La Camera di Commercio di Macerata ha approvato oggi pomeriggio il bilancio consuntivo 2013, un bilancio che si è chiuso in attivo rispetto alle previsioni di inizio anno per circa 600.000 euro. Un avanzo dovuto principalmente a stime prudenziali fatte dagli organi camerali sui contributi derivanti dalle attività imprenditoriali, stime che si erano mantenute basse dato il difficile momento che sta vivendo l’intera economia provinciale la quale, solo nei primi tre mesi del 2014, ha visto il maceratese perdere circa 450 aziende. I contributi delle imprese, maggiori di quanto previsto, ed altre poste di bilancio hanno così contribuito ad un attivo 2013 che, su proposta della Giunta Camerale, il consiglio ha immediatamente dirottato sul bilancio 2014 per ampliare il Fondo Regionale di Garanzia, quel fondo che consente alle imprese – in particolare alle più piccole – l’accesso al credito, alleviando inoltre anche i rischi che si assumono le cooperative di garanzia (confidi).
La scelta della Camera di Commercio segue a distanza di pochi giorni una simile iniziativa intrapresa dalla Provincia di Macerata la quale, pur nel risicatissimo bilancio preventivo del 2014, ha destinato allo stesso fondo ulteriori 100.000 euro (leggi l’articolo). Le quote versate dai due enti avranno un importante effetto moltiplicativo, poiché il cinquanta per cento delle risorse che la Regione Marche destina per la facilitazione del credito viene distribuito sul territorio regionale in modo proporzionale a quanto versato dalle singole province. E per il maceratese, fino a metà febbraio, la quota residua nel fondo regionale non superava gli 80.000 euro. L’accesso al credito è uno dei problemi maggiori che attanaglia in questo momento le imprese, non solo per il progressivo deteriorarsi dei portafogli delle banche ma anche per l’incertezza degli operatori finanziari nel concedere nuova finanza in un momento particolarmente acuto della crisi in cui le aziende non danno enormi sicurezze di rientro. Un’esigenza, quella del credito, che va oltretutto a scontrarsi con l’abbassamento del valore delle garanzie che le imprese possono offrire agli istituti bancari, considerando come il valore degli immobili si è sensibilmente ridotto negli ultimi anni. Il Fondo Regionale permette al contrario di accrescere le garanzie delle imprese e, in ultima istanza, di accedere ai finanziamenti da parte delle banche.
Dal 2008 ad oggi – anche grazie ai circa 3 milioni di euro stanziati negli anni dalla Camera di Commercio – il fondo di Garanzia (già Fondo di Garanzia delle Marche e Fondo di solidarietà) ha agevolato quell’accesso al credito che in cinque anni è valso alle aziende maceratesi quasi 300 milioni di euro, di cui 148 ottenuti attraverso le garanzie dei confidi e quasi 100 milioni proprio con le garanzie del fondo regionale a cui, nel complesso, sono stati destinati dieci milioni di euro. Una cifra questa che ha visto la provincia di Macerata essere la più virtuosa tra le cinque province marchigiane. La scelta effettuata oggi dalla Camera di Commercio, condivisa da tutto il consiglio, prosegue quindi nella linea di sostegno al credito per le piccole imprese, nel tentativo di lenire gli effetti della crisi e, indirettamente, di salvaguardare il più possibile i posti di lavoro in un momento in cui il tasso di disoccupazione ha raggiunto in Provincia di Macerata un livello impressionante.
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TAVOLA ROTONDA SUL TEMA “BANCHE, CONFIDI E IMPRESE” – Nell’ambito dell’ Assemblea Annuale dei Soci della Cooperativa di Garanzia Pierucci, che si svolgerà mercoledì 30 aprile al ristorante Anton di Recanati, è prevista un’iniziativa pubblica con inizio alle ore 18: una tavola rotonda sul tema del rapporto tra Banche, confidi e imprese e di un possibile nuovo ruolo del prestito garantito. Oggetto di discussione sarà il tema della garanzia, elemento indispensabile per l’accesso al credito da parte delle imprese e/o necessario ammortizzatore per le banche, oltre al quesito se il Confidi sia ancora lo strumento adeguato per il suo rilascio.
A partecipare alla tavola rotonda sono stati invitati i principali istituti di credito con cui la Pierucci opera e gli altri Confidi 107 della Regione Marche, quali Banca Marche, BPA, Bcc di Filottrano, Confidicoop, SRGM – Societa’ Regionale di Garanzia Marche, Fidimpresa e l’Assessore Regionale Sara Giannini. Saranno inoltre presenti consiglieri regionali ed esponenti politici locali.
Coordinatore dell’iniziativa sarà il giornalista Marco Ricci di Cronache Maceratesi.
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Con queste credito le imprese potranno sicuramente ripartire……
Secondo me, questi Enti (tipo appunto la Camera di Commercio), non dovrebbero avere utili di questa portata. Vuol dire che le imprese hanno versato tanti soldi da permettere la copertura di tutte le spese (e sono tante!!), senza offrire validi e innovativi servizi (c’è qualcuno che si è sentito servito, a parte il rilascio del certificato che prova l’iscrizione all’Ente?) e addirittura, dopo tante “scremature”, con un utile di 600.000,00 euro! Piu che ‘ridistribuire” questi soldi alle imprese attraverso meccanismi disarticolati e centri di potere, NON CHIEDETE PIU SOLDI a nessuno che fate il bene di tutti!!
A proposito dei fondi che vengono trasferiti al Fondo Regionale di Garanzia, avevo scritto un pensiero per quei 100.000,00 euro che anche la Provincia di MC ha stanziato e lo riporto pari pari. Se poi il bravissimo Marco Ricci, volesse utilizzare la considerazione che faccio e proporla al tavolo in cui sarà moderatore, potrà essere utile conoscere il pensiero dei protagonisti:
“i 100.000,00 euro che vanno ad incrementare il fondo di garanzia, sono sfruttabili tramite le Cooperative di garanzia, spesso emanazione delle potenti ASSociazioni di Categoria. Il Fondo permette alle Cooperative di garanzia di rischiare molto meno sulle garanzie emesse, MA i compensi richiesti alle aziende che vengono garantite, per il rischio dell’operazione, sono sempre gli stessi ed in costante aumento! Alla fine dei giochi: N O I paghiamo, le A Z I E N D E pagano, la P R O V I N C I A si compiace, I C E N T R I D I P O T E R E si rafforzano e le B A N C H E gongolano.”
Per Furio e Basta: basta pensare che un piccolo imprenditore agricolo ( coltivatore diretto) anche con 1 ettaro di terra paga 140,00 all’anno di tassa senza ricevere nulla in cambio. Faccia lei le considerazioni.
Semplicemente il mio parere. La Camera di Commercio dovrebbe essere unica su tutto il territorio nazionale. La Camera di Commercio dovrebbe produrre tutela, servizi e agevolazioni alle Imprese, non utili, similarmente ad enti no profit. La Camera di Commercio dovrebbe, evidenzio dovrebbe, funzionare in funzione delle Imprese. Perché gli uffici ricevono solo ad orari ed in giorni limitati ? non capisco perché debba essere l’Imprenditore ad adattarsi agli orari della Camera di Commercio e non il contrario. Perché se una Ditta non effettua modifiche al proprio “status”, è costretta comunque ogni anno a versare una tassa? Per conservare delle informazioni digitali, c’è un costo così elevato? Perché se l’Impresa richiede un certificato camerale, deve pagare anche dei diritti di certificazione, quando ad esempio presentando una richiesta di finanziamento in banca, tale ente, non ritiene soddisfacenti i dati certificati dalla Camera di Commercio e richiede copia di atti notarili ecc. ecc. ? A che serve allora la certificazione ? Ci sarebbero altre considerazioni, ma concludo con questa riflessione : le Imprese, potendo andrebbero via dalla Camera di Commercio, altri soggetti invece scatenano vere e proprie battaglie per entravi come dirigenti, i primi pagano i secondi …
Gentile fabio_rossi, se ci mettiamo a fare gli elenchi delle storture tipicamente italiane (devo pagare il bollo auto per un’auto già mia, ho l’obbligo di pagare il canone RAI anche se non la vedo, devo recarmi dal Notaio per fare qualsiasi cosa etc etc), staremmo qui a scrivere giorni e giorni e, i lettori stranieri che ci leggono, avrebbero seri problemi di comprensione (non solo da un punto di vista puramente linguistico). Quindi, FOCUS, sulla Camera di Commercio e leggiamo insieme il commento di Giovanni 8.32 che riflette ciò che parecchi imprenditori ed intellettuali pensano dell’Ente e sicuramente è ciò che penso anch’io.