Sono 85mila i marchigiani che vivono in aree a pericolosità idraulica, di cui 2.400 in zone ad elevato rischio di alluvioni. A denunciarlo è la Coldiretti Marche sulla base di dati Ispra, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra oggi. Tra le province, la situazione peggiore si registra ad Ascoli, con un totale di 45mila residenti in aree a rischio e “bollino rosso” per 1.900, seguita da Pesaro (20mila residenti in zone a pericolosità idraulica), Ancona (quasi 13mila), Macerata e Fermo, entrambe con poco più di 3mila. Una situazione, sottolinea Coldiretti Marche, amplificata dal fenomeno della cementificazione del suolo naturale che interessa il 13 per cento del totale delle aree rischio esondazioni e alluvioni nella nostra regione. E’ chiaro che in quelle zone aumenta il rischio di esondazioni e alluvioni e se ne amplificano i danni. Ma la Giornata mondiale è anche l’occasione per riflettere sulla necessità di gestire in maniera più efficiente la risorsa. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, nella rete idrica regionale vengono immessi 293 litri per abitante (la quantità più bassa a livello nazionale annuo) ma a destinazione ne arrivano solo 208. Quasi un litro su tre (29 per cento) dell’acqua viene dunque disperso.
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Non capisco cosa centrano gli alluvioni con le condutture che perdono.
Gli alluvioni dipendono per minima parte dalla conformazione idrografica del territorio e non possono essere imputabili all’uomo.
la maggior parte invece, sono da attribuire alla gestione scellerata del territorio. Che senza ombra di dubbio, la responsabilità non può essere altro che delle varie amministrazioni locali di appartenenza che si sono susseguite nel tempo
. Per ciò che riguarda le condutture che perdono, i casi maggiori e più frequenti si verificano dove la gestione è affidata a privati e partecipate, a loro interessa il guadagno con meno investimenti possibili, non le perdite.