Cattivi odori e liquidi dai loculi del cimitero, non fu colpa dell’Asof. Arriva a sentenza dopo 10 anni un caso che divenne rilevante nel 2003 in città quando le tombe iniziarono ad avere problemi. Il Comune diede la colpa all’agenzia di pompe funebri Asof dal momento che tutti gli episodi (18 feretri) riguardavano tombe che erano state realizzate dalla ditta. A distanza di un decennio il giudice onorario del tribunale di Macerata Barbara Angelini invece ha stabilito che la colpa fu del Comune e di chi realizzò i lavori per i loculi, montando il tutto al rovescio. Una vicenda che si è trascinata per molti anni e che fece discutere tantissimo, politica, asl e anche i cittadini. Il Comune citò in giudizio l’impresa chiedendo il risarcimento danni e il rimborso delle spese per la riapertura dei loculi. L’Asof si costituì parte civile rilevando che il fenomeno era dovuto all’errata costruzione da parte della ditta appaltatrice. E oggi la sentenza che conferma la tesi dell’Asof: la consulenza tecnica ha verificato come la ditta appaltatrice in fase di cantiere montò i prefabbricati al contrario. Non a U con la parte aperta verso l’alto, ma verso il basso appoggiandoli uno sull’altro rovesciati e capovolti. Di fatto il non corretto posizionamento dei moduli provocò la perdita di impermeabilità e la fuoriuscita dagli interstizi di cattivi odori e liquidi anche a causa della pendenza contraria del pavimento della tomba. La difformità, fra l’altro, era stata anche segnalata dal dirigente del comune già nel 2003 in una lettera in cui riteneva responsabili le imprese costruttrici. Per il Comune la condanna al pagamento di 4500 euro. «Finalmente dopo 10 anni ci viene data ragione rispetto ad una vicenda che ci ha visto molto coinvolti – commenta Luca Micucci, titolare dell’Asof – ora c’è la soddisfazione che quella vicenda servì per la realizzazione in seguito di loculi e costruzioni a regola d’arte».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Fatevi cremare, risparmiate spazio, tempo, fiori, lapide e nessuno verrà a rompervi le scatole al cimitero.
Tutti tecnici supersicuri. Mai chiedere spiegazioni per il montaggio
Dieci anni per “certificare” l’errore! Allucinante!
Adesso buttatene una bella secchiata davanti casa del genio che ha firmato senza controllare, poi tra dieci, chiederete:
se ho capito bene… Il dirigente comunale già all’epoca aveva detto al comune che era in torto?
E sindaco e giunta di allora (Marinelli, Carassai, Mobili, ecc… se non sbaglio) anzichè chiudere la vicenda o far causa alla ditta costruttrice, vanno in causa con le pompe funebri?
Però certo…così facendo posticipano il problema di 10 anni, fanno felice il loro avvocato che si prende la parcella, scaricano la patata bollente sugli altri che verranno…
Ma non je se po’ ‘rchiede li sordi a sti geni?!?!
Esigo un chiarimento: nell articolo si legge che il dirigente del Comune in una lettera aveva incolpato la ditta di costruzioni e si legge anche che la ditta Asof incolpava la ditta di costruzione, ma allora, chi è stato ad incolpare la ditta Asof? Il Comune? Da quale dirigente? Adesso dopo dieci anni di processi DEVE pagare PERSONALMENTE le conseguenze !!! E devono anche spiegare perchè alle altre agenzie di pompe funebri questo non accadeva; quale stratagemma adottavano? Con quali conseguenze?? Faccio queste domande perchè vengono disseppelliti cadaveri di trenta anni fà ancora integri, con la necessità di seppellirli di nuovo questa volta nel terreno. Sono collegati questi casi con gli stratagemmi usati dalle altre agenzie?? Una delle quali era quella di lasciare avvolta la salma nel nylon il quale non si decompone e tantomeno si lacera. Qui non indaga nessuno?