Una normativa che era rimasta invariata per tre secoli. Il processo per le nullità matrimoniali è stato riformato lo scorso settembre da papa Francesco (leggi l’articolo). La principale novità è l’affidamento del giudizio al vescovo o ad un suo delegato e una maggiore celerità del processo. La riunione dei vescovi della Conferenza Episcopale Marchigiana di ieri ha riguardato proprio il tribunale ecclesiastico regionale Piceno ed eventuali tribunali diocesani e inter diocesani alla luce del motu proprio Mitis Iudex Dominus Iesu, con l’audizione del vicario giudiziale don Paolo Scoponi. Al termine i vescovi hanno deciso, in attesa di ulteriori necessarie comunicazioni da parte della Santa Sede, di mantenere per ora il tribunale regionale di Fermo tuttora regolarmente in funzione, ed hanno ribadito “la volontà di corrispondere a quanto è più a cuore Papa Francesco affinché chi abbia vissuto un fallimento matrimoniale senta, nella prossimità il conforto della misericordia di Dio”.
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Come si concilia il concetto di ‘fallimento del matrimonio’ con il concetto di ‘matrimonio nullo’ (e non ‘annullato’)? Mah, mistero della fede!
Il comunicato della Cem avrebbe potuto sottolineare esplicitamente la disponibilita’ e la responsabilita’ diretta che il papa chiede ai vescovi con la riforma ma non lo fa, limitandosi a ripetere una formula ossequiosa di rito bergogliano.