All’altezza del grattacielo Bianchi, dalla parte della spiaggia, una fioriera occlude un tombino impedendo l’uscita dei liquami
di Alessandro Trevisani
Il top del disgusto, sul lungomare Lepanto, di fronte a una delle pizzerie più frequentate della città, è avvenuto domenica sera, dopo le 21: un fetore insopportabile ha accompagnato l’uscita di liquami da un tombino, e i rivoli di quel ributtante blob hanno lambito le scarpe (per i fortunati che le indossavano) di alcuni avventori seduti ai tavoli all’esterno, che sono stati immediatamente fatti accomodare all’interno. “Ma non è la prima volta, ormai succede da almeno venti giorni, abbiamo anche fatto dei video”, ci fa sapere un bagnino che lavora al balneare dirimpetto. L’ora “di punta” è proprio a ridosso delle 21: è a quel punto che al cattivo odore, che in questo tratto di lungomare adiacente il grattacielo Bianchi è un must quotidiano dall’inizio della stagione, si associa un fenomeno da film dell’orrore. I liquami escono dai tombini e si diffondono in strada: una sorta di appuntamento col raccapriccio che è talmente atteso che davanti al suddetto balneare hanno provveduto tamponando con della cerata, sopra la quale hanno piazzato una fioriera. “Il problema è noto da anni – spiega uno dei gestori penalizzati – almeno 7-8 stagioni. Quando ci sono più lavoro e più presenze il sistema fognario non tiene più. Non per nulla quando i ristoranti iniziano a chiudere e la gente sciama via anche l’odore si fa meno intenso: forse perché gli scarichi di bagni, cucine eccetera vengono meno e abbassano il livello delle acque di fogna”.
All’angolo tra via Pastrengo e piazza dei Mille ecco l’acqua di fogna che emerge radente alla grata del tombino, alle sette di sera
Porto Recanati 2014: un’estate da dimenticare. Al netto di terremoti e bombe d’acqua, però, questo genere di problemi più terra-terra (anzi, sottoterra) è decisamente pertinenza dell’amministrazione. Non per nulla in queste ore si sta svolgendo un briefing tra giunta e vertici di Astea, per provare a capire come mai il sistema fognario nel suo complesso abbia generato questi scompensi e anche altri molto più devastanti per l’immagine della città, a partire dalla macchia di scarichi di fogna e liquami che ha coperto il mare il 14 agosto scorso, fino al più recente divieto di balneazione, tutt’ora in vigore, causato ancora una volta dagli scarichi della Fiumarella: dal capannone Nrevi al balneare Maria e Wanda dal 25 agosto e fino a nuovo ordine non si può fare il bagno. Quanto alle fogne problemi simili a quello di via Lepanto si sono verificati in via Palestro, all’altezza del negozio Tutti tipi: Italspurgo è già intervenuta a decongestionare, ma alle 19, quando ci rechiamo sul posto, l’acqua è radente, 10-15 centimetri sotto la grata dei tombini. Che succede a Porto Recanati? Con ogni probabilità lo sapremo molto presto, anche perché gli operatori si sono stancati del solito refrain. “Ci pensiamo dopo la stagione, ci dicono gli amministratori – è il lamento di uno di loro – ma io ho pagato due rate di 800 euro per occupare il suolo coi tavolini, e non me li rende mica nessuno”. Urgono risposte. E soprattutto soluzioni.
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Fosse stato in periferia ma proprio al centro, possibile che non si riesce a capire da che cosa proviene ….
Molto probabile che c’é da rifare tutte le fogne, che sola pero’ per i turisti!!
P.s. Quel vaso sopra il tombino Assomiglia tanto all’Italia di oggi.
Non veniva Mario Monti in vacanza li?? Tutto torna allora!!
ma che vOLimo commenta’ .. ste amministrazioni co tutto quello che se sO’ MAGNATI e’normale che prima o poi se SMeRDAvANo!. VERGOGNA C HA DA FA CHI ANCORA PAGA 1EURO DE TASSE ZOZZI!
succede ogni sera da 8 anni verso le 21?
ma allora è proprio un gesto doloso, sig. sindaco, dei ristoranti che si ostinano a cucinare e dai turisti che si ostinano a farsi la doccia.
Ci vorranno, a quanto pare, anni per riparare i danni dell’incapacità della Ubaldi, alcuni rimarranno indelebili altri da risolvere mano a mano che vengono fuori.