I ragazzi stranieri richiedenti asilo al lavoro
E’ iniziata oggi la serie di lavori socialmente utili che terranno occupati nelle prossime settimane i ragazzi stranieri richiedenti asilo politico, ospiti del territorio e gestiti dal “Gruppo umana solidarietà”. Ogni gruppo di lavoro prevede cinque volontari, che sono affiancati agli operai del comune di Recanati, per collaborare nello svolgimento delle ordinarie attività (manutenzione patrimonio, verde e strade). “Con il progetto- si legge nella nota del Comune – si attua un importante processo di integrazione e collaborazione fra amministrazione e cittadini stranieri poichè questi ultimi non usufruiscono soltanto della logica assistenziale, ma diventano parte integrante di questa comunità, protagonisti attivi. Tutte le attività civili e sociali svolte sono esclusivamente di carattere volontaristico. Le spese per la copertura assicurativa, la divisa da lavoro e la formazione sono state coperte grazie alla collaborazione con il centro di accoglienza Gus.
“L’Amministrazione Comunale, dando il via a questa collaborazione, si propone di realizzare un modello di accoglienza virtuosa e di integrazione verso coloro che sfuggono agli orrori di persecuzioni e guerre – spiega l’assessore alle Politiche Sociali Tania Paoltroni-. Gli stessi migranti coinvolti hanno aderito con entusiasmo consapevoli che l’ozio è fonte di processi non integranti e l’organizzazione del lavoro consente una relazionalità ed una educazione alle regole locali oltre a costituire una disciplina utile per l’inserimento nella comunità cittadina”.
Il sindaco Francesco Fiordomo ha augurato loro il buon lavoro su Facebook: “I ragazzi che scappano da guerre e distruzione e sono ospitati a Recanati hanno iniziato a lavorare per la città. Un progetto di accoglienza e integrazione. Non semplice assistenzialismo ma attività di volontariato per rendere più bella e accogliente la loro città di adozione, almeno per il momento. Buon lavoro e buona vita, ragazzi”
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Richiedenti asilo, quindi non si sa da dove vengano e perché se ne vadano dai loro paesi. La prefettura non lo sa, e infatti non hanno status di rifugiati. Eppure il sindaco sa che scappano dalle guerre. Recanati ha un servizio segreto parallelo?
Che bella notizia. In tutti i comuni dovrebbe essere cosi.
Infatti potrebbero essere degli sconosciuti. D’altronde l’Italia ormai è un colabrodo, si vive alla giornata, le istituzioni ormai gestiscono le urgenze anziché risolvere i problemi alla radice.
Intenti lodevoli ma come dimostrano l’esperienza in altri comuni e la discussione politica e giuridica aperta sul tema e trattandosi non di lavori socialmente utili ma di attività volontaria e gratuita, ci si affida alle virtù dei richiedenti asilo e non ad un equo patto pur provvisorio di collaborazione e scambio.
C’è sempre una gran confusione tra Immigrati, richiedenti asilo, illegali…
Tra l’altro una cartina di tornasole, tra le tante, potrebbe essere il sito ministeriale viaggiare sicuri dove, Nazione per Nazione, sono specificate eventuali criticità per i viaggiatori e gli eventuali pericoli (guerre, sommosse, ecc.)