Prima foto da sinistra Alessandro Palestrini, Gaetano Agostinacchio, Attilio Fiaschetti assessore al Commercio, Andrea Dezi assessore ai Lavori pubblici, Italo Canaletti assessore al Turismo
di Alessandro Trevisani
Dimissioni in blocco a Porto Recanati. Tre assessori se ne vanno insieme ai delegati della farmacia comunale. Una tempesta politica. Più di una crisi per la giunta Montali, una crisi “respiratoria”: alle 14 di oggi si sono dimessi in blocco gli assessori Andrea Dezi (Pd), Attilio Fiaschetti (Alternativa civica) e Italo Canaletti (Paese Vero), più Gaetano Agostinacchio (capofila di Paese Vero), nominato giusto sabato scorso presidente di Farmacia comunale Spa, e il suo consigliere nel CdA Alessandro Palestrini (portavoce di Sel). Dimissioni protocollate in Comune e annunciate un attimo dopo alla stampa dai cinque tutti insieme, a ridosso della riunione di giunta e a poche ore da una riunione di maggioranza prevista per le 21, e rinviata dopo il colpo di scena di stamattina. Dopo aver perso per strada 2 consiglieri del Pd, costituitisi in gruppo autonomo, la Montali assiste ora allo scontro tra un asse di 3 consiglieri che le si dichiara “fedelissimo” (fu Agostinacchio a fare il nome della Montali come candidato sindaco, un anno fa) e dall’altro canto i 6 consiglieri di Uniti per Porto Recanati, il gruppo del vicesindaco Lorenzo Riccetti, che giusto venerdì scorso aveva biasimato la nomina di Agostinacchio, seguito a ruota dal Psi, per bocca del segretario locale Giovanni Pierini, ma anche dei segretari regionale e provinciale, Lorenzo Catraro e Ivo Costamagna: per tutti costoro Agostinacchio, visti i curriculum dei candidati, non merita il ruolo, e sarebbe stato nominato dal sindaco Sabrina Montali per “mera riconoscenza personale” secondo Upp, e per difendere “un ristretto cerchio magico portorecanatese e recanatese” secondo il Psi. Posizioni che hanno innescato la decisione dei cinque dimissionari. Questi i commenti. Agostinacchio: “Noi oggi rinunciamo alle poltrone. Parliamo poco e facciamo i fatti: non possiamo accettare attacchi a un sindaco che vogliamo resti tale per 4 anni. Sulla Farmacia Upp ha posto una sola condizione: che il nominato fosse uno di loro. Io non ho mai chiesto nulla e ho rinunciato agli indennizzi (7.200 euro lordi all’anno, ndr). Ora chiediamo un cambio di metodo e la tutela della dignità politica e personale di tutti i sostenitori della maggioranza. Per finire: tutti sanno chi sono io e chi è Costamagna: vorrei sapere che lavoro ha fatto negli ultimi 25 anni, se non stare in politica”. Fiaschetti: “Lasciamo libero il sindaco di prendere le sue decisioni per ricomporre questa crisi: noi siamo disponibili a lavorare come consiglieri, non importa chi sarà assessore, magari al posto nostro”. Dezi: “Spiace anche notare che nell’occasione è stato rispolverato il caso Canaletti-Pacella: forse proprio per non fare la brutta figura di far cadere una giunta solo per la nomina alla farmacia”. Canaletti: “La cosa che conta è Porto Recanati: al sindaco riconosciamo piena autonomia, come il primo giorno di consiliatura, come se le nomine fossero ancora tutte da fare”. Ma Upp come reagisce? Lorenzo Riccetti apprende tutto dalla stampa. “Non ne sapevo nulla, eppure siamo stati insieme in giunta fino alle 14. Ma qui c’è da amministrare, non da giocare a scacchi. È la prima volta che gli assessori si dimettono per difendere un presidente della Farmacia. È una cosa che fa tristezza: stiamo incrinando un gruppo compatto, dove non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Anche oggi in giunta il sindaco mi ha spiegato la nomina come un fatto di mera riconoscenza personale: nessuno disconosce l’aiuto che Agostinacchio ha dato in campagna elettorale, ma non gli si può dare per medaglia la gestione di un’azienda che fattura mezzo milione all’anno. Noi avevamo proposto due nomi: una revisore dei conti e una bancaria, senza volere imporre persone ‘nostre’, ma chiedendo meritocrazia”. Ma valeva la pena mettere tutto in piazza, con un comunicato alla stampa? “Io ho saputo tutto dai giornali. A quel punto ho usato lo stesso metodo per parlare ai nostri elettori. Da tempo chiedevo una riunione di maggioranza per discutere la cosa, ma mi è stata negata”. La nomina delle cariche in Farmacia tardava da 11 mesi. “Per venir fuori da un’impasse così bisogna uscire dal palazzo, aprirsi alla cittadinanza. Proprio nella nomina di Agostinacchio invece ho letto il bisogno di difendersi arroccandosi, anziché progettare: solo che così diventiamo ancora di più un bersaglio delle critiche. Una scelta meritocratica è stata quella del dirigente dell’Urbanistica (Tommaso Piemontese, lo scorso febbraio, ndr): abbiamo premiato un curriculum due spanne sopra gli altri. Bisognava fare così anche stavolta”. Arriva anche la reazione del sindaco Sabrina Montali che valuterà come uscire da questa situazione. “Vediamo intanto se c’è il modo – risponde il primo cittadino – i conflitti devono comporsi dentro la maggioranza, non si può fare appello ogni volta all’esterno, ai tribunali del popolo. Se il disaccordo è al culmine si pone la fiducia, si fanno atti politici prendendosi le responsabilità da amministratori. Io credo nel progetto, se ci credono anche gli altri proseguiamo”. Questa rischia però di passare alla storia come la giunta che è caduta sulla farmacia. “C’è questo rischio: purtroppo queste discussioni prosciugano le nostre energie, ma la città ha bisogno di altro, rispetto a un dato straordinario come quello del maggio 2014 finire così sarebbe spiacevole”. E come giudica il sindaco le dimissioni degli assessori e dei nominati alla farmacia? “Ora il campo è sgombro da riserve e impedimenti, bisogna solo capire se c’è la volontà di proseguire insieme. Metodo e strategie, anche di una nomina, possono essere personali, ma non concentriamoci sulle azioni singole ma sul progetto. Le dimissioni potrebbero essere un’occasione per fare una verifica”. Insomma, un tagliando che ai più però appare impraticabile. Il capogruppo del Pd, Petro Feliciotti, commenta così: “Da questa lite noi ci teniamo fuori, anche se va detto che a nostro avviso il metodo per la nomina di Agostinacchio non è stato chiarissimo”. Il Pd potrebbe rientrare nei giochi, aggiudicandosi magari un assessorato per cementare una rinata maggioranza? “Noi non puntiamo a poltrone. È chiaro che il pallino ora è in mano a Riccetti: se lui vuole si torna al voto”. Qual è stato il problema all’origine di tutti i guai di Noi per Porto Recanati? “Che qui le cose prima si fanno e poi si discutono. Non va bene. Prima si discute tutti insieme, poi si fa”.
(Servizio aggiornato alle 20,45)
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Vicenda che ricorda molto da vicino quella analoga che, a Loreto, ha fatto cadere il sindaco Niccoletti. Per puro caso, le due cittadine hanno in comune una grande zona commerciale e una grande speculazione edilizia, a cui i rispettivi sindaci sfiduciati si sarebbero opposti.