di Andrea Busiello
Seicento euro di multa e una caviglia, quella di Marco Croce, che fa le bizze. Sono queste le due notizie in casa Maceratese. Come previsto, il giudice sportivo ha sanzionato la società per due petardi fatti esplodere durante la gara interna di domenica scorsa contro il Termoli. Un episodio che non macchia l’esemplare comportamento dei supporter biancorossi in questo avvio di stagione ma che deve far riflettere: sarebbe opportuno prendere una dura posizione contro questi atteggiamenti di pseudo tifosi che fanno solo il male della società. Prendere multe ed eventualmente subire squalifiche all’impianto cittadino fanno solo dispedere risorse alla società che in questa stagione ha tutte le carte in regola per salire di categoria e dover pagare multe inutili potrebbe essere fatale. Passando alla questione Croce, il centrocampista sta meglio dopo l’infortunio subito domenica scorsa contro la formazione molisana. Il suo eventuale impiego domenica al Carotti di Jesi verrà deciso solo all’ultimo minuto; ad oggi le possibilità di vederlo in campo sono buone ma non è il caso di rischiare il mediano se le condizioni non fossero ottimali.
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Basta con l’ omerta’ , fuori il nome del cretino che ha lanciato il petardo, paghi la multa e furi dal tifo organizzato.
Massi non parlare di quello che non sai ……..vieni tu domenica a chiedere il nome…e mi raccomando presentati come massimiliano sessantotto……te lo dico io
Ecco allora caro rino pace se sai parla!
Si però effettivamente la curva potrebbe fare una colletta e pagare la multa; che senso ha tirare una bomba carta?
Tutti in gradinata!!!!!!!!!
Biglietto della curva a 10 euro fino a quando non si arriva a 600 euro, oppure istallazione di telecamere a circuito chiuso e daspo a vita, dopo aver pagato la multa sia chiaro.
Concordo con Jordan,biglietto a 10€ ma x sempre, così andranno in gradinata,almeno li il tifo si sente,domenica si sentivano meglio i cori di 30 termolesi anziché i nostri 200.
Una doverosa premessa: grazie a questi magnifici ragazzi della curva che ogni domenica si fanno il mazzo per organizzare coreografie e sostenere la squadra. In talune occasioni (come, ad esempio, a Citanò) sono stati proprio questi tifosi a spingere la squadra alla vittoria, aiutandola con il loro calore a superare momenti difficili nel corso delle partite e incoraggiando sempre i giocatori, dal primo all’ultimo minuto. Anch’io considero uno scemo quello che ha acceso il petardo ma, prima di quel gesto, c’era stata una evidente provocazione da parte della tifoseria termolese. Tifoseria che – non possiamo ignorarlo – qualche tempo fa si è macchiata di un episodio di inaudita infamia: ha aggredito un pullman di tifosi biancorossi e poi, dopo averle buscate, si è giustificata con l’opinione pubblica affermando che i maceratesi avevano aggredito precedentemente una bambina. Una infamia senza limiti. In ogni caso, lasciamo questi petardi a casa o nei negozi che li vendono perché così facciamo solo del male alla società e ridimensioniamo le nostre legittime ambizioni di vertice. Sulla “questione curva”. Io credo che debba essere chiusa, definitivamente. Scrive uno che in curva ci è cresciuto e ci ha vissuto emozioni inenarrabili. Tuttavia, oggi, rimanere in quel fosso è diventata una mera questione di “liturgia”, priva di ogni fondamento razionale. Lo spettacolo offerto domenica – come sostiene Ferramondo – è stato davvero misero non perché erano pochi i sostenitori ma, semplicemente, perché lo stesso numero di sostenitori collocati in gradinata o in tribuna produce un effetto 100 volte superiore. E’ vero: sembravano di più i termolesi dei nostri. Mi sento di fare un appello a questi ragazzi: basta con quel fosso ridicolo. Attendiamo tempi migliori per proporre una riqualificazione alla curva e, nel frattempo, chiediamo un incontro con il sindaco e con la dottoressa Tardella per trovare una soluzione che consenta alla tifoseria di spostarsi in un altro settore che consenta davvero – tutte le domeniche – di portare i nostri ragazzi alla vittoria. Mi rendo conto di scomodare un gigante per un nonnulla ma, in questi casi, mi torna sempre in mente Max Weber che, esattamente un secolo fa, distingueva l’etica dei principi dall’etica della responsabilità: restare attaccati ad un feticcio in nome di un principio, di una “liturgia” è davvero poco responsabile e, in questo caso, assolutamente inutile. Quando gridiamo tutti insieme “Noi siamo maceratesi” riempiendoci di orgoglio, facciamo in modo che lo sentano tutti. Sia la voce che l’orgoglio.
concordo pienamente….tutti in gradinata….senza dimenticare che il primo gruppo di tifoseria orgnizzata a macerata…BOYS 79 ( al quale facevo parte) … nacque proprio in gradinata. Se si vogliono seguire le mode…allora curva…se …come penso…tutti vorremmo il salto di categoria…in gradinata è un altro pianeta…il calore e il tifo i giocatori lo avvertono…le presssioni l”arbitro le sente…anche così si vincono i campionati!!!
Credo che uno dei principali ostacoli allo spostamento degli ultras sia la mancanza di garanzie sul fatto che poi nelle partite di cartello la questura chiuda la gradinata costringendo i tifosi a fare continuamente spostamenti !!!!
Diciamo il Non avere la garanzia di un posto intoccabile!!!!!!
Risolviamo questo problema e tutti in gradinata a trascinare la squadra
Daje Savi fatti portavoce e mediatore
Fino alla fine maceratese