di Marco Ricci
Dopo il nulla di fatto di mercoledì scorso, quando né Giuliano Bianchi né Nando Ottavi – i due contendenti alla presidenza della Camera di Commercio – hanno ottenuto la maggioranza dei due terzi del consiglio necessari per l’elezione (leggi l’articolo), martedì si assisterà al secondo round che sarà probabilmente l’ultimo. Altre due votazioni, con il quorum abbassato al 50 per cento più uno dei consiglieri – e dunque a quindici voti – dopo di che, se nessuno dovesse farcela, il commissariamenro dell’Ente. Giuliano Bianchi potrebbe però avere i numeri per ottenere il quarto mandato se martedì gli verranno confermati i quindici voti su ventotto necessari per essere eletto. Nando Ottavi, fermo a dieci preferenze, dovrebbe avere dalla sua i tre astenuti, lasciando immaginare un quindici a tredici. Il risultato si gioca però sul filo di un voto. Considerando come le due votazioni a quorum di due terzi fossero più che altro interlocutorie e venate da un certo tatticismo, non è escluso che vi possano essere soprese, con il rischio di arrivare magari a una parità.
Al di là dei nomi noti dei due contendenti – con Bianchi appoggiato da Confartigianato (6 voti), Cna (5), Coldiretti (2) e Confesercenti (1) e Ottavi da Confindustria (5 voti) e Confcommercio (3) – poco si è detto dei programmi, mentre il clima di divisione in certi momenti è sfociato in vero e proprio scontro. Vediamo allora brevemente le storie di Bianchi e Ottavi e quali linee guida si prefiggono per la gestione della Camera di Commercio. Un ente questo per cui, visti i cambiamenti legislativi in atto, non è facile immaginarne il futuro. Le riforme Renzi dovrebbe vederne ridotte di quattro milioni di euro su otto le risorse, tagli drastici che non sono piaciuti né a Giuliani Bianchi, fortemente critico su questo punto con il Governo, né a Nando Ottavi che ha parlato di una riforma che lascia in vita le Camere di Commercio togliendo allo stesso tempo i fondi per operare.
NANDO OTTAVI (Confindustria) – Nato nel 1946 a Cessapalombo, partito come apprendista nel 1962 e successivamente responsabile per lo sviluppo tecnico alla “Simonelli Orlando”, dal 1981 Nando Ottavi è presidente e amministratore delegato della “Nuova Simonelli, la società attiva nella costruzione e commercializzazione di macchine per caffè e che vanta un fatturato annuo di circa 30 milioni di euro, di cui l’ottanta per cento proveniente dall’esportazione. Presidente di Confindustria Macerata dal 2006 al 2009, già presidente della Comunità del Parco dei Monti Sibillini e del parco dei Monti Azzurri, Ottavi è ad oggi presidente di Confindustria Marche. Sindaco per dieci anni del comune di Cessapalombo, Ottavi è stato recentemente consigliere e vice presidente di Confidi Macerata e membro del Cda della Banca della Provincia di Macerata.
GIULIANO BIANCHI (Confartigianato) – Classe 1954, Laurea in Economia e Commercio, Giuliano Bianchi è presidente della Camera di Commercio e componente del Cda della Ex.It. dal 1999 ad oggi. Segretario provinciale della Confartigianato Macerata dal 1990, di cui era stato funzionario per i precedenti dieci anni, Giuliano Bianchi è stato anche presidente di Unioncamere Mache e per quattro anni componente del Comitato Esecutivo di Banca Marche dove, dal 1994 al 2013, ha ricoperto il ruolo di componente del Cda. Già Vicepresidente del Mediocredito Fondiario e alla fine degli anni ottanta consigliere di amministrazione di Easaleasing, Bianchi ha diretto per qualche tempo l’Ufficio Economico della Federazione Industriale delle Marche ed è stato funzionario dell’Ufficio Studi Economici della società Merloni Finanziaria SpA.
IL PROGRAMMA DI OTTAVI – Cambiamento è la parola d’ordine di Nando Ottavi e di Confindustria. “I drammatici cambiamenti cui stiamo assistendo – si legge nel programma – ci impongono uno spirito nuovo ed uno sforzo eccezionale per bloccare il declino dell’economia della nostra provincia e per fondare le premesse della ripresa e dello sviluppo futuro. I cittadini e le aziende attendono innovazioni coraggiose, idee ed iniziative capaci di rimettere in moto l’economia del Paese.” Ottavi e Confindustria, davanti alla crisi occupazionale ed economica, invocano un cambio di passo accompagnato dalla collegialità e dal confronto, “archiviando la logica dell’agire come corpi separati”. In quanto interfaccia con le associazioni di categoria, la Camera di Commercio dovrebbe diventare “lo snodo strategico per intercettare le risorse locali e comunitarie” volte alla crescita e all’internalizzazione delle Pmi. Valorizzando il “fare impresa” rispetto al “fare finanza”, Ottavi intenderebbe promuovere una nuova educazione all’imprenditorialità per rivalutare il ruolo del lavoro e della manifattura di cui ne sarebbero come strumenti di rilancio la lotta alla contraffazione accompagnata da innovazione, ricerca e formazione continua. Poi turismo, cultura, agricoltura di qualità e servizi.
Vedendo nell’export e nell’internalizzazione la principale leva per la ripresa economica , il programma di Confindustria vorrebbe un rafforzamento della collaborazione della Camera di Commercio di Macerata e dalla Exit con gli altri enti camerali, con la Regione Marche e con l’Ice (Istituto per il Commercio con l’Estero), attraverso una “cabina di regia” che possa evitare duplicazioni, oltre a “percorsi articolati che debbono iniziare dalla formazione e dall’affiancamento in azienda, per proseguire con individuazione delle potenzialità, l’analisi del mercato, la ricerca di possibili partners e il web marketing”. Previsti inoltre voucher e incentivi a fondo perduto per l’aggregazione delle piccole e piccolissime imprese.
Migliore regolazione della grande distribuzione a favore dell’iniziativa locale, dei prodotti locali, delle botteghe, della vivibilità e della valorizzazione dei centri storici, la ripresa del commercio passa secondo Ottavi per la rivisitazione di quel principio di liberalizzazione “che ben poco ha giovato alle imprese locali”, puntando su una maggiore funzione del ruolo del consumatore, visto come soggetto critico e attivo in grado di valorizzare e apprezzare le produzioni locali di qualità. Inoltre professionalizzazione degli operatori del sistema agroalimentare anche nei campi dell’innovazione, della commercializzazione e dell’internazionalizzazione.
Ottavi infine punta all’accelerazione della realizzazione delle infrastrutture in corso, sia viarie che digitali, con la richiesta alla camera di commercio di un preciso impegno per sviluppare il commercio in rete ed il web marketing, “una grandissima occasione scarsamente sfruttata”, dunque unificazione dei sistemi informatici dei servizi on-line delle camere regionali per ottimizzare e liberare risorse. Per quanto riguarda il credito, ampliare attraverso un apposito fondo la capacità dei Confidi selezionando inoltre i progetti meritevoli dalle situazioni senza uscita. Dunque incentivi alle start-up (prestiti d’onore e crowdfunding) “con l’obiettivo di immettere nel circuito economico e produttivo competenze giovani e idee nuove.” Attenzione decisa, infine, verso i fondi strutturali europei 2014-2020, con le categorie ed il mondo della cooperazione.
IL PROGRAMMA DI BIANCHI – Continuità con il percorso già tracciato, di cui Giuliano Bianchi ne rivendica la bontà e i risultati, oltre al riconoscimento all’ente camerale di aver anticipato temi solo oggi messi dagli altri attori all’ordine del giorno. Sviluppo del turismo, Fondo Regionale di Garanzia per l’accesso al credito, potenziamento delle ExIt, impegno per l’innovazione realizzato tramite il potenziamento della Materioteca per la sperimentazione di nuovi materiali e nuove tecnologie It, questi alcuni degli obbiettivi che Bianchi rivendica agli anni della sua presidenza della Camera di Commercio di Macerata, con “un ente che ha saputo evolversi e cogliere il cambiamenteo che il mondo delle imprese ha richiesto“. Il presidente uscente, inoltre, sottolinea i livelli raggiunti dall’ente maceratese e migliore rispetto alle altre camere marchigiane, anche grazie agli “importanti miglioramenti dei costi complessivi e del personale”, miglioramenti che dovranno essere perseguiti anche per il futuro.
E venendo così proprio ai prossimi anni, il programma di Bianchi – sulla base del lavoro già svolto – prevede un Piano Strategico per la valorizzazione delle aree interne in grado di ottenere finanziamenti nazionali e internazionali per potenziare l’agricoltura e l’artigianato di qualità delle aree montuose, una valorizzazione che passa per il turismo sostenibile, la ricettività, l’enogastronomia, il paesaggio e il territorio, i beni culturali e ambientali, il ruolo dell’Università.
Alfabetizzazione informatica delle imprese, questo un altro campo in cui la Camera di Commercio, secondo Bianchi, dovrebbe impegnarsi ancora per incentivare l’utilizzo, anche a fine comunicativo, delle tecnologie informatiche nelle aziende, utili anche per la commercializzazione dei prodotti. Una commercializzazione che deve aprirsi alle collaborazioni nazionali e internazionali, valorizzando allo stesso tempo la qualità e il valore aggiunto dei prodotti maceratese, “a reale tutela delle imprese e dell’occupazione locale”. Dunque un richiamo, dopo un accenno polemico al passato, “ai giochi politici” e “all’insulsaggine di taluni consiglieri”, davanti alla necessità di realizzare un incubatore per le start-up innovative, in collaborazione con i centri di ricerca e le Università. A questo proposito Bianchi mira alla realizzazione di uno strumento che possa raccordare necessità della produzione e i luoghi di studio e ricerca.
In conclusione, Bianchi ricorda i richiami “fino alla noia” agli imprenditori per inserire nelle aziende diplomati e laureati, un tema su cui la Camera di Commercio ha profuso un intervento “oneroso” con il contributo alle aziende del territorio di 20.000 euro per laureato assunto a tempo indeterminato. Un impegno questo che si vorrebbe rimodulare e rilanciare, per avere aziende capaci di resistere sui mercati internazionali. “Le Università producono giovani capaci di farsi apprezzare all’estero, noi dobbiamo convincere i nostri imprenditori a fare questa scommessa sui giovani”.
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Cambiare! Se non ora quando?
Dott. Bianchi, ma soprattutto ai signori che appoggiano tale candidato, volete almeno ora, mettere da parte le logiche di partito, di potere, di interessi (di pochi) e fare qualcosa solo ed in primo luogo per le Imprese? Le Imprese (fatte di persone non scordatelo), soffrono e non sono contente né della gestione, né dei servizi “offerti” ,dalla Camera di Commercio nel lungo, lunghissimo periodo di presidenza Bianchi. Dott. Bianchi, ma soprattutto ai signori che appoggiano tale candidato, volete almeno ora, ASCOLTARE la volontà, la NECESSITA’ di cambiamento -rapido e a favore dello sviluppo- che le Imprese ancora sopravvisute, chiedono? La Camera di Commercio , chi la governa, ha anche l’OBBLIGO morale (se ancora è vivo in voi tale significato), di ascoltare e decidere seguendo “il pensiero” delle Imprese. E’ paradossale, offensivo, che la Camera di Commercio realizzi utili per sé ed invece le Imprese che ne creano la linfa vitale, muoiano. E’ il momento di cambiare, è il momento di essere RESPONSABILI.
Penso che anche un bambino si accorgerebbe, senza entrare nel merito della discussione politica, di almeno un paio di amenità:
– Il numero dei votanti pari a 28! Quindi si può pareggiare 14 a 14. Non esiste, se non in un ambiente votato all’inciucio, un tale cretinata.
– I rappresentanti del potere artigiano 11 contro i 5 degli industriali, i 4 dei commercianti e i 2 degli agricoltori. Va bene che le Marche sono una regione votata all’attività artigiana, ma la Camera di Commercio si chiama così con l’aggiunta dell’Industria, dell’Artigianato e dell’Agricoltura (i contadì sempre per ultimi) e tutti dovrebbero essere parimenti rappresentati, sennò vince sempre UNO (guarda caso).
Nella ristrutturazione di CASA ITALIA, la Camera di Commercio, deve essere smantellata, deve diventare una CUCINA dove la parola d’ordine è LAVORO e SOSTENTAMENTO.
La cosa che mi sorprende,in verita’ non piu’ di tanto,è come possono gli elettori del PD sopportare che Bianchi venga riconfermato alla carica presidente della CCIA.Tutti sanno che la CNA,di sinistra,votera’ per lui.Sono contenti gli artigiani di CNA che non hanno accesso al credito,soprattutto per le note vicende di Banca Marche,di cui Bianchi era membro del comitato esecutivo dal 2006 al 2012, e comunque membro del cda per oltre 15 anni,sapere che la loro organizzazione è sodale con lui?Non credo!Basta ricordarsi di queste vicende al momento di votare e sono sicuro che molti se ne ricorderanno, io per primo.
E i commercianti del centro storico li vogliamo sostenere ??? Oppure pensate che questi signori non meritino la Vostra attenzione ?!
Non avrei voluto intervenire, perché mi sono annoiato anche di me stesso. Tuttavia, siccome l’argomento riguarda tutti – le CCIAA incamerano denari delle imprese e dei cittadinii -, ribadisco la mia idea:
1. in 25 anni di lavoro e di contatti più o meno sporadici con società promananti dalla Camera di Commercio non ho conosciuto una piccola azienda o meglio una Start-Up che sia riuscita ad affermarsi o a farsi strada con il contributo determinante di queste società che dovrebbero aiutare le imprese, specialmente piccole, nei processi di crescita. Diciamo che questo non è successo a causa dei demeriti dell’imprenditore…. mettiamola così, oppure casi di successo mi sono sfuggiti.
2. lo scopo fondamentale di questi enti e delle società loro figlie è quello di intercettare fondi pubblici in genere da veicolare attraverso le associazioni di categoria;
3 questi fondi, spesso, o sono distribuiti a pioggia oppure sulla base di criteri imperscrutabili;
4. le persone che operano all’interno di queste società sono, secondo la mia modesta opinione, inadeguate e prive di profili professionali necessari allo scopo. Riguardo i metodi di reclutamento ho le mie idee, ma non avendo prove effettive non posso dire niente.
5. Le Camere di Commercio, secondo me, dovrebbero essere finanziate solo da associazioni imprenditoriali/economiche (artigiani, confindustria, confcommericio…. toh ci metto anche i sindacati), ma non dovrebbero toccare una centesimo del Pubblico Erario.
Quel che chiede Ottavi è il semplice buonsenso di un imprenditore. Quel che promette Bianchi la solita aria fritta condita di slogan e parole chiave tratte dal manuale del perfetto politichese. L’ente continuerà ad essere il peso allo sviluppo che è stato in questi anni.
non vorrei entrare nel merito dei programmi perchè alla fine sono parole che hanno un valore solo se vengono realizzate le cose . Voglio solo evidenziare una questione:
ma com’è possibile che GATTARI, RAMADORI, LIGLIANI, MICUCCI, PASSACANTANDO, ORAZI che conoscono bene Bianchi , la sua presenza trentennale in Camera di Commercio, nonchè, a dir poco, la sua dicutibile capacità ad amministrare Banca delle Marche e tutto ciò che ne è derivato alla nostra comunità, possano dargli il proprio voto per eleggerlo presidente????
VERGOGNA ! VERGOGNA! VERGOGNA !
Bianchi finiscila con la tiritera su quello che hai fatto, in qualsiasi altro paese basterebbe e avanzerebbe il gran lavoro fatto in Banca Marche. Da tempo vivresti del tuo lavoro e non del nostro. Guarda che campare con 3.000 euro al mese ( come ti toccherebbe fare con la sola presidenza della TUA associazione) sarebbe un sogno per il 90% degli italiani, percio’ di che hai paura? di far brutta figura con i parenti? Personalmente mi vergognerei di piu a essere rieletto in questo modo, ma evidentemente non siamo cresciuti nello stesso modo.
Ortenzi fa il nome di Orazi, ma io non credo che un consigliere del PD voterebbe mai Bianchi! 🙂
purtroppo Bianchi verra’ riconfermato con il voto di tutti gli esponenti del PD
I soliti inciuci di coloro che sono sempre pronti ed attenti a salire sul carrozzone dove c’è qualcosa da “spartire”.Gli agricoltori(vedi Costa), gli artigiani (vedi Bianchi) gli artigiani di sinistra, che sicuramente avranno qualcosa di ritorno, ed altri che, pur manifestando pubblicamente inviti al rinnovamento, non si sono sottratti alla logica dello “status quo”, chissà perché????.Ma Bianchi, Costa, ed il volatilizzato “little fox”, alias Dott. Cav. Mario Volpini fautore del disastro in Casa Confcommercio, non sono quelli che “ben seduti” nelle comode poltrone del Consiglio di Amministrazione di Banca delle Marche (Bianchi anche nel Comitato Esecutivo) hanno contribuito, con la loro eccelsa “competenza” ed acuta attenzione,al massacro dell’Istituto di credito?????????AUGURI CAMERA DI COMMERCIO. Ma siccome il tempo è galantuomo, e non ci sia lungo l’aspettare, presto avremo buone notizie da Bankitakia e dalla Procura di Ancona.