 anni, non potrebbe continuare a starci se pericolosa, visto che gli enti preposti non le avrebbero consentito di continuare ad operare. Ha ricordato la vicenda del mancato insediamento del parco eolico, sostenendo che la Orim non ha presentato nessun progetto, per cui si sta facendo un processo alle intenzioni: in sostanza ha chiesto di avere i dati, prima di valutare. Ha invece espresso tutti i propri dubbi, legati all’inquinamento ed alla vocazione del territorio per l’agricoltura biologica, Sandro Luciani, sindaco di Pievebovigliana, ricordando che la Orim da sette anni cerca un sito idoneo a tale attività. Alessandro Gentilucci, sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Unione Montana, si è detto contrario, ma ha affermato di comprendere la necessità di risposta che deve dare il sindaco di Muccia. Ha ricordato che in Regione non è stata presentata la richiesta di Aia, chiedendo di invitare l’imprenditore per capire cosa voglia fare. Per Gentilucci serve presentare una proposta politica alternativa.
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E’ strano che siano proprio i sindaci ad essere i primi favorevoli per l’insediamento di un sito che tratta rifiuti pericolosi per la salute dei cittadini, quando il loro compito deve essere esattamente l’opposto.
Vorrei rivolgermi a tutta la gente intervenuta all’incontro e soprattutto agli organizzatori.
Noto che sono state poste molte domande sull’argomento, ma non c’è stata nessuna risposta corretta e veritiera sullo specifico insediamento; sarebbe stato molto semplice invitarmi ed io avrei potuto spiegare a tutti quella che sarà la realtà che vorrei realizzare.
Comprendo perfettamente l’interesse della gente e tutte le motivazioni espresse, ma proprio per questo avrei potuto far sentire la mia voce che avrebbe, quantomeno, spiegato ciò che vorrei fare.
Una conferma, se vi serve, non ho alcuna intenzione di costruire una discarica, nè di trattare materiale radioattivo e ho tutto l’interesse di rimanere a gestire i rifiuti, pericolosi e non, nel mio attuale stabilimento di Piediripa (MC).
Alfredo Mancini
Presidente Orim S.p.A.
Io vorrei solo avere un po’ di chiarezza in questa storia e credo di poterla chiedere visto che come capogruppo di minoranza non l’ho votata in attesa di capire e valutare bene la situazione. Questa è la storia da quel che mi risulta: il vice sindaco Mario Baroni, nonché assessore all’urbanistica, presenta e perora la causa dell’Orim al sindaco Fabio Barboni e vota la famigerata delibera. Fin qui nulla da eccepire, la maggioranza fa le sue scelte e decide. Richiesta di un mio parere da parte della mia minoranza, nella persona di Lucia Fedeli telefonicamente, la invito a votare contro in attesa di capire, anche attraverso l’ing. Mancini che raggiungo telefonicamente nel frattempo per saperne di più .Assente per motivi familiari al consiglio che doveva decidere per la vendita dei lotti alla Orim, apprendo dalla stampa che il consiglio ha votato all’unanimità per la questione suddetta. Ora, a parte il voto favorevole della minoranza, mi chiedo ma il ripensamento del vice sindaco Mario Baroni fino al punto di fare una lista “contro” il sindaco Barboni con cui ha governato d’amore e d’accordo per circa quarant’anni, a cosa è dovuto? Il primo punto del suo programma è quello di non dar luogo a procedere a un’iniziativa da lui caldeggiata, sponsorizzata e votata, perché? Sarebbe così gentile una volta tanto di uscire allo scoperto senza, come suo modo, lanciare il sasso e nascondere la mano? E all’incontro di Pievebovigliana perché invece di stare semi nascosto in fondo alla sala non ha spiegato all’assemblea questo folgorante ripensamento sulla via di Damasco? Forse è prevalsa la sua frustrazione che lo porta a pensare di poter mettere in difficoltà gli imprenditori senza neanche capire fino in fondo? Ma d’altronde Baroni ci ha propinato un ex deposito di gomme forse più inquinante della Orim, un tracciato superstrada che a tutt’oggi grida vendetta, fogne che ancora scaricano al fiume senza neppure la capacità amministrativa di dotare il comune di un depuratore ecc. ecc.per cui le sue splendide capacità sono note. Ora io non peroro la causa di nessuno dei due contendenti da cui sono stata danneggiata e come persona e come famiglia più dell’ing. Mancini ma, siccome so valutare con la mia testa e pensare con onestà intellettuale senza tornaconti personali, nessuno può impedirmi di apprezzare, in questa vicenda, più che l’ipocrisia dell’uno la intelligente capacità dell’altro che quanto meno chiarisce, affronta l’assemblea, dice le sue ragioni e ci mette la faccia. Bene fa l’ing Mancini a rimanere a Piediripa, a Muccia non interessa migliorare o peggiorare interessa solo l’elemosina di qualche “mini” contributo comunale e qualche “intrallazzetto” che aiuta a campare nella povertà culturale, economica e sociale.Caro ing. Mancini non dia le perle, se perle nella sua attività ci sono, ai porci, non le apprezzerebbero. Lei ormai, può fare i salti mortali, è un inquinatore a priori e merita ostracismo. Glielo avrei fatto anch’io fino alla morte ma magari dopo aver visto un progetto, una conferenza dei servizi, un parere legale serio e quant’altro necessario. A priori tutto è pericoloso anche il Varnelli se uno non ne sa fare il giusto e legale uso.
Un’ altra vittima del virus scappato dal laboratorio delle nuove armi biologiche che colpisce i sindaci del maceratese. Dopo diversi casi, pochi giorni fa ha manifestato i primi sintomi il sindaco di M. San Giusto. Oramai si comincia a temere una Pandemia Amministrativa. Allertata l’agenzia delle Entrate.