Donne scollate, statue nude
e l’assente senso del ridicolo dei governanti

L'OPINIONE - La scelta di coprire le nudità delle statue capitoline durante la visita del capo di stato iraniano Hassan Rohani. Viene da pensare, tenendo conto delle risate che si sono fatti i giornali di tutto il mondo che quello che manca alla classe dirigente italiana è la capacità di prevedere come certi interventi presi sotto la spinta di emozioni infantili generino tante risate nel pubblico più evoluto e più colto
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Donatella Donati

Donatella Donati

di Donatella Donati

Siamo in un ristorante romano di via della Vite, nell’estate caldissima del 1950. I tavoli sono occupati da varie persone e ad uno di essi c’è una bella signora che si è tolta il bolerino e mostra la nudità delle spalle. Si avvicina a lei con il tovagliolo in mano, l’aria indispettita e la voce ben alzata un signore irritatissimo anche lui cliente del ristorante che è rimasto scandalizzato da quella nudità. Il signore in questione è un giovane parlamentare della Democrazia Cristiana molto serio e rigoroso, vedovo da poco, cattolico praticante e futuro presidente della Repubblica italiana. Si tratta di Oscar Luigi Scalfaro. La signora rimane sconvolta e del fatto si occuparono tutti i giornali di allora finanche il Parlamento con la stessa ipocrisia con cui hanno trattato in questi giorni la copertura dei nudi capitolini.

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Audrey Hepburn in Sabrina (1954) esibisce una scollatura a V sulla schiena

Un’ipocrisia tutta maschile che vede nel nudo anche se castigato come quello della signora in questione o un’offesa o un’espressione di libertà. La signora in questione ha raccontato in televisione alcuni anni fa questo episodio che la segnò profondamente e di cui la massima parte delle italiane di allora non seppe darsi ragione. Era pur vero che a Paola di Liegi futura regina del Belgio era stato negato l’ingresso nella chiesa di San Pietro per l’anno del giubileo solo perché indossava una gonna piuttosto corta non ancora una minigonna. Non c’era stato verso di convincere il portiere-inquisitore che si trattava di una appartenente alla corte reale del Belgio, una italiana tra l’altro discendente dalla famiglia Rufo di Calabria. Paola dovette rassegnarsi al   divieto.

Nella nostra piccola città molto ricca di istituti religiosi che si occupavano di scuola dalla materna agli istituti superiori, ci furono momenti difficili per le alunne che aderivano alla nuova moda, minigonne, vestiti estivi svolazzanti, capi non più coperti in chiesa. In alcuni istituti superiori anche laici le ragazze furono obbligate a portare il grembiule nero e c’era una vera censura a quelle che cominciavano a portare minigonne. Le professoresse che osavano avvicinarsi alla nuova moda furono anche esse pregate di portare il grembiule rigorosamente nero. E’ stato il ’68 che ha portato anche a Macerata in primo piano la discussione sulla libertà della donna e la fine di tutto quello che la limitava. Eppure resta nei confronti della nudità soprattutto femminile un preoccupante giudizio spesso generalizzato che considera necessaria al pudore la censura delle gonne troppe corte, dei vestiti troppo scollati ritenuti provocatori.

Nella combo a sinistra la Venere Capitolina, e a destra la statua coperta durante la visita del presidente iraniano Hassan Rohani. Roma, 26 gennaio 2016. ANSA/

La Venere Capitolina, coperta durante la visita del presidente iraniano Hassan Rohani (foto Ansa)

Si spiega così la scelta, ancora senza responsabili precisi, di impedire che i casti occhi del capo di stato iraniano fossero tentati dalla nudità delle statue classiche la cui perfezione formale è invece garanzia di pura bellezza. Viene da pensare, tenendo conto delle risate che si sono fatti i giornali di tutto il mondo anche iraniani, che quello che manca alla classe dirigente italiana è il senso del ridicolo, la capacità cioè di prevedere come certi interventi verbali o concreti e certe iniziative prese sotto la spinta di emozioni infantili generino tante risate nel pubblico più evoluto e più colto. Aspettiamo con una certa curiosità quello che succederà in occasione della prossima Pasqua di Resurrezione nelle nostre scuole.



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