L’avvocato Domenico Biasco
di Gianluca Ginella
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Ragazzino di 11 anni minacciato dai compagni di scuola con messaggi vocali e un video messi sul gruppo Whatsapp della sua classe. Il piccolo è finito nel mirino di alcuni bulli perché straniero. Insulti a lui, alla madre, minacce di morte. E quel filmato che riprende un videogioco particolarmente violento in cui si vede una persona a terra, esanime, che i ragazzini, manovrando un joystick, colpiscono con un’ascia e prendono a fucilate. Tutto questo è avvenuto in un piccolo comune dell’entroterra, dove vive l’11enne, nato in Italia da genitori stranieri, e che frequenta la prima media. I genitori del bambino si sono rivolti all’avvocato Domenico Biasco, dopo aver più volte scritto alla scuola per segnalare i fatti. Episodi che risalgono all’ottobre dello scorso anno.
«Prima ancora che un problema individuale a me questo sembra un problema sociale – dice l’avvocato Biasco –. Vorrei sensibilizzare al controllo di come vengono cresciuti i bambini. Quel tipo di videogiochi, con una simulazione della realtà, non vanno bene per i ragazzini per la violenza delle immagini che contengono». Il padre dell’11enne ha segnalato il caso alla scuola, «ha scritto diverse mail ma senza ottenere risposta. La cosa che fa più indignare in questa vicenda è l’indifferenza degli adulti. E’ questo che lascia sbigottiti». In una delle mail il padre dell’undicenne dice di aver parlato con una insegnante che gli avrebbe risposto che se al figlio non va bene la scuola che frequenta ne può scegliere un’altra. Due sono i messaggi vocali inviati sul gruppo di Whatsapp della classe frequentata dall’11enne. Si sente la voce di un ragazzino che dice: «Perché sei venuto in Italia, tornatene a…» e seguono una serie di insulti e offese rivolte anche alla madre.
In un altro messaggio la stessa voce dice: «Noi siamo razzisti e siamo più pregiati di voi». E poi c’è il filmato di un violento videogioco. In quello si nota un uomo a terra e si sentono le voci di alcuni ragazzini che commentano e mentre colpiscono con l’ascia l’uomo, esanime e insanguinato, uno di loro dice, sempre rivolgendosi al loro compagno di scuola: «Da grande vado nella sua casa e gli ammazzo la famiglia». Al momento i familiari dell’11enne non hanno presentato denunce.
(Servizio aggiornato alle 17)
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È una cosa indecente!!!!!!!
I bambini di 11 anni non dovrebbero avere il cellulare.
bravo Salvucci. hai centrato il punto.
l’altro è l’assurdità dell’indifferenza dei genitori davanti a codesto immane scempio. costoro educano i loro figli fin da piccoli (4-5 anni) a guardare quasi quotidianamente in TV e al cinema film assolutamente inidonei e sconsigliati (ormai in rete si può sapere a partire da quale età è consigliato un qualsiasi film). i genitori millantano e si vantano, invece, di farlo per “fortificare” i loro figli.
È sconcertante l’indifferenza mostrata dagli insegnanti…
@Salvucci-Pantò
Il problema non è l’avere dato al bambino il cellullare /smartphone/ tablet etc….quanto l’ avere loro insegnato o no al corretto utilizzo e, naturalmente.., l’avere effettuato la dovuta vigilanza sullo stesso….
Come sempre il problema è della persona (in questo caso i genitori…) e nn dello strumento….
Panto’ scusi ma lei e’ anche uno di quelli che quando ero piccolo dicevano che i cartoni animati giapponesi ci avrebbero trasformati tutti in teppisti criminali??? perche’ allora sapra’ anche che gli asini volano…
mio figlio di undici anni guarda film e cartoni horror fantasy e di fantascienza….vede con noi serial come NCIS,Lie to me etc…eppure sebbene abbia il cellulare e’ stato correttamente educato che serve SOLO quando si deve comunicare qualcosa e quando va’ fuori con la corale o con la squadra tanto che non lo porta mai con se non per imposizione nostra ma per sua scelta.Gli abbiamo insegnato e gli stiamo insegnando che quello che vede in tv (film,serial,cartoni) e’ finto al pari dei Videogiochi e quando c’e’ qualcosa anche nel tg ne parliamo insieme e ne svisceriamo i contenuti.Il lavoro e’ duro poi come dice giustamente Stefano il problema non e’ di tutti ma solo di chi non si applica nel far capire il corretto utilizzo e cosa e’ sbagliato dire/fare con il mezzo stesso al pari della sua affermazione bigotta e generalista nei confronti delle famiglie e di quello che fanno vedere ai propri figli.
Per Salvucci. Se un bambino ha un cellulare, chi può escludere che per strada un bischero non gli faccia del male per rubarglielo?
Coloro che hanno costruito la propria fortuna sui cellulari e simili non vogliono che i figli ne facciano uso:
http://www.huffingtonpost.it/2016/02/25/steve-jobs-figli-tecnologia_n_9313788.html
Cari signori, forse il discorso involontariamente è scivolato sull’uso improprio della tecnologia. Il problema grave che emerge dall’articolo è l’inattaccabile copertura che i genitori operano nei confronti dei loro pargoli, quale che sia la nefandezza compiuta, nel caso specifico l’esternazione di un profondo, e probabilmente familiare, razzismo…non credete?
razzismo e violenza allo stato puro da rivolgere al più debole di turno, magrebino, down, o epilettico del caso. son d’accordo che non sia lo strumento in sé a generare violenza, ma perché andarsela a cercare? all’altro che farnetica: tra bimbi di 4 anni (di cui ho scritto) e quelli di 11 anni come suo figlio, ne corre.
Aldo Iacobini ha ragione ho letto anche io che Steve Jobs ha detto a suo figlio che può usare ilPc solo per 20 minuti, ma spiega il perché. Primo i ragazzini non devono usare il cellulare in classe,li devono consegnare ai Prof.poi alla fine dell’orario scolastico li riprendono. Comunque il comportamento di questi ragazzi è da punire mandandoli via per cattiva condotta e farli ritornare l’anno prossimo ,nel frattempo insieme ai loro genitori andare da uno Psicologo.