di Donatella Donati
Della accalorata presentazione di Macerata e del suo governo fatta da Renato Pasqualetti (leggi l’articolo) viene da dire che la prima cosa che non ha azzeccato descrivendola sono gli aggettivi”graziosa” e “incantevole” che possono andare bene per una cittadina della riviera o delle colline che si affacciano nelle valli marchigiane. Senza tanta retorica o ricerca di straordinario- l’aggettivo più usato da politici e critici d’arte- Macerata è bella. Così la definisce di primo acchito chi la visita per la prima volta, così la ricorda chi l’ha conosciuta e ne riparla, così appare al turista in fuggevole visita. La sua storia è raccontata dalle mura che la abbracciano, dall’eleganza dei palazzi del centro, dai piccoli androni, dai vicoli, dalle piagge dove si sono svolti grandi e piccoli affari, grandi e piccole storie di cultura, di giustizia, di guerra e di pace. La città è dedicata a Maria, ma nel palazzo comunale oltre la sua santa immagine c’è la lapide dedicata a Giordano Bruno bruciato sul rogo dalla furia della controriforma, e sulla torre la lapide con il bollettino di guerra della vittoria del 1918. Lungo le strade del centro in perenne discesa,o salita, ci sono palazzi storici segnalati per aver ospitato Napoleone e durante la seconda guerra d’indipendenza Giuseppe Garibaldi che a Macerata reclutò un gran numero di volontari per la conquista di Roma. Tutto questo parla di quella varietà e di quel fervore culturale libero e unificatore.
Piazza della Libertà ne è il simbolo che rende possibili dibattiti accesi, ma civili, scontri e incontri tra posizioni diverse, ma operosi e concludenti. Pasqualetti non si è accorto che la povertà culturale ed economica della Macerata di oggi, anche se collegabile con quella nazionale, è stata provocata dal prevalere di interessi personali e partitici settari e scollegati dalla sua storia? Nei primi decenni dell’ istituzione della Facoltà di lettere e filosofia docenti provenienti da importanti università italiane hanno occupato le cattedre, con una ricchezza di scambi con le scuole della città per la ricerca pedagogica, la storia dell’arte, il mondo classico e la storia. Nel corso degli anni i rapporti sono stati rallentati, partiti i maestri le cattedre sono state sempre più spesso assegnate a docenti locali e si è perduto il carattere innovativo iniziale. Il decentramento di facoltà frequentatissime come Scienza delle formazione ha allontanato dalla città gli studenti,divenuti sempre più pendolari. L’assegnazione di aree adiacenti alla città o interne ad essa a grandi centri commerciali ha spostato l’asse delle vendite e degli acquisti,costringendo alla chiusura la maggior parte dei negozi storici del centro. Le iniziative culturali e di spettacolo sono state concentrate in pochi periodi e affidate spesso a proposte scollegate e di favore. Certamente Francesco Micheli è stato molto apprezzabile per lo spirito imprenditoriale e l’impegno personale, la civiltà con cui tiene i rapporti e la correttezza delle relazioni. Un buon esempio di comportamento che può far scuola a tutti i politici pieni di sussiego e indifferenza verso i comuni cittadini e le loro richieste, che farebbe bene anche a Pasqualetti. Avrebbe ricevuto meno critiche con l’esposizione del suo proclama se avesse manifestato nel tempo azioni e comportamenti più attenti ai valori e ai sentimenti democratici.
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Lucidissima riflessione della Signora Donati.
È sorprendente come ella descriva i punti dolenti di una città bellissima e sofferente per quelli che definisce ‘interessi personali e politici settari , scollegati dalla sua storia’.Una classe politica che, in questi lunghissimi anni, ha cessato di curarsi della città e si è organizzata come un comitato d’affari a discapito dell ‘interesse pubblico.
Concordo in pieno, per quello che vale, con Donati : un bel bagno di umiltà non farebbe male proprio a nessuno.
Dipende se si mette un punto interrogativo o esclamativo… credo che non si sia spazio per le domande.. la gente comune non penso che abbia questo potere può solo essere complice per qualche favore o posticino.
Alla greppia prima c’era la DC, oggi c’è il PD: nulla cambia.
Nulla di nuovo ma e’ inutile parlare ad un sordo che per di più non vuol sentire. Ricordiamolo alle prossime elezioni comunali dove piuttosto che votare un partito sarà meglio votare un volto con in mano un programma. Poi se l’opposizione sarà costruttiva ed attiva OK, se diversamente distruttiva o legata ai soli interessi allora ……ci arrabbiamo: a buon intenditor poche parole!!!
Analisi abbastanza buona, soprattutto rispetto all’università. Non esagererei con il termine BELLEZZA, quello di Macerata mi pare un centro storico abbastanza tipico del centro Italia senza grandi punte di eccellenza artistiche (a parte per certi aspetti lo Sferisterio). Certo si potrebbe fare molto di piu’ per animare la città, e per questo occorrerebbe un’amministrazione all’altezza ma anche energie private (i famosi commercianti?) che investano nel territorio.
Quando sono venuto la prima volta a Macerata (arrivavo da verona) l’ho trovata bella e pulita. Ne rimasi entusiasta. Anche se è stata deturpata da un’inutile consumo del suolo, è sempre bella, ma la sento quasi abbandonata. E intanto “troppi politici, pieni di susiiego e indifferenza verso i comuni cittadini e le loro richieste,” impediscono la soluzione dei veri problemi, viabilità in primis, di cui la città soffre. Per contrapposto, in troppi dicono di amare Macerata, ma l’amore per la città si dimostra avendo di essa una visione complessiva e generosa.
Mi associo.
Concordo totalmente con l’analisi di Donatella Donati che ho avuto modo di apprezzare lungamente nel suo lavoro a Recanati, anni fa. E concordo anche col “veronese” Alberto aggiungendo che mio nonno, ferrarese doc trapiantato a Macerata per amore e morto nell’ormai lontano 1974, ci diceva spesso: “Ai maceratesi non andrebbe bene neanche se gli servi il brodo con le orecchie!”. Da maceratese doc, mi riconosco in pieno nella bonaria, ma feroce, critica del nonno.
P.S.: Ad avercene, di direttori artistici come Micheli, che sanno coniugare l’aspetto economico, quello turistico-spettacolare e quello artistico!!
Ottima riflessione della sig.ra Donati e buoni e disisinteressati commenti.
La mala politica e gli interessi del potere occulto ,sta rovinando tutto
le mura, i palazzi di patrizi arroganti stamarrati dal tempo, i vicoli, gli androni, le piagge non sono particolarità esclusive di Macerata… se la fondazione e la conservazione di una città sono un aspetto della lotta dell’uomo contro il metus solitudinis, la bellezza di Macerata sta tutta nella sua paradossalità, nel suo essere un’anticittà… e l’attuale classe dirigente è perfettamente allineata con questa storia, con questa tradizione…
Con la crisi si rivelano e si esasperano i malumori e le criticità sopite e tollerate.
Il super stipendio, la super pensione, il privilegio, l’arroganza della politica e l’angheria nei posti di lavoro, non sono più tollerate da chi vive con quattro figli precari, la cui somma degli stipendi non raggiunge la propria pensione; dal socio della cooperativa di pulizie che si alterna ogni giorno tra scuole ed uffici per una retribuzione di 6oo euro al mese; da coloro che con l’aiuto delle famiglie hanno affrontato sacrifici per conseguire titoli accademici e successi sociali e si trovano a lavorare in pizzeria.
Queste e tante altre storie di fallimenti umani, di disperazione, di depressione, di violenza consumata nelle famiglie e nelle strade, guardano con delusione e rabbia coloro che governano l’Italia e le nostre città. Coloro che guidano il Paese e la nostra città devono avere idee e coraggio per dire dei no e dei si che nessuno ha mai detto; devono ascoltare e ridare fiducia e speranza testimoniando con l’esempio che in Municipio governano persone che non hanno paura, che amano Macerata, che usano i beni, le ricchezze e le opportunità di una piccola città per il benessere di tutti a partire da chi ha di meno.
La vicenda nazionale acrobatica e contraddittoria fotografa una situazione di fortissima crisi economica e tensione sociale che la politica ingessata negli schieramenti e partiti tradizionali fa fatica a capire e affrontare. Qualcosa di simile sta accadendo anche a Macerata.
Ci sono momenti della vita come nella politica in cui tutto è in gioco. Questo che viviamo nel paese e nella nostra città è uno di quei momenti. Chi pensa di continuare a rappresentare le istituzioni e i cittadini, favorendo interessi particolari, lobby economiche, amici e benefattori, clientele e affaristi, abbia la dignità di farsi da parte. In un paese in cui le persone si tolgono la vita, umiliate e distrutte nella loro dignità non potendo più offrire nessuna speranza a se’ stessi e ai loro figli, se c’è una classe dirigente deve essere in trincea con loro.
T’hai da capascità cche, o bbianco, o rosso,
o nnero, o ppavonazzo, te sfraggella.
Sin che in ner mare sce sta er pessce grosso,
er piccolo ha d’avé la cacarella.
Triste chi nassce sott’a cquella stella,
e a le snerbate nun za ffacce l’osso!
Bisoggna fasse mette la bbardella
e bbascià er culo che tte caca addosso.
Prima sce bbuggiarava er zor Pietruccio:
oggi nun è ppiú bbroccolo, ma ccavolo,
e cce bbuggera in cammio Pavoluccio.
Inzomma, un giorno Pietro e un giorno Pavolo,
noi stamo sempre com’e ddon Farcuccio
sott’a le granfie o dd’un demonio o un diavolo.