La campagna ovattata di Porto Recanati,
il resort sul Burchio e il nuovo porto

La reazione del territorio alle iniziative e la lottizzazione che ha avuto un ruolo centrale nelle amministrative

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ubaldi montali poeta

di Alessandro Trevisani

Benedetto territorio. Quello fisico, per sua natura, è immobile davanti ai nostri occhi, a meno di cataclismi o interventi dell’uomo. Quello politico riempie la bocca di ogni politico nazionale – generalmente incluso nell’endiadi “attenzione al territorio” – e per la nostra provincia, a queste Comunali 2014, coinvolge gli elettori dei 43 comuni (su 57 totali) che vanno al voto domenica. Ecco, questa seconda accezione di “territorio” sarebbe quella in perenne movimento, almeno fino alla fotografia che, dopo un mese di caccia al voto, scatteranno le urne martedì prossimo, a spogli conclusi.
Eppure, mai come quest’anno, la campagna elettorale a Porto Recanati è stata fiacca, o, per dirlo meglio con una gergalità nostrana, “moscia”. Un’immagine su tutte: giovedì sera, all’incontro con Giammario Poeta in piazza Brancondi, c’erano circa 30 persone, inclusi i 16 candidati della lista Cinque Stelle e i loro più stretti amici e attivisti. Tutt’intorno qualche passante, in bici o nel mezzo del footing serale, si fermava un minuto per la curiosità. Per il resto c’erano due simpatizzanti su una panchina, e parliamo del secondo partito nazionale alle politiche 2013, con circa 8 milioni di voti alla Camera. Essì che Poeta aveva scaldato il suo seguito, che parte comunque dal 33% preso in città l’anno scorso, con queste parole: “Se entreremo a Palazzo Volpini apriremo tutti i cassetti”, mentre Maurizio Castellani confermava alla stampa: “Ci ridurremo del 40% l’indennità mensile per gli eventuali assessori, e rinunceremo al gettone per i consiglieri”.
Lista NPP, candidata sindaco Sabrina Montali: qui la pacatezza l’ha fatta da padrona, stante la necessità, magari, di contemperare le istanze di un elettorato molto variegato. “Siamo stanchi del modo di agire e comunicare di Rosalba Ubaldi – dice ai nostri taccuini Giuseppe Ridolfi – Sabrina Montali è una persona seria, che senza progetti faraonici potrebbe dare il giusto imprinting alla nuova Porto Recanati”. Una benedizione che proviene da un pezzo importante del centrodestra, ma anche dalla Destra di Anna Rombini.
Ma la qualifica di candidata “moderata” (stante il suo passato in una civica che appoggiava il Pdl) e un po’ timida in pubblico Sabrina Montali se l’è scrollata di dosso giovedì sera, incontrando il quartiere Montarice: “Il nostro è un programma forte – ha detto – non facciamo false promesse, non apriamo il libro dei sogni e non promettiamo lavoro. La nostra vittoria è legata a un risveglio delle coscienze: dobbiamo avere tutti insieme il coraggio di abbattere un blocco di potere forte, ridando fiato e fiducia alla città. Oggi vige una politica di rapporti personali tra sindaco e cittadino: sono stati svuotati di valore i rapporti tra politica e cittadino”. E ancora: “La Ubaldi non è una donna forte – ha incalzato l’avvocata – perché la sua politica ha distrutto il territorio per gli interessi di pochi”. Ed ecco tornare la parola magica e cruciale insieme, territorio, in una campagna elettorale in cui l’hanno fatta da padroni le tematiche legate al resort 6 stelle del Burchio e al porto-ridosso già promesso nel 2009 dalla lista Nuovi Orizzonti di Rosalba Ubaldi.
La sindaco ha affrontato le due questioni in palestra Diaz, la scorsa domenica, prendendole di petto alla sua maniera, e portando il vessillo dello sviluppo per la città. Sul Burchio: “Oggi soldi da spendere, nel mondo, ce li hanno popoli come i russi e gli indiani, e vogliono strutture che rispondono alle loro esigenze. Siamo pieni intorno a noi di outlet con prodotti pregiati, fortemente ambiti da questi turisti, quindi chi frequenterà il resort porterà la ricchezza a tutto il circondario. Non credete a chi parla di “no” che arrivano dalla sovrintendenza, noi staremo nei limiti di costruzione oltre 150 metri dal fiume, riporteremo al centro di quel paesaggio la chiesetta del Burchio, e al posto di quelle 7-8 piante cadute nei giorni scorsi per fare il marciapiedi metteremo 80 tigli”. E ancora: “Chi continua a biasimare quest’opera fa la figura di quello che si toglie via ‘qualcosa’ per fare dispetto alla moglie. Per tutto questo noi abbiamo detto di sì al resort, e abbiamo chiesto altre opere oltre a quelle contemplate”.
Ubaldi si riferisce al marciapiedi di via Montarice (leggi l’articolo), quindi, ma anche alla sistemazione degli argini del fiume promessa dalla Coneroblu nella zona di Santa Maria in Potenza, al confine sud ovest di Porto Recanati. E qualcuno mormora anche di un possibile interessamento per il ripascimento nella zona di Scossicci, sempre come dono offerto alla città dopo l’accordo di programma raggiunto con la Giunta Ubaldi a dicembre 2013.
Insomma, il territorio si muove poco, a livello di interesse sociale, in questa campagna elettorale, mentre forte è stato il dinamismo degli investitori interessati al territorio in senso fisico. “Amo Potenza Picena, adoro questa terra”, diceva a Cronache, in aprile, l’investitrice Lidya Karmalyuk, che da pochi giorni ha la procura per tutti gli affari della Coneroblu.
La 79enne americana di origine ucraina è stata avvistata nei dintorni di Semprini, alla lottizzazione la Fortezza, il che ha scatenato le ire di Città Futura, la lista che a Potenza Picena appoggia Francesco Cavalieri. “Non abbiamo avuto chiarimenti da nessuno riguardo ai presunti interessi di nuovi investitori nell’area – dice la candidata Maria Grazia Pierluca – dopo il nostro flashmob di domenica scorsa c’è stato un silenzio assordante. Invece da Cavalieri ci saremmo aspettati quantomeno un interessamento. Se nel cantiere dovesse subentrare un altro privato vogliamo che faccia ciò che prevede il PRG, perché temiamo che la nuova convenzione possa essere siglata contemplando appetiti diversi”. Giriamo la domanda a Cavalieri: stante che nel programma di Il Comune che Immagino è previsto un “consumo zero” di suolo, aumenteranno le cubature a Semprini? “Ci regoleremo in base alla qualità del progetto – risponde, alla quinta volta che poniamo la domanda, il 48enne renziano – il fatto è che non conosco i termini della convenzione attuale. Ma ciò che va nell’interesse della salvaguardia del territorio va promosso”. Incontri con la Karmalyuk Cavalieri li ha fatti? “No”, è la risposta del candidato, che immagina un ballottaggio con Franco Senigagliesi del M5S, mentre il terzo concorrente è Francesco Acquaroli per il centrodestra.
Tornando a Porto Recanati la città è stata visitata a sorpresa dagli investitori della Donati Spa, che con altre 3 società hanno vinto il bando pubblico per il progetto di ridosso 2 anni fa (leggi l’articolo). “Società edile molto presente nelle gare pubbliche”, così descrive la compagine romana un articolo de Linkiesta del febbraio 2012, accennando anche a un finanziamento di 60 mila euro all’Udc nel 2008, incluso nel bilancio del partito. Donati rivendica una solidità a prova di bomba, sul piano finanziario, stanti i 3 miliardi di fatturato della Besix, la società belga, “capitana” dell’investimento di Scossicci.
Ma gli elettori come vedono questo attivismo dei privati intorno al territorio del Porto? “Abbiamo costruito dovunque, che problemi ci facciamo per il Burchio?”, dice un simpatizzante del centrosinistra, minacciando un cambio di linea politica. E intorno al centrodestra è frizzante l’aria che circonda il settore degli edili, eccitati all’idea di nuove imminenti realizzazioni. Tutto intorno è un silenzio ovattato, indecifrabile, che potrebbe voler dire il più canonico del “Lassa ndà”, oppure l’imminenza di una tempesta elettorale in cui il territorio, inteso di nuovo nel senso della partecipazione, potrebbe dire “stop” a nuove iniziative di consumo del suolo. Tra 72 ore sapremo com’è andata a finire. Nel territorio e per il territorio.



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