Scritte e disegni osceni sul tronco di uno degli alberi più antichi e belli dei giardini di Camerino. Camerinesi indignati e dispiaciuti per l’atto vandalico che ha trasformato la corteccia del poderoso cedro che domina la Rocca Borgesca, vicino al bastione con i tre archi, in uno schermo dove sono riprodotte in giallo, scritte con parolacce. “Viva la f.” e poi un disegno fallico oltre ad un nome femminile, Giada, al quale sembrerebbero indirizzate le parole. Ad accorgersi domenica scorsa alcuni passanti. Ignoto l’autore. La notizia si è subito riversata sui social network, con tanto di documentazione fotografica dello scempio. L’albero secolare era stato vestito nei mesi scorsi per Cortili in fiore, con fasce di tessuto colorate sul tronco, secondo la tecnica dello yarn bombing. Ignoti, forse di notte, probabilmente con vernice spray hanno fatto direttamente sulla corteccia, scritte oscene come quelle che a volte possono comparire sui muri dei centri abitati. L’albero si trova in un punto particolarmente panoramico, è molto caro ai tanti frequentatori dei giardini della Rocca Borgesca. Tutti dello stesso tono i commenti, profondamente amareggiati ed indignati per l’accaduto. Qualcuno ha proposto di mettere le telecamere, qualcun altro di provare ad individuare il vandalo, per fargli ripulire con le sue mani lo scempio compiuto.
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Si tratta, evidentemente, di un esibizionista e voyeur moderato che senza arrivare alla reale esibizione si accontenta delle parole o delle immagini che la descrivono, preferendo per portare a compimento il suo piano
quelle parole o quelle immagini che, per le qualità motorie e plastiche che le caratterizzano, sono particolarmente adatte a provocare reazioni di vergogna.
Per CM. Non ha importanza tanto l’oggetto disegnato, quanto il tipo di danneggiamento (con spray, con pennarello, con coltellino, etc). Ne convenite?
Chi non rispetta gli alberi non merita di vivere.
Difficile credere che l’erudito autore di questa bravata intendesse mancare di rispetto al cedro, piuttosto ha sentito il bisogno per affermare la propria insicura mascolinità di fare violenza a una ragazza, ben precisa e facilmente individuabile dato il nome insolito, di suscitare in lei ansia, preoccupazione, vergogna. Cioè la paura e la vergogna di lei sono la causa del piacere e della soddisfazione di lui. Tutto questo non è granché trasgressivo, purtroppo è molto tradizionale, molto normale. Tant’è vero che vi preoccupate tutti del cedro.
Ma questo pistolino, invece che andare ad imbrattare l’albero, non poteva sfogare le sue frustrazoni in bagno?
Comunque questa pippa lo si può riconoscere facilmente: essendo uno che si ammazza di seghe ha una delle 2 braccia fortemente ipertrofica
Si trovi tale Giada a Camerino, la si interroghi sull’identità del possibile colpevole (suo conoscente presumo) e si proceda poi ad apporre stesso disegno fallico sulla faccia di costui
Cercate, trovate e multàte questo bellimbusto!
Proprio davanti alla ex discoteca green paradise!!! Sotto quel cedro c’è stato un pezzo di storia di molti di noi quarantenni, un vero peccato veder dimenticato uno dei luoghi più suggestivi di camerino!!
Che cosa ci si può aspettare da uno che frequenta la discoteca…
Cerasi. Al contrario a mio sommesso parere l’origine del teppismo di questo disgraziato sta nel suo essere fortemente succube d’una ideologia antimasturbatoria, nel non sapersi masturbare, nel non potersi masturbare senza angoscia e avvilimento. Questo lo pone in un vicolo cieco da cui può uscire solo scaricando il suo tormento su una femmina, più debole e oppressa di lui. La masturbazione non è una malattia è una cura. Il considerarla una vergogna è una superstizione della nostra sottocultura eterosessuale, della nostra ignoranza eterosessuale. La masturbazione maschile era assai importante per l’Antico Egitto; la masturbazione eseguita da un dio in alcuni miti egizi era considerata come un atto creativo o magico: si credeva ad esempio che Atum avesse creato l’intero universo visibile masturbandosi, mentre il flusso e riflusso del Nilo venivano attribuiti alla frequenza della sua eiaculazione. Al faraone, in risposta a questo mito di creazione, veniva richiesto di masturbarsi durante le cerimonie che si svolgevano sulle rive del grande fiume.
L’antico testo indiano Kāma Sūtra spiega in dettaglio la procedura migliore per masturbarsi.
Gli antichi Greci consideravano l’autoerotismo come un sostituto normale e sano di altre forme di rapporto sessuale, una valvola di sicurezza contro la frustrazione sessuale distruttiva, e il termine comunemente usato era anaphlan; trattarono inoltre la masturbazione femminile sia nell’arte che nei loro scritti. Diogene di Sinope, considerato come uno dei fondatori del cinismo, accredita l’invenzione della masturbazione al dio Hermes che, provando sincera compassione verso il figlio Pan che era preso da struggimento per la bella Eco la quale non voleva saperne di lui, gl’insegnò il trucco di “fare da sé” al fine d’alleviare la propria sofferenza.
La masturbazione viene poco descritta nell’antica Roma e fonti riferentesi alla sessualità in quell’epoca non ne parlano approfonditamente; il poeta Marziale la considera una forma inferiore di liberazione sessuale, a cui fanno ricorso gli schiavi (anche se ammette di ricorrervi di tanto in tanto).