AGGIORNAMENTO – Venerdì i funerali nella sua Camerino, LEGGI
di Sara Santacchi
Profondo cordoglio nel mondo dell’informazione per la scomparsa di Maria Grazia Capulli, volto noto del Tg2. La giornalista si è spenta la scorsa notte. Aveva 55 anni, da tempo combatteva contro un male incurabile. A dare la notizia su Twitter è stato il direttore del Tg2 Marcello Masi: “Ci ha lasciato Maria Grazia Capulli. Era intelligente e sensibile. Una grande amica che fino all’ultimo ha amato la vita”.
Nata a Macerata nel 1960, abitava a Camerino, dove il papà è stato comandante del distaccamento della polizia stradale. Dopo aver frequentato la facoltà di Lettere antiche a Macerata, studiò alla scuola di Giornalismo a Camerino, diretta da Gino Pallotta, iniziando poi a collaborare col Messaggero e il Corriere Adriatico. Venne poi assunta dalla Rai e nel 2004 fu per alcuni mesi corrispondente di Parigi. Da febbraio 2013 è tornata a condurre l’edizione delle 13 dopo una breve parentesi alle 20,30 da luglio 2012 a gennaio 2013. Inviato speciale per gli eventi di cultura e spettacolo, cura le rubriche culturali del TG2 (TG2 Neon Libri, Achab Libri). In passato ha condotto anche le rubriche TG2 Costume e Società e TG2 Salute.
***
IL RICORDO – di Maurizio Verdenelli
E la ricordo ancora. Affacciarsi alla porta del mio ufficio -che da solo era più grande del resto della redazione. Tailleur giallo vivo, foulard, elegantissima, grande anello con pietra celeste al dito. Naturalmente, bellissima. Il suo arrivo, il giorno prima mi era stato annunciato da Gabor Bonifazi, anch’egli collaboratore d’eccellenza di una ‘scuola siciliana’ che si andava formando in quegli anni ’80 all’ombra della cronaca di Macerata del Messaggero -edito da Montedison e diretto da Italo Pietra, l’uomo che nel mondo della stampa era stato l’uomo più vicino a Mattei.
“Verrà una giovane (e bella) signora di Camerino, dove sono stato domenica scorsa. Mi ha intervistato per Radio C1, tuttavia vorrebbe iniziare il suo percorso nel giornalismo della carta stampata. Mi ha chiesto di te ed io volentieri gli ho assicurato che te n’avrei parlato” mi disse l’amico che era a metà tra il talent scout (a lui si dovevano collaborazioni come quelle di Luciano Magnalbò e Mario Cavallaro) e l’esperto di storia e costume locali. A Maria Grazia Capulli feci dunque, quel lunedì, saltare la ‘fila’ di una sala d’attesa sempre piuttosto affollata (“sembra quella del dentista” disse una volta Lucia Cascini, moglie di Gabor): persone che in quegli anni vedevano in un giornale la possibilità di una collaborazione giornalistica ma più ancora come presidio efficace e cassa di risonanza contro le ‘malefatte’ del palazzo e della burocrazia. Altri tempi!
Devo confessarlo, seppure con imbarazzo al ricordo. Noi giornalisti investiti di ruoli di responsabilità, trenta/quarant’anni fa eravamo un po’ come i carabinieri. Chiedevamo prima ‘informazioni’ su coloro che chiedevano di collaborare. E a Camerino c’era per ‘Il Messaggero’ Luigi Avi che mi fornì di referenze che meglio non si sarebbe potuto: ottimo ‘acquisto’. Con Maria Grazia ci fu simpatia e feeling a prima vista seppure lei tenesse molto (giustamente) alla propria immagine e pure, talvolta ma con discrezione, alla classe sociale che gli derivava dal matrimonio con un nobile camerinese, che una volta venne a farmi anch’egli visita cordialmente in redazione con la moglie. L’arrivo di Maria Grazia e l’inizio della sua collaborazione fu una piccola ‘rivoluzione’ nelle gerarchie che invisibilmente si erano formate all’interno di quella ‘classe’ talentuosa ed un po’ turbolenta che avrebbe fatto meritoriamente fortuna sia nel giornalismo sia in altri settori professionali. La più ‘sospettosa’, ricordo, fu nei primi tempi Emanuela Fiorentino, attuale vicedirettore di ‘Panorama’. E consentitemi per un momento di ricordare quelle carissime figure di poco più che ventenni, come la Capulli, ed ora maturi cinquantenni. L’affetto che ci legò, tuttavia, è rimasto tale: quella esperienza al ‘Messaggero’ negli ultimi anni formidabili del giornalismo cartaceo, prima dell’avvento dell’online, restano nel cuore. Dunque con Gabor Bonifazi, Emanuela e Maria Grazia, c’erano Luca Patrassi, Ermanno Calzolaio, Andrea Angeli, Andrea Barchiesi, Laura Trovellesi Cesana, Paola Olmi, Rosalba Emiliozzi, Lorena Cellini, Paola Pagnanelli, Fulvio Fulvi ed Antonella Scuterini, che dalla redazione maceratese del Messaggero, era ‘salita’ a Roma nello staff del presidente Carlo Azelio Ciampi, stroncata anche lei dalla malattia nel fiore degli anni e di una carriera giornalistica che molto annunciava e già concretamente offriva a piene mani.; inoltre a dare valore aggiunto alla ‘pagina’ con la loro firma c’erano Giuseppe Bommarito, ‘Masino’ Ercoli, Magnalbò, Cavallaro, i poeti Pagnanelli e Garufi e tanti altri. In redazione ricordo i carissimi Sandro Stacchietti, Giuseppe Pioli e Dario Gattafoni, attuale presidente dei giornalisti marchigiani. Era davvero “Messaggero di lotta e di cultura” (leggi articolo).
Alla cultura apparteneva di diritto Maria Grazia Capulli. Belli ed emozionanti i suoi articoli: lineamenti da ‘dolce stil nuovo’ ma carattere forte, indomito il suo. Che talvolta doveva fare i conti con caratteri ugualmente pieni di fuoco e passione. Come quello dell’amico Raffaele Curi, per due anni inimitabile pierre in Arena alla corte di Carlo Perucci e Davide Calise. Fu un bellissimo periodo, quella di Maria Grazia. Che non lo dimenticava nelle interviste, una volta divenuta lei famosissima (e tutti a contendersela per una presentazione, un’intervista). In questi anni ci siamo visti poco, diverso tempo fa, mi parlò delle sue preoccupazioni per i cambi continui alla direzione del Tg2 riflesso dei mutamenti governativi di allora. All’ombra della politica, in Rai non si dormivano sonni tranquilli. Di Macerata, della sua terra che lei non ha mai dimenticato (a Matelica, la città del marito, si ricorda ancora una bellissima conferenza con Pino Scaccia, un altro grande amico comune) la Capulli è tornata nell’aprile scorso ad interessarsi con il solito grande affetto, parlando dell’inaugurazione dell’orologio meccanico. Seppure Dante Ferretti, tirato in causa, da Taipei (dove ‘girava’ Silence di Martin Scorsese) mi chiese di sottolineare che ad ispirare il ‘suo’ Hugo Cabret, terzo Oscar in carriera, erano stati altri motivi piuttosto che il ricordo legato alle sue frequentazioni, da ragazzino decenne, nella torre civica al seguito del coetaneo figliolo del custode. Maria Grazia, animo camerinese fiero, un po’ se la prese e non lo mandò a dire quando, qualche giorno più tardi, ebbe il Premio Collevario dal sindaco Romano Carancini.
Avrei voluto (e dovuto) rivederla in questi giorni per un’intervista da pubblicare sul nuovo, paginatissimo magazine che l’amico e collega Maurizio Lombardi, titolare dell’agenzia di comunicazione ‘Mirus’ sta lanciando. Maurizio aveva pensato a lei per la il volto e la storia di copertina e a me come intervistatore. Lei non aveva risposto al cellulare né ad un altro contatto. Restai un po’ stupito, lo ammetto. Non lo sapevo, non lo sapevamo che la sua lunga battaglia contro la malattia (12 anni) aveva imboccato l’ultima svolta nel tunnel nero dove sul fondo ad attendere Maria Grazia non ci saranno più le luci effimere degli studi tv che la resero l’anchorwoman più celebre d’Italia, ma un’unica, ed abbagliante.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Condoglianze vivissime alla famiglia.
Che tristezza…
R.I.P!
R.I.P.
Grande dispiacere, giornalista molto brava e di i umanita’,condoglianze alla famiglia
Rip vera professionista e bellissima ragazza
Nooooo
Donna bellissima e molto professionale sentite condoglianze alla famiglia
Com è ingiusta la vita , i migliori se ne vanno e le bestie rimangono ! Condoglianze
mi sembra incredibile…
Conosciuta a Herbaria qualche anno fa..come in tv,dolce,pacata,semplice ragazza e con spiccata sensibilità verso gli animali!
Grande perdita per tutti :'( !
Condoglianze per la famiglia …R.I.P. …..mi dispiace molto brava
nomem omen.
L’avevo conosciuta solo di recente ad un convegno all’Abbadia di Fiastra ed emanava una grazia che raramente vedi in giro.
Una grande perdita.
RIP
Condoglianze R.i.p
Condoglianze R.I.P.
Che notizia triste, era una di casa, che riposi in pace
Se ne è andato un angelo. Condoglianze alla famiglia.
Era la mia giornalista televisiva preferita, mi dispiace molto
R.I.P.
Triste notizia; questa bella, ma, soprattutto, intelligente figlia della nostra terra, non è più fra noi. Bisognerebbe ricuperare, se si potrà, un bel servizio da Lei fatto su Macerata, documento di bravura e di amore per la sua città natale.
Alla Sua Famiglia, l’espressione più commossa, viva e sincera del dolore per la perdita di una Persona davvero speciale.
La tristezza quando ho letto la notizia 🙁 R.I.P.
R.I.P in pace
Nooooo
crudeli realtà. sempre i migliori lasciano il posto ai …….
R.I.P.
Rip
R.i.p.
Condoglianze alla famiglia, mi dispiace davvero tanto
R.I.P.
Era troppo brava e giovane non è possibile! R.I.P.
Queste sono proprio brutte notizie. ..
Era troppo brava e giovane non è possibile! R.I.P.
Condoglianze vivissime alla famiglia. Mi dispiace tanto!
Un grande dolore,per la scomparsa di una cara amica,una bravissima giornalista,una persona speciale.R.I.P
Maria Grazia.Sentite condoglianze alla famiglia.
Non è possibile!!!! Non sapevo nemmeno fosse malata!!!!! Bellissima e bravissima!!!!Condoglianze!!!
R.I.P.
R. I. P.
Io non la conoscevo se non attraverso l’etere, ma sono sicura che fosse una bella persona, considerando la grande stima di cui godeva. Come ho già scritto in altra sede, io penso che quando un angelo ha messo le ali sulla Terra Dio lo chiami a sè perché ne ha bisogno lassù.
Le più sentite condoglianze alla sua famiglia di origine e a quella attuale.
Tenero il RICORDO di Maurizio Verdenelli e ammirevole come sia riuscito, rievocando la Capulli, a ricreare le atmosfere del giornalismo locale di tanti anni fa.
Maria Grazia Capulli. Frequentò uno dei primissimi anni della Scuola di Dizione Lettura e Recitazione, quando il Minimo era ai Cancelli, 30 anni or sono. A lezione una volta si accorse che le si era smagliata una calza, per tutto il tempo della lezione i suoi occhi a intermittenza regolare le si adagiavano su quella smagliatura con un tenero disagio di bimba in bambola. Con questo piccolo ricordo saluto la sua anima bella.
E’ stata una bruttissima notizia e una grandissima perdita per la famiglia e per la RAI.
Si, la ricordo benissimo in redazione. Anche lo stile di scrittura, elegante ma contemporaneamente informativo. E anche la sua classe, tra timidezza e passione. Bel pezzo, Maurizio.
come nel giorno del nostro funerale non ci ha mai voluto bene nessuno.