Luca Affede e Giovanni Rita con i due compagni di viaggio Giacomo e Lorenzo accolti a Aksai da colleghi ed amici
di Claudio Ricci
9700 kilometri per un sorriso. Luca Affede, maceratese di 33 anni e Giovanni Rita recanatese di 50 anni, in compagnia dei due colleghi Giacomo Tognoli di Brescia e Lorenzo Montanaro, di Parma sono partiti alla volta del Kazakistan il 15 giugno scorso per raggiungere Aksay, località dove i 4 lavorano. Una storia non proprio ordinaria, in cui i centauri, in sella alle loro motociclette attrezzate per tragitti impossibili, hanno già percorso, per il viaggio di andata, 4340 chilometri in sei tappe, attraversando Slovacchia, Romania, Polonia, Bielorussia e Russia per poi arrivare sabato scorso al main building della Karachaganak Petroleum Operating (Kpo), la società di estrazione del gas per cui lavorano, dove un’ accoglienza molto calorosa gli è stata riservata da colleghi ed amici. Un entusiasmo dovuto sia alla felice conclusione di un tragitto arduo ma soprattutto al senso che i 4 bikers hanno voluto attribuire al loro viaggio. Il progetto Caucaso 2014, che si concretizza nel blog dedicato, in cui i viaggiatori hanno voluto raccontare la propria esperienza attraverso foto e commenti giornalieri, è in realtà un progetto di beneficenza on line che ha già raccolto per la prima metà del viaggio (il percorso di andata) ben 45.000 dollari. Una cifra più che sostanziosa che i temerari centauri devolveranno all’orfanotrofio, alla scuola e all’ ospedale per bambini del posto. La sfida fu lanciata all’inizio di giugno, quando Luca e compagni decisero di intraprendere il viaggio rinunciando al rimborso spese del trasferimento pagato generalmente dalla società, per donarlo agli istituti di Aksai. «Abbiamo deciso di unire alla passione per il viaggio e la moto, un progetto umanitario: noi sosterremo le nostre spese di viaggio e le nostre società doneranno i soldi dei biglietti aerei ad un orfanotrofio locale – scrive in una nota lo stesso Luca – Inoltre abbiamo istituito una raccolta fondi tra tutti i colleghi e le persone private che vogliano contribuire a questo buon fine. Il progetto e’ ancora allo stato iniziale quindi ancora non sappiamo se saremo in grado di raccogliere dei fondi in Italia».
Dopo i sei giorni di viaggio che si sono conclusi sabato con un cerimonia a cui hanno preso parte, oltre che i vertici societari anche autorità locali e numerosi fan che hanno abbrracciato l’iniziativa strada facendo, seguiranno quattro settimane di turno lavorativo all’estrazione del gas. Luca, assunto nel 2004, è un fanghista, vale dire un soprintendente alla qualità dei materiali di raffredamento delle trivelle. Un lavoro di fondamentale importanza acchè durante le operazioni di scavo non si raggiungano temperature pericolose sia per la sicurezza che per il buon funzionamento dei macchinari. Insomma un cervello “in moto”, più che in fuga, che ha saputo coniugare talento nel lavoro,per una società italiana (del gruppo fa parte anche Eni), alla passione per le due ruote rendendo il connubo unico, perchè la meta è il prossimo. Nel frattempo chiunque volesse documentarsi sull’avventura dei quattro benefattori e contribuire all’iniziativa può visitare il blog di Caucasus 2014, all’indirizzo http://caucasus2014.blogspot.com/ .
Casco di nuovo in testa per la ripartenza il 20 luglio, con arrivo previsto a Macerata il 29. Altri 5360 km da percorrere, questa volta passando per la Turchia per completare l’impresa e aggiungere Luca e Giovanni alla lista dei viaggiatori maceratesi illuminati dall’idea di un mondo migliore, da percorrere anche solo per portare un sorriso.
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