di Monia Orazi
Nuove iniziative di protesta a San Severino per scongiurare la chiusura del punto nascita, prevista il prossimo 31 gennaio. Sarà organizzata un’assemblea pubblica, insieme alla consegna entro pochi giorni del ricorso al Tar e lo sciopero della fame di Roberto Pioli (leggi l’articolo), con inizio alle 12,30 di martedì 26 gennaio. Nell’incontro di ieri sera il comitato per la difesa dell’ospedale ha deciso di organizzare un incontro pubblico per domenica 31 gennaio, nel pomeriggio al quale saranno invitati con posta elettronica certificata il ministro della sanità Beatrice Lorenzin, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, tutti i rappresentanti politici regionali, i sindaci dell’entroterra, altri amministratori locali, il nuovo vescovo di Cremona monsignor Antonio Napolioni, gli amministratori provinciali e comunali di San Severino.
E’ imminente, al massimo entro lunedì la presentazione del ricorso al Tar del comune di San Severino, mentre lunedì pomeriggio il comitato finirà di mettere a punto il proprio insieme all’avvocato Stefano Filippetti. “Sta andando molto bene la petizione sono già state raccolte alcune migliaia di firme – ha detto Mario Chirielli segretario del comitato – la determina fa acqua da tutte le parti, non si è tenuto conto dell’eventuale attivazione della Stam (Servizio trasporto assistito materno). Macerata spinge per avere un ospedale provinciale, che dovrebbe essere costruito nella zona di San Claudio di Corridonia, tra Morrovalle e Montecosaro, su terreni di proprietà dell’ospedale di Camerino, spingono per tale soluzione anche esponenti politici di Civitanova”.
Il presidente del comitato Marco Marchetti ha invitato a fare pressione sulla politica: “La chiusura del punto nascita è la piattaforma per chiudere l’intero ospedale, sarebbe come togliere una fabbrica con 150 posti di lavoro, in un caso come quello fuori ci sarebbero i sindacati”. L’avvocato Marco Massei ha voluto ringraziare gli esponenti del comitato per la difesa dell’ospedale di Matelica presenti: “Vogliamo far uscire allo scoperto i sindaci con la manifestazione pubblica, abbiamo contatti con Fabriano ed Osimo, è importante fare sinergia, invece ogni Comune tratta in modo sotterraneo con la Regione e questo ci indebolisce – ha detto – sta andando avanti l’esposto presentato alla Procura, il Prefetto non ci ha ancora risposto, ma noi non molleremo”.
Battagliera la mamma settempedana Samuela Rotili: “San Severino è perfettamente in regola con quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni, l’Asur non può obbligare le partorienti ad andare da un ospedale in regola, ad uno in cui ci devono essere dei lavori per metterlo a norma”. Ribadita la volontà di Roberto Pioli, componente del tribunale settempedano per i diritti del malato, di avviare lo sciopero della fame martedì 26 gennaio alle 12.30 nella hall dell’ospedale di San Severino, l’iniziativa sarà sostenuta anche dal comitato. “Ceriscioli lo aspetto nell’arena perché deve venire qui a quattr’occhi, aprirsi al dialogo e vedere di persona le strutture che vuole chiudere, la mia battaglia non è solo per San Severino, ma anche per Osimo e Fabriano, chiamo a raccolta cittadini, sindaci, amministratori, associazioni di volontariato e di altro tipo, per dare vita ad un presidio continuato presso l’ospedale, mentre io farò lo sciopero della fame, la mia vuole essere una protesta forte, servono la mobilitazione ed il sostegno di tutti”, ha affermato Pioli. Presente tra il pubblico anche il consigliere regionale Luigi Zura Puntaroni.
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Bene! Questa è un’ iniziativa lodevole fatta a S.Severino!! Altro che quella c…. sul gender….
un altro autogol dei pidioti regionali,ricordatevene al momento giusto!