Era armato di un cutter senza lama il rapinatore di 51 anni che giovedì scorso ha messo a segno due colpi (leggi l’articolo) in altrettanti supermarket (uno solo gli è riuscito). Oggi l’uomo, E. N., si è difeso davanti al gip, spiegando di aver agito perché in miseria. Il giudice ha deciso per la misura cautelare agli arresti domiciliari.
“Chiedo scusa, e vorrei scusarmi con i titolari dei supermercati per quello che ho fatto. Ho agito così perché sono in uno stato di miseria”. E. N., 51enne di San Severino, lo ha detto oggi pomeriggio al giudice Domenico Potetti, durante la convalida dell’arresto che si è svolta nel carcere di Camerino. Padre di 5 figli, l’uomo ha una borsa lavoro in un ente che gli consente di guadagnare pochi euro al mese. E così il 51enne giovedì scorso ha deciso di mettere a segno una rapina. Il primo obiettivo, fallito, era il supermarket Villa Shop di Passo di Treia. Andato a male quel colpo, 50 minuti dopo ne ha tentato un secondo a Macerata, alla Maxi Coal del rione Marche. Lì ha rapinato 350 euro. In entrambe le rapine l’uomo ha agito impugnando un cutter di colore giallo e nero. Nel corso delle indagini è emerso che il cutter usato dal rapinatore non aveva nemmeno la lama. Il Gip, viste le carte, ha detto che quella del 51enne è stata “un’azione maldestra determinata da uno stato di disperazione personale ed economica”. Dopo aver convalidato l’arresto, il giudice ha deciso di far uscire dal carcere il 51enne ritenendo sufficiente la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’uomo era finito in manette giovedì, preso dai carabinieri che avevano messo in atto il piano antirapina subito dopo il colpo che il 51enne aveva tentato a Passo di Treia. E. N. è assistito dall’avvocato Laura Antonelli.
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speriamo che adesso venga seguito e aiutato da qualcuno prima che sia per la disperazione che per la vergogna non faccia un gesto inconsulto.
… e pensare che alle strutture di accoglienza profughi vanno molti euro (di piu se minori) al giorno per ogni profugo … e poi ci sono famiglie disperate che debbono sopravvivere con con una borsa lavoro… che tristezza.
…con questo non giustifico certo il fatto
Il gesto è ovviamente da condannare.
Sono però rattristato dallo stato di bisogno del protagonista e SCHIFATO dai politicanti che non riescono a garantire dignità e sopravvivenza ai cittadini italiani in difficoltà.
E magari sarà pure,in fondo,una brava persona.La disperazione,il venir meno della speranza,è figlia dell’INDIFFERENZA generale,in particolare di chi riveste ruoli sociali di qualche rilievo,e quì vanno cercate le colpe vere.Non si abbandona a se stesso un padre di cinque figli senza mezzi sufficenti.Non conosco la persona ma spero gli vengano riconosciute tutte le attenuanti. consentite dalle leggi dello Stato.Giovanni Bonfili.
Dategli un lavoro e si risolve il problema. Solo dando lavoro ai disoccupati (e soprattutto non licenziando) avremo un Italia migliore.