Si è avvalso della facoltà di non rispondere il consigliere comunale Luigi Carelli, durante l’interrogatorio che si è svolto questa mattina. La procura gli contesta il reato di corruzione, relativamente alla modifica del regolamento dei chioschi che vendono fiori al cimitero di Macerata. I difensori di Carelli hanno presentato una memoria difensiva.
Non ha detto nulla in merito all’indagine che lo riguarda, ma ha affidato ad una memoria difensiva le spiegazioni in merito alla vicenda che lo vede indagato. Questa la linea scelta dal consigliere comunale e presidente della commissione Urbanistica Luigi Carelli, ex Pd e ora nel gruppo misto, durante l’interrogatorio che si è svolto questa mattina in procura. Nella memoria la vicenda del regolamento dei chioschi viene ricondotta ad una questione interna tra gli organi comunali. Senza che si volesse privilegiare – viene spiegato – o favorire qualcuno, ma si trattava di una modifica relativa a tutti proprietari di chioschi. Qualcosa che Carelli, che è assistito dagli avvocati Luca Forte e Fabio Pierdominici, aveva già spiegato in una intervista a Cronache Maceratesi (leggi l’articolo) in cui, tra l’altro, affermava che “La situazione dei chioschi del cimitero andava riportata ad una situazione di legalità e per questo è stato modificato il regolamento – aveva detto Carelli –. Una modifica scaturita dal lavoro di due commissioni. C’è stato tutto un lavoro di studio, durato per sei mesi. Abbiamo verificato se gli ampliamenti li potevano fare tutti, non solo una fioraia”. La procura ha indagato Carelli per corruzione perché, secondo gli investigatori, la titolare di un chiosco di fiori avrebbe chiesto a Carelli di darle una mano perché intendeva ampliarsi ma c’erano state bocciature in merito a questo da parte degli uffici comunali. In cambio dell’aiuto, sempre secondo le indagini, la fioraia avrebbe promesso a Carelli di affidargli l’incarico di direttore dei lavori di ampliamento del chiosco. Carelli si sarebbe poi fatto promotore della modifica al regolamento comunale che venne approvata in consiglio.
(Gian. Gin.)
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“Il corrotto porta da mangiare ai suoi figli pane sporco!” (Papa Francesco).
Sarà pane sporco ma i noti compagnucci di merende ci fanno numerose e laute merende
Perche’ non parla il ragazzo del muretto? Fa cosi’ anche in consiglio comunale?
Nonostante tutti questi scandali sono ancora tutto ai loro posti !!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sindaco, assessori e consiglieri ……….
Mahhh che strana città macerata !!!!!!!!!!!!
“C’era un paese dove erano tutti ladri. La notte ogni abitante usciva, coi grimaldelli e la lanterna cieca, e andava a scassinare la casa di un vicino. Rincasava all’alba, carico, e trovata la casa svaligiata.
E così tutti vivevano in concordia e senza danno, poiché l’uno rubava all’altro, e questo a un altro ancora e così via, finché non si rubava a un ultimo che rubava al primo. Il commercio in quel paese si praticava solo sotto forma d’imbroglio e da parte di chi vendeva e da parte di chi comprava. Il governo era un’associazione a delinquere ai danni dei sudditi, e i sudditi dal canto loro badavano solo a frodare il governo. Così la vita proseguiva senza inciampi, e non c’erano né ricchi né poveri. Ora, non si sa come, accadde che nel paese di venisse a trovare un uomo onesto. La notte, invece di uscirsene col sacco e la lanterna, stava in casa a fumare e a leggere romanzi. Venivano i ladri, vedevano la luce accesa e non salivano.
Questo fatto durò per un poco: poi bisognò fargli comprendere che se lui voleva vivere senza far niente, non era una buona ragione per non lasciar fare agli altri. Ogni notte che lui passava in casa, era una famiglia che non mangiava l’indomani. Di fronte a queste ragioni l’uomo onesto non poteva opporsi. Prese anche lui a uscire la sera per tornare all’alba, ma a rubare non ci andava. Onesto era, non c’era nulla da fare. Andava fino al ponte e stava a veder passare l’acqua sotto. Tornava a casa, e la trovava svaligiata.
In meno di una settimana l’uomo onesto si trovò senza un soldo, senza di che mangiare, con la casa vuota. Ma fin qui poco male, perché era colpa sua; il guaio era che da questo suo modo di fare ne nasceva tutto un cambiamento. Perché lui si faceva rubare tutto e intanto non rubava a nessuno; così c’era sempre qualcuno che rincasando all’alba trovava la casa intatta: la casa che avrebbe dovuto svaligiare lui. Fatto sta che dopo un poco quelli che non venivano derubati si trovarono ad essere più ricchi degli altri e a non voler più rubare. E, d’altronde, quelli che venivano per rubare in casa dell’uomo onesto la trovarono sempre vuota; così diventavano poveri. Intanto, quelli diventati ricchi presero l’abitudine anche loro di andare la notte sul punte, a veder l’acqua che passava sotto. Questo aumentò lo scompiglio, perché ci furono molti altri che diventarono ricchi e molti altri che diventarono poveri.
Ora, i ricchi videro che ad andare la notte sul punte, dopo un po’ sarebbero diventati poveri. E pensarono: – Paghiamo dei poveri che vadano a rubare per conto nostro -. Si fecero i contratti, furono stabiliti i salari, le percentuali: naturalmente sempre ladri erano, e cercavano di ingannarsi gli uni con gli altri. Ma, come succede, i ricchi diventavano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. C’erano dei ricchi così ricchi da non avere più bisogno di rubare per continuare a esser ricchi. Però se smettevano di rubare diventavano poveri perché i poveri li derubavano. Allora pagarono i più poveri dei poveri per difendere la roba loro dagli altri poveri, e così istituirono la polizia, e costruirono le carceri.
In tal modo, già pochi anni dopo l’avvenimento dell’uomo onesto, non si parlava più di rubare o di esser derubati ma solo di ricchi e poveri; eppure erano sempre tutti ladri. Di onesti c’è stato solo quel tale, ed era morto subito, di fame”.
La pecora nera, Italo Calvino
L’oggi scomodo ex presidente PD della commissione urbanistica, non parla ma scrive memoriali indirizzati agli inquirenti. Dunque, non fa scena muta ma vuole che le sue parole restino scolpite a scanso di equivoci e a futura memoria. Il problema è che non sapremo mai le ragioni vere per le quali (non solo il PD) lo vorrebbe sepolto sotto quello che da oltre un anno ci viene somministrato come il più grande scandalo urbanistico a Macerata dal dopoguerra; muretti di recinzione e ampliamento di 12 mq. per chioschi di fiori cimiteriali. Intanto impazzano i ricorsi al TAR, alcuni accolti come quello dell’avv. Gaetani contro il nuovo supermercato Conad in via dei Velini, mentre di altri si è persa memoria (quello della Lega Ambiente, di Maceratiamo ecc., contro le varianti dell’era Meschini).
SEMPLIFICHIAMO: se Carelli ha promosso e sostenuto “la regolarizzazione” della superficie della fioraia e se lo stesso Carelli è stato nominato dalla fioraia (tra centinaia di professionisti), Direttore dei lavori, punibile fin da subito per corruzione e fors’anche per aver ricoperto un ruolo in conflitto con la sua carica.
E diamogli così tempo di scrivere tutto quello che vuole…..
Vorrei fare -una volta si diceva per arricchire il dibattito,ma in questo caso sarebbe meglio parlare di dibattimento- un paio di considerazioni.
La prima riguarda il meccanismo che regola la costituzione delle commissioni del consiglio comunale.
La modalità prevede che ,su proposta dei capi gruppo,il presidente del consiglio effettui la costituzione delle stesse.Nel loro seno,poi i componenti eleggono i rispettivi presidenti.
Tutto questo che significa?
Significa semplicemente che il presidente viene scelto dagli stessi componenti sulla base della fiducia,della capacità,dell’esperienza e magari di altre qualità note ai medesimi.
Quindi occorrerebbe chiedere lumi ai capigruppo che hanno formulato la proposta,al presidente del consiglio che l’ha accettata e ai commissari che hanno provveduto all’elezione.
L’altra considerazione è relativa alla deliberazione del consiglio comunale,preceduta dalle riunioni della apposita commissione consiliare.
Mi pare di non sbagliare se affermo che l’atto riportava gli articolati pareri negativi dei due dirigenti interessati e del segretario comunale e che il consiglio comunale invece,con arroganza senza pari e con disprezzo verso coloro che per dovere d’ufficio sono chiamati a rendere tali pareri,approvava senza neanche curarsi di superare gli espressi pareri negativi.E non è stata la sola volta.
Un esempio di buona amministrazione!
Via Pesaro sarà naturalmente in possesso degli atti compresi i verbali della commissione consiliare.