Mancato ripascimento,
Ubaldi: “Inutili le vie legali”

PORTO RECANATI - La lezione dell'ex sindaco alla Montali che nell'incontro con i balneari di venerdì scorso aveva annunciato di volersi rivolgere al prefetto: " Deve usare il buon senso, se poi questo non fosse possibile, allora c'è la polizza fideiussoria da attivare"

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spiaggia pto recanati

Il tratto di spiaggia in  cui dovevano partire i lavori

Rosalba Ubaldi, capogruppo di “Grande Futuro per Porto Recanati” interviene sulla questione del mancato avvio dei lavori per il ripascimento della zona sud del lungomare che, settimana scorsa, era stato alla base dell’incontro tra la sindaco Sabrina Montali e i balneari (leggi l’articolo)

«In merito al mancato avvio dei lavori nella zona sud, esprimo il mio rammarico perché un intervento tanto atteso ancora non ha  visto la luce a pochi giorni dalla fine del mese di giugno. Quando la mattina del 26 maggio, a meno di due ore dal conoscere il risultato elettorale, ho partecipato all’ennesima conferenza dei servizi alla regione Marche, nulla lasciava presagire problemi che potessero bloccare l’inizio dei lavori. Il materiale necessario per quanto realizzabile nella fase pre-estiva era stato trovato e confermato dal fornitore, la ditta era disponibile ad iniziare subito non appena superati alcuni problemi particolari relativi alla pesa e ad alcune prescrizioni del bando, dietro autorizzazione del Comune e della direzione dei lavori che è affidata alla Regione Marche e nel limite di quanto possibile.  Solo successivamente si sarebbero intraprese altre azioni miranti a reperire il materiale da posizionare nei letti dei fiumi Chienti e Potenza, come possibile anche per la recente legislazione regionale in materia. Contemporaneamente si sarebbe attesa la variante al Piano di Difesa del litorale, promesso dalla Regione per ottobre prossimo. Ma per attuare qualsiasi variazione a quanto previsto nel bando erano necessari tempi ed azioni a quella data non possibili. Allo stato – e questo è quello che ho ripetuto chiaramente alla ditta aggiudicatrice – l’intervento almeno iniziale e ultranecessario per poter svolgere dignitosamente la stagione imminente, era – e non poteva essere altro – quello previsto dal bando. E la ditta che avrebbe sottoscritto il contratto a giorni, era assolutamente disponibile in tal senso.

Rosalba Ubaldi

Rosalba Ubaldi, capogruppo di “Grande Futuro per Porto Recanati”

Oggi leggo e conosco quello che è successo dopo, dalla stampa e dalle note dei diretti interessati.  Non ho ovviamente elementi diretti assolvendo – come sempre fatto – per intero il mio ruolo e lasciando a chi ha il compito istituzionale per farlo, di portare a compimento quanto programmato. Ma da quanto leggo, non condivido le intenzioni del sindaco di rivolgersi al prefetto (motivo?). Non riesco a vedere quale sia il possibile coinvolgimento del massimo rappresentante del governo in una situazione simile. Non ho interessato io la prefettura quando c’erano problemi di ordine pubblico legati proprio a quella zona ed a me in particolare che rappresentavo le istituzioni, soprattutto quelle più vicine; non l’ho fatto allora figuriamoci oggi che vedo tutti gli operatori tranquilli anche se forse un po’ delusi che accettano anche qualche scatto di nervi da parte del primo cittadino senza fiatare.  E non condivido neanche la minaccia o l’intenzione di adire le vie legali. Primo perché un sindaco non deve essere un avvocato che risolve tutto per vie legali (tra l’altro lunghe, farraginose e costose e per nulla certe nell’esito)  ma deve usare il buon senso e quello è l’unico mezzo per ottenere il coinvolgimento diretto ma concreto e leale dei vari attori. Se poi questo non  fosse possibile o esperibile, allora c’è la polizza fideiussoria da attivare. A cosa servono le vie legali soprattutto in questa fase se non ad irrigidire le posizioni singole?  Magari bisogna incontrarsi, assumersi le necessarie responsabilità e cercare di portare a casa il risultato. A mio parere questo va fatto, in attesa della variante e della eventuale possibilità di modifica dell’intervento previsto o di reperire la materiale dai fiumi.  Liberare il cantiere (oggi appare oltre al danno una beffa) dopo aver posizionato il possibile deve essere l’obiettivo da perseguire, magari allungando di una settimana il tempo di posa previsto preliminarmente».



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