Unioni civili: l’assessore regionale Angelo Sciapichetti esprime la sua opinione sulle manifestazioni pro e contro la legge Cirinnà, in discussione in Parlamento. Sul tema si è soffermato nel suo editoriale anche Giancarlo Liuti (leggi l’articolo):
«Non sono andato a manifestare sabato a Roma così come non sono andato in piazza la settimana precedente. Ritengo che i problemi etici investano direttamente le coscienze di ognuno e non debbano essere oggetto di strumentalizzazioni politiche di nessun genere. I politici debbono legiferare più che manifestare. Sono convinto che la materia delle unioni civili debba essere finalmente disciplinata per abbattere nel tempo che viviamo ogni discriminazione tra cittadini anche perché a questo ci richiama la Corte Europea di Strasburgo con due sentenze (2010 e 2014). Se si guardasse oltre gli steccati degli schieramenti (peraltro trasversali) dei favorevoli e dei contrari forse ci si accorgerebbe che con il disegno di legge Cirinnà nessuno mette in discussione la famiglia tradizionale, nessuno fa apologia dell’utero in affitto (pratica diffusa in diversi paesi che invece andrebbe universalmente abolita). A dividere non è l’adozione in genere (che la Cirinnà non prevede) ma il tema “dell’adozione del figliastro” la cosiddetta stepchild adoption, quando cioè un genitore biologico vuole adottare nella nuova unione civile il proprio figlio avuto dall’unione precedente.
«E’ vero, i bambini sono soggetti e non possono e non debbono essere considerati degli oggetti – continua Sciapichetti – ma prendendo in prestito le parole di Papa Francesco, “chi sono io per giudicare” quel genitore biologico che vuole continuare ad educare ed avere accanto a sè il proprio bambino? Questo è il caso in cui solo la coscienza di ognuno può dare una risposta: ecco perché non me la sento né di approvare, né di condannare le opposte tesi sostenute nelle manifestazioni che si sono svolte ieri pomeriggio e la settimana scorsa. Ammiro chi ha liquidato un problema di questo genere con un semplice sì o con un no, invidio non poco chi ha solo certezze su temi di questa grandezza ma non condivido chi bolla con il marchio del “conservatore retrivo” colui che si pone il problema del cosa fare e se sia giusto o meno. Credo sia profondamente sbagliato dividere le piazze, fare la conta tra quelle più o meno numerose o puntare il dito su questi argomenti, contro “i cattolici che si interrogano” (io sono uno di quelli), accusandoli magari di sollevare questioni più o meno confessionali, quando invece i dubbi e le riserve non sono per niente confessionali».
La Chiesa svolge la propria missione e va rispettata, il compito dei cattolici impegnati in politica è un altro e oggi di fronte a problemi di questo genere, è diventato ancora più difficile, delicato,complesso. Per questo credo che sia sbagliato radicalizzare lo scontro, sulle unioni civili, come sulla bioetica o sul tema del fine vita credo ci voglia rispetto per le opinioni di tutti, credenti e non credenti ,al fine di evitare sofferenze che entrano nell’intimo delle persone. Argomenti come questi vanno utilizzati con la massima delicatezza e i giudizi di qualsiasi genere, prima di essere espressi, dovrebbero attentamente essere valutati per evitare conseguenze e danni gravi per la vita delle persone interessate. Ecco perché la piazza non mi pare il luogo migliore».
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pilato fece lo stesso
Certo Sciapichetti la puo’ pensare come vuole, ci mancherebbe, pero’ la deve smettere di fare le marce della pace e professarsi cattolico, se sei cattolico praticante sei contro, punto, vogliamo sconvolgere pure la Bibbia dando interpretazioni come ci fa comodo? E no, signori politici fate piu’ bella figura a stare zitti soprattutto se prendete i voti dai cattolici, poi certo siamo nella societa’ in cui il giornalismo lo fa Barbara d’Urso!
Cosa c’e’ pero’ di piu’ politico dei temi legati ai diritti civili o alla bioetica o al diritto di famiglia? E dunque, le forze politiche e i loro esponenti non dovrebbero assumersi la responsabilita’ di mettere a confronto le loro culture politiche di riferimento (se ancora esistono!) con questi temi e problemi, offrendo visioni e valutazioni e, dove e se necessario, anche proposte sul piano legislativo? Perche’ rinviare tutto ai singoli e alla coscienza personale? Da un certo punto di vista, la liberta’ di coscienza andrebbe invocata piuttosto nei consigli comunali quando si discute e vota sull’urbanistica o nei parlamenti quando arrivano certe leggi di bilancio o certe ratifiche di trattati.
Non ci sono ne se e ne ma. Il matrimonio è cosa diversa delle convivenze omosessuali.
Santa Ildegarda di Binden, l’omosessualità secondo Dio.
La monaca è estremamente dura riguardo il peccato di sodomia e nel “libro dei meriti di vita” scrive: “Questo peccato è una turpe perversione: per arte diabolica si è insinuato nell’uomo, esattamente come la morte entrò nell’uomo con la caduta di Adamo quando questi si allontanò da Dio. Dio infatti creò l’uomo destinandolo a un grande onore e a un nome glorioso, ma il serpente lo ingannò, l’uomo accettò il suo suggerimento e così perse la facoltà di comprendere il significato del verso di ogni animale. Questo peccato è la forza del cuore del demonio; per cui persuade gli uomini a mutare una pratica naturale in un atto da bestie, e a operare sulle loro persone delle oscenità, poiché il demonio, a causa dell’odio originario che ebbe nei confronti della fecondità della donna, ancora la perseguita affinché non porti frutto, mentre preferisce che gli uomini si contaminino con pratiche contro natura. E poiché Dio volle che il genere umano fosse procreato dalla donna, è un grave delitto che l’uomo disperda il proprio seme quando si macchia di questo peccato”. Santa Ildegarda di Bingen, proclamata da Benedetto XVI Dottore della Chiesa il 7 ottobre 2012.
Un episodio narrato nel libro della Bibbia, Dio colpisce l’abominio le due città, Sodoma e Gomorra, perché i suoi abitanti si erano pervertiti seguendo l’unione tra persone dello stesso sesso (Gn 18-19).
II peccato di Sodomia viene descritto come omosessualità (Gn 19,5), come autogiustificazione (Is 3,9) e anche come orgoglio e comportamento poco sociale (Ez 16,49).
Possiamo dunque affermare che secondo la Bibbia la tendenza omosessuale non è condannata in se stessa, ma vi è condannato l’atto omosessuale che è decisamente un abominio davanti a Dio, perché contrario alla legge naturale, infatti sbarra la via alla vita e al vero profondo amore.
Anche la Chiesa cattolica ha sempre dichiarato che gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso sono intrinsecamente disordinati, cioè contrari alla legge naturale.
Come comportarci con gli omosessuali.
Una distinzione necessaria
Tutte le volte che ci troviamo di fronte a un’infrazione, più o meno grave, della legge di Dio, dobbiamo fare una netta distinzione tra il peccato e il peccatore: il primo va condannato a differenza del secondo. Noi infatti non conosciamo quale grado di responsabilità ha colui che infrange la legge.
La stessa distinzione dobbiamo tenere nel valutare il comportamento omosessuale o, come scriveva il Catechismo di Pio X, il peccato impuro contro natura. In questo caso noi dobbiamo sempre stabilire una netta e doverosa differenza tra il giudizio di un’azione cattiva in se stessa, da condannare, e il giudizio morale sulla persona che la commette, giudizio che deve essere molto cauto, perché nessuno può valutare il grado di responsabilità della persona che ha compiuto quell’azione. Gesù ordina senza mezzi termini: non giudicate e non condannate, perdonate, la stessa misura che usate con gli altri, sarà usata con voi.
Certo l’inclinazione omosessuale costituisce per la persona umana una dura prova. Essi vanno accolti con rispetto, con delicatezza, senza ingiusta discriminazione, dice il Catechismo della Chiesa Cattolica (2358). Per conservarsi casti essi devono attingere con fede alla preghiera e alla grazia sacramentale.
I politici legiferino e i cittadini votino il giudizio che hanno dei politici.
Poiché il PD, Sel e M5S sono per la Cirinnà, la Fedeli, la Kyenge e Scalfarotto, chi della Sinistra desidera che non venga stravolto l’ordine psicologico naturale e l’identità individuale e della famiglia sia costretto a votare a Destra. Perciò, personalmente, dopo aver votato per due volte M5S, ultimamente sono stato costretto a votare Lega. Ma poteva pure essere Fratelli d’Italia. O chiunque si schieri per l’ordine naturale , su cui si fonda l’identità individuale, familiare e sociale.
Al Circo Massimo hanno parlato chiaro: i cattolici terranno gli occhi aperti sul comportamento dei politici che vogliono continuare con la politica della distruzione dell’umano equilibrio biologico, dopo aver approvato la distruzione dell’individui, della famiglia e della società con l’aborto, il divorzio, la droga tollerata, e via dicendo.
Sono convinto che questa accelerazione a livello Occidentale per la distruzione dei dati stabili su cui è fondata la nostra civiltà sia opera di Satana. Cosa che non avviene con la Russia ortodossa, l’Islam e con le popolazioni africane. Almeno per il momento.
Quindi, tutto ciò che è prodotto come distruzione dei dati stabili naturali, è in affinità con Satana. Il quale ha infiltrato lo schieramento della Sinistra, il Clero e le Gerarchie vaticane. Se siamo contro Satana, dovremo essere contro i suoi accoliti…
Al Circo Massimo mancavano i vescovi (ce ne era uno solo, mi sembra). Mancava molto clero. C’erano solo i laici. Quindi, il destino spirituale del pianeta è affidato ai laici, che lo grideranno dai tetti e chiederanno al Clero di dire “sì, sì, no, no”, invece di fare i pesci in barile come i gesuiti.
Occorrerà raggiungere due obiettivi.
Il primo è la distruzione dell’ultimo forte partito dei “senza Dio”, ossia il PD (insieme, successivamente, l’altra faccia della medaglia, rappresentata da M5S)
Il secondo è dividere il Clero tra il grano buono e la paglia, onde rispettare solo il Clero buono e farci orientare da esso. E, magari, poter ottenere la scomunica e la negazione dei Sacramenti per quegli esponenti cattolici che sostengono partiti anticristiani e negatori della nostra civiltà e dei suoi fondamenti giudaico cristiani. Il motivo è semplice: si nega l’Eucaristia ai divorziati, mentre viene concessa ai dichiarati cattolici che militano in quei partitici che votano la Cirinnà?
un politico DEVE avere una linea MORALE ed ETICA ben certa per poter fare il suo mestiere e sciapichetti dimostra ancora una volta che massa di politici abbiamo ora in italia abbruttiti moralmente eticamente teste vuote e prive di sostanza che andrebbero rottamati non solo a livello culturale e morale….
il fine pensatore…..era meglio quando faceva il prezzemolino alle inaugurazioni e comparsate varie!
Giusto per completezza, altrimenti si rischia di creare più problemi di quelli che ci sono.
La stepchild adoption non è né una novità, né una prerogativa gay. Esiste in Italia dal 1983 (L. 184/1983) e permette l’adozione del figlio del coniuge, con il consenso del genitore biologico, solo se l’adozione corrisponde all’interesse del figlio, che deve dare il consenso (se maggiore di 14 anni) o comunque esprimere la sua opinione (se di età tra i 12 e i 14). L’adozione non è automatica ma viene disposta dal Tribunale per i minorenni dopo un accurato screening sull’idoneità affettiva, la capacità educativa, la situazione personale ed economica, la salute e l’ambiente familiare di colui che chiede l’adozione.
Nei primi anni 2000 una serie di tribunali ha sentenziato la possibilità di adottare il figlio del compagno anche da parte del convivente non sposato. Ora si discute sull’opportunità di estendere il diritto anche al convivente In una coppia omosessuale.
Quindi scusa Nicola, per capire, la legge Cirinnà che consentirebbe l’adozione del figlio naturale del compagno è un matrimonio a tutti gli effetti? Sembrerebbe di sì, perché tu equipari la step child adoption ad un istituto che c ‘è già, per i coniugi. Credo che questo sia proprio uno dei motivi per cui si dubita della legittimità costituzionale del disegno di legge Cirinnà una volta promulgato.
Marina, ti rispondo. Non è un matrimonio a tutti gli effetti (e lo sai benissimo, vista la tua forte impronta civilista). Sarebbe null’altro se non un’equiparazione delle coppie non sposate omosessuali a quelle non sposate eterosessuali.
la ricaduta pratica più forte, se non mi sbaglio, si dovrebbe avere nelle successioni.
L’argomento e’ talmente delicato che divide non solo credenti e non credenti, ma rischia di creare solchi profondi anche all’interno del mondo cattolico. Per dovere di informazione dei lettori, voglio precisare che ci sono molti cattolici praticanti che magari non sono abituati ad usare questo spazio per esprimere le loro opinioni, ma condividono la mia riflessione e la pensano come me ( per me bastano le decine e decine di telefonate e messaggi di condivisione ricevuti in queste ore, per gli altri potrebbe essere sufficiente aprire la mia pagina Facebook per verificare di persona…) Ringrazio comunque per essere entrati almeno nel merito Gianni Menghi, Giuliano Meschini, e Giorgio Rapanelli ma le loro argomentazioni non le condivido perché in qualche caso a mio umile avviso rischiano di essere lette come una sorta di neo integralismo religioso che se applicato alle legge civile,potrebbe riportare indietro le lancette della storia dell’Europa e del nostro paese di diversi secoli; comunque sia chiaro: e’ solo una mia opinione che credo dabb valere tanto quanto quella di chi la pensa diversamente. Per il resto, continuo a credere ad una “libera chiesa in un libero stato” e la laicità dello stato e’ un valore dal quale non si puo’ prescindere che Ci e’ stata insegnata dai nostri padri costituenti e dalla cultura cattolico democratica..Nicola Perfetti chiarisce ancora meglio l’applicazione della stepchild adoption; per il resto, nei confronti del sottoscritto, siamo alle solite, reiterate, offese gratuite, in alcuni casi al limite dell’intimidazione , portate avanti com pervicacia dai soliti noti, (pochi per la verità, sempre gli stessi e instancabili) che si qualificano da sole e soprattutto qualificano chi le scrive; offese personali alle quali, non ho mai risposto e non intendo certo iniziare a farlo nell’anno della misericordia.
@Sciapichetti / Che certi argomenti dividano o creino solchi è inevitabile (e tu, Angelo, ci metti il carico da undici parlando di “neointegralismo religioso”, quando forse le cose sono più complicate se anche mons.Bregantini stava al Family day e se i cattolici più accaniti contro le unioni civili rivendicano ed effettivamente sostengono tesi più di naturalismo estremo che di religiosità intransigente…). Spetterebbe appunto alla politica cercare e proporre con chiarezza, nel confronto delle idee e delle forze in campo, quando questo sia necessario (perché le istituzioni e la legge meno regolamentano la realtà e meglio è, specialmente su certe questioni sensibili), le risposte legislative e di indirizzo sui temi come quelli di cui è discusso in questi mesi, risposte che dovrebbero tenere conto (ed ecco il difficile, come tu stesso suggerisci) del principio di laicità, della politica più che dello stato (visto anche che, purtroppo, in Italia i rapporti stato e chiesa sono condizionati dal regime concordatario), un principio che le diverse culture politiche o scuole di pensiero declinano in modo diverso e che anzi, trasversalmente, spesso viene negato nei fatti da una applicazione frutto di convenienza e di travisamento che si traduce in schermaglie reciproche sui contenuti (“la mia posizione è più laica della tua!”) quando manca a priori una chiarezza di fondo sui compiti e i limiti della politica e della legislazione in una comunità pluralista fondata sulla libertà individuale e sul primato della “società” e governata su basi di democrazia rappresentativa. Il cattolicesimo democratico, che non è la mia cultura politica di riferimento ma che conosco e apprezzo, avrebbe poca fiducia in sé stesso e poca fedeltà alla sua storia se, in nome della complessità della politica e dei problemi, sfuggisse alla responsabilità della mediazione e della decisione, rifugiandosi in un trasversalismo delle coscienze in cui alla fine a prevalere sono, a turno, o la resa alle ondate di opinione pubblica o gli accomodamenti compensativi di potere.
Sciapichetti e’ stato lei con le sue affermazioni riportate nell’articolo ha mettersi sul patibolo ,infatti quando lei afferma che i politici devono solo legiferare cade in fallo perche’ l’etica e la morale sono le basi che devono permeare e pervadere la vita ed il lavoro di un vero politico.troppo semplice dire che un politico deve solo legiferare senza praticamente interrogare la propria coscienza o mettere in gioco i propri valori.Lei afferma che l’argomento e’ tanto delicato che la piazza non e’ il luogo migliore per discuterne…benissimo…allora perche’ non facciamo decidere al popolo sovrano??? perche’ non fare un referendum come fu ai tempi del divorzio e vedere se il supremo organo che delega al potere dei politici e’ daccordo con la norma oppure no???
Se nel mondo non ci fossero le religioni staremo meglio tutti. la libertà è una cosa sacra che non si discute, purtroppo con tutti i problemi che ci circonda non si fa altro che interessarsi degli affari degli altri, sinceramente a me personalmente non mi tocca affatto. Basta pensare le bugie che si dicono su questa legge, se due persone si incontrano, si amano, uno di loro a un figlio che fa lo manda in orfanotrofio?
Noto che in tutte le discussioni <em<bibliche si parla sempre e solo di omosessualità maschile, come se quella femminile non fosse contemplata…
Già dimenticavo, al tempo in cui fu scritta la bibbia la donna contava come il 2 di coppe quando briscola era denari e quindi MAI presa in considerazione, oppure (se andava bene) considerata alla stregua degli animali