L’odissea del ripascimento
L’impresa non rispetta i tempi
Montali: ” Rischiate grosso”

PORTO RECANATI - I lavori, appaltati alla ditta Dicearco di Messina, dovevano iniziare ieri. Ma i camion non si sono presentati. L'ingegnere della ditta Galia: "Ci hanno mandato l’ordinanza di inizio lavori alle 11 e 50 di lunedì 16. A questo punto abbiamo bisogno di una deroga"

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Il tratto di costa interessato dall’intervento di ripascimento più immediato si stende per circa 550 metri

 

di Alessandro Trevisani

Non c’è pace per il Lido delle Nazioni. La spiaggia, ridotta al lumicino dalle disastrose mareggiate che da anni spazzano la zona sud di Porto Recanati, rimane ancora a bocca asciutta: niente sabbia, perché il ripascimento, che nelle intenzioni del Comune doveva partire il 10 maggio, è in completo stallo. I lavori, appaltati alla ditta Dicearco di Messina, dovevano iniziare ieri. Ma i camion non si sono presentati. “Fin dalle 7 eravamo ad aspettare nel luogo della pesa – dice il direttore dei lavori, l’ingegner Andrea Bartoli della Regione Marche – ma non si è presentato nessuno. L’ingegnere della ditta? Al telefono non risponde alle nostre chiamate”. L’ingegner Salvatore La Galia risponde invece a Cronache, dopo che lunedì la sindaco l’aveva fatto cercare addirittura dai carabinieri, e spiega così le ragioni dell’impasse: “La necessità di creare una rotatoria per i camion ci mette in difficoltà, visto che, prima dello stop estivo, godiamo di una deroga giusto fino al 27 giugno. In più la Regione pretende almeno 20 mila metri cubi entro il 27 giugno: non c’è il tempo materiale per rispettare questi vincoli, è un fatto matematico, tra viaggi, pesa e posa tutti quei camion pieni di sabbia non possono transitare”.
Ma questi vincoli non erano già chiari all’atto della firma? Che problemi sono subentrati? “Ci hanno mandato l’ordinanza di inizio lavori alle 11 e 50 di lunedì 16 – dice La Galia – a questo punto abbiamo bisogno di una deroga a quanto previsto in conferenza dei servizi il 25 maggio: ci si consenta di scaricare il possibile, ma senza darci la responsabilità di un rinascimento eventualmente insufficiente”. Ma, posto che comunque già scorsa settimana si parlava di lunedì come data di inizio dei lavori, un preavviso più tempestivo, poniamo la domenica sera alle 20, avrebbe cambiato qualcosa? “Avremmo iniziato con riserva”, risponde La Galia, impassibile.
Facciamo un passo indietro. Lo scorso 11 giugno la Dicearco firma il contratto con Regione e Comune di Porto Recanati: circa 2 milioni e 200 mila euro per posare 198 mila metri cubi di sabbia entro maggio 2015, nel tratto finale di Porto Recanati, dal confine con Potenza Picena (per intendersi, la livella del camping Pineta) a salire per 400 metri. Che cosa è cambiato, da giovedì in qua? Sostanzialmente la Dicearco teme che un lavoro giudicato incompleto non venga pagato. E obietta che qualcuno se l’è presa comoda, laddove quei 4 giorni in più avrebbero permesso almeno di aprire il cantiere e mettere la rotatoria.

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In conferenza stampa la sindaco Montali è col consigliere delegato alla Difesa della costa, Giuliano Paccamiccio, e i tecnici comunali e regionali

Per chiarire invece la posizione dell’amministrazione il sindaco Sabrina Montali ha convocato una conferenza stampa, cui erano presenti tanto l’ingegner Bartoli che Daniele Re, responsabile dei Lavori Pubblici/Ambiente/Patrimonio del Comune, nonché l’ispettore Giordano Forchielli e il geometra Diego Magnoni della Regione Marche. “Sono subentrata al temine del procedimento, quando ogni difficoltà appariva superata – dice Montali – quindi lascia molto perplessi l’atteggiamento della ditta, che non si è presentata sul posto. Non riusciamo a spiegarci le ragioni: alla conferenza dei servizi del 26 maggio, cui era presente la dottoressa Ubaldi, in quanto io non ero ancora stata proclamata, fu fatta una sospensione per verificare la disponibilità effettiva dei 20 mila metri cubi di materiale. Poi, su questo punto, l’impresa ha dato garanzie, alché l’11 giugno abbiamo firmato e fatto il sopralluogo”.
La ditta messinese, però, avrebbe fatto presente che fisicamente ogni giorno può posare 1400 metri cubi di materiale. Quindi in 10 giorni complessivi di lavoro, sabato e domenica esclusi fino a venerdì 27 giugno, non se la sarebbe sentita di impegnarsi per 20 mila metri cubi. “Ma nulla prescrive che Dicearco deve posare quella quantità, anzi, l’importante è posare il possibile prima che arrivi luglio con lo stop ai lavori, perché siamo già in regime di deroga”, obietta Bartoli, che mostra l’ordinanza da lui firmata lunedì 16. Leggiamo: “Si ordina che inizino sin da domattina (17 giugno, ndr) le operazioni di pesatura e conferimento del maggior quantitativo possibile di materiale entro il termine autorizzato del 27/06/2014”. Commenta Montali: “Questa ulteriore ordinanza dà le più ampie garanzie alla ditta, qualora non bastassero le rassicurazioni verbali sul pagamento”.
Al telefono La Galia è scettico. “Nella sua lettera Bartoli dice che dobbiamo prenderci la responsabilità per un ripascimento fallimentare. Quindi le libertà che ci concede sono illusorie: hai voglia dirci ‘fai quel che vuoi, ma se sbagli paghi’, ci fanno contenti e gabbati! In più il Comune, che dovrebbe fare l’arbitro, invece sta giocando per una squadra, cioè per il direttore dei lavori. Se davvero possiamo fare appena quel che si può fino al 27, allora ci devono scaricare dalla responsabilità dei danni eventuali, semmai il mare si portasse via la poca sabbia posata! Ma allora deve riunirsi la conferenza dei servizi e cambiare i termini di questa consegna parziale. Tra l’altro nel verbale di consegna, che io firmai con riserva, c’era scritto di posare ‘al massimo 25 mila metri cubi’, mentre il 13 giugno mi arriva una mail da Bartoli che scrive ‘non meno di 25 mila’, facendo di nuovo riferimento dal decreto del 25 maggio. Ma a questo punto non ce la facciamo coi tempi”.

 

Rilievi orografici sull'area interessata

Rilievi orografici sull’area interessata

E qui torniamo daccapo: non si poteva avvertire prima, se i tempi per un buon lavoro non ci sono più? “Ognuno fa il suo mestiere – risponde La Galia – sennò l’ordinanza di inizio lavori la dovrei scrivere io! Dopo la consegna noi avevamo il nostro daffare con la stampa dei cartelli e la dichiarazione di inizio cantiere… Fortunatamente per i bagnini la sabbia sta crescendo, perché in questi giorni la porta il maestrale”. Ma per il ripascimento, quello vero, il Comune ha un piano B? “L’impresa andrà incontro a una penale”, dice Bartoli. “Sulla ditta potrebbero essere caricati anche eventuali danni alle infrastrutture”, aggiunge la sindaco. “Incredibile, qui c’è una scarsa conoscenza del settore – commenta al telefono La Galia – la penale scatta a maggio 2015 se non finiamo la posa dei 198 mila metri cubi, e giammai prima di allora!”.
Intanto c’è una stagione a repentaglio: gli operatori balneari hanno contestato i cartelli di divieto di balneazione, che non specificano la ragione del provvedimento e potrebbero spaventare i bagnanti. “Beh, se passassero i camion il perché lo capirebbe facilmente chiunque”, risponde flemmatico Re. Quindi, a questo punto, che fare? “Intanto aspettiamo”, dice la sindaco. Altro non è possibile, visto che al 27, prima del fermo ai lavori imposto dalla legge, non si può certo mettere in campo un’altra ditta. “Aspetto anch’io di poter cominciare senza rischi per la mia ditta – replica La Galia – sono qui da 10 giorni e sto pagando i camion”.
Intanto lo chalet Mauro, sbattuto dai marosi fino allo scorso aprile, seguita a lavorare nonostante il mare gli abbia scoperto le “gambe”: i piloni che reggono la struttura sono tutt’ora scoperti, e soltanto un quantitativo tra i 20 e i 25 mila metri cubi potrà produrre quella crescita di 15 metri di spiaggia che tutelerebbe in modo stabile (fino alla ripresa dei lavori in autunno) lo chalet. “Va da sé che se non parte il ripascimento le Ferrovie dello Stato continueranno a posare la scogliera radente che protegge le rotaie”, commenta Montali. Il che rimette in pericolo il po’ di spiaggia che resta, perché alla prossima mareggiata le onde sbatteranno su altra roccia, riportandosi via la sabbia smossa dall’urto. “Fateci solo sapere di che morte dobbiamo morire”, dice Mauro Antognini dello chalet Mauro. L’odissea del Lido delle Nazioni è appena ricominciata.

I tecnici della Regione Marche discutono con gli operatori perplessi e quasi scoraggiati dai continui rinvii

I tecnici della Regione Marche discutono con gli operatori perplessi e quasi scoraggiati dai continui rinvii

Sulla spiaggia interessata dall'intervento appena una settimana fa era possibile balneare. Ora ci sono i cartelli di divieto

Sulla spiaggia interessata dall’intervento appena una settimana fa era possibile balneare. Ora ci sono i cartelli di divieto



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