Testimonianze della misericordia al Centro studi biblici di Montefano. Attraverso la presenza del cardinale Walter Kasper il quale, con i suoi studi sul tema della misericordia è senz’altro il teologo di riferimento di papa Francesco, prende forma in qualche modo quel rapporto privilegiato tra padre Alberto Maggi e il santo padre che ha ipotizzato Giancarlo Liuti nei giorni scorsi (leggi l’articolo). Il cardinale, stretto collaboratore del papa, racconta la figura complessa e gli aspetti del suo pontificato. Su questi temi il giornalista vaticanista Raffaele Luise lo ha intervistato e il risultato è stato pubblicato nel libro Testimone della Misericordia (ed Garzanti).
L’appuntamento è per domenica 13 marzo alle 10 al Centro Studi Biblici di Montefano.
Un teologo ed un intellettuale, il Cardinale Kasper, che ha visto crescere il proprio ruolo all’interno della Chiesa Cattaolica, dai tempi del Concilio Vaticano II, da assistente universitario di prestigiosi uomini di Chiesa e professori delle maggiori Facoltà Teologiche della Germania e d’Europa – tra i quali, figure di rilievo come Hans Küng -, diventa preside della prestigiosa Facoltà Teologica di Tubinga; fino agli incarichi nelle più importanti Commissioni pontefice del dialogo fra Cattolici ed altre fedi. Cardinale dal 2001, nel tempo ha presieduto o fatto parte di molte Commissioni: Internazionale per il dialogo Luterano/Cattolico; Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, nonché presidente della Commissione per le relazioni religiose con gli ebrei. Attualmente è membro della Congregazione per la dottrina della fede, di quella per le Chiese orientali, della Segnatura Apostolica, del Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi e di quello della cultura.
Nella sua carriera di professore universitario, ha avuto per amici e colleghi, molti prestigiosi teologi, Küng e Ratzingher. È stato ordinato vescovo nel 1989, uno dei due consacratori fu Karl Lehmann. fu autore di molti, importanti, libri di teologia, sui quali si sono formate generazioni di teologi e studiosi.
Sia Montefano che i numerosi frequentatori del Centro Studi Biblici, avranno l’occasione per ascoltare ed incontrare uno tra i maggiori teologi, che hanno segnato con la loro opera di magistero gli ultimi decenni della Chiesa dal Concilio Vaticano II ai nostri giorni. Non è assolutamente un caso, che la presentazione del libro del Cardinale Kasper, avvenga oltre che nei centri e nei luoghi della cultura nazionale, al Centro Studi Biblici di Montefano, perché qui, la parola “misericordia”, motto del pontificato di Papa Francesco, ha un senso e un’eco da molti anni.
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Arriva un cardinale di Santa romana chiesa (e che cardinale, visti il suo curriculum e i suoi rapporti con il papa) per un incontro pubblico presso un centro notoriamente in polemica con la chiesa gerarchica (e altrettanto notoriamente con un conto aperto con la stessa dottrina cattolica) e nell’annuncio dell’evento non si prevedono né l’intervento né la presenza del vescovo della diocesi di riferimento (perché non è stato invitato o perché non ha voluto partecipare o perché impegnato altrove…): scherzi tra preti.
Fino a quante volte posso peccare e ottenere la misericordia divina?
Fino a settanta volte sette – mi dice Satana.
Ma il Papa che dice?
Il Papa mi dice che non può giudicare.
Né mi dice va’ e non peccare più..
Et voilà: che bella autostrada per mandare in paradiso cani e porci.
Paolo di Tarso è chiaro: con Romani 1, 24-32 e con I° Corinzi 6,9, chi non si converte non erediterà il regno di Dio.
Perché il Papa non dice ai peccatori cattolici, compresi i pederasti e le lesbiche cattoliche, che se non convertiranno per tempo non erediteranno il regno di Dio, in quanto la “misericordia” non è infinita, ma è condizionata dal “pentimento” e all’impegno di smetterla con un vizietto che fa rivoltare lo stomaco anche a Satana, così si dice?
E’ ciò che sento dire in giro dai cattolici della chiavetta. Come peccatore, comprendo il piacere che si prova pure invertendo i ruoli.
Si ha l’impressione che ai cattolici e agli stessi preti, vescovi e cardinali sia venuta una tale forma di raucedine che non riescono più a gridare dai tetti quei vangeli di Cristo per i quali sono morti, e muoiono, in ogni parte del mondo.