Da Alberto Cicarè, riceviamo:
Mentre tra Ancona ed Ascoli dal 7 aprile hanno cominciato a sfrecciare i moderni treni elettrici (leggi l’articolo) Jazz (292 posti, 160 km/h) il nostro bel territorio, quasi come in una foto d’epoca, continua a essere solcato dalle nostalgiche littorine. Entro la fine di questo mese anche le tratte Ancona-Fabriano e Ancona-Pesaro saranno servite dai nuovi treni, più comodi, veloci, con un’immagine sicuramente più attraente. La linea tra Civitanova e Fabriano non è stata esclusa da questo rinnovamento per qualche sinistro complotto, ma solo perché questa che abbiamo noi è l’unica linea della regione ancora non elettrificata. Ci univa in questo triste primato la tratta San Benedetto-Ascoli, ma anche questa dal 2012 è stata dotata di trazione elettrica e di nuove e più moderne stazioni: una mossa vincente, visto che per ammissione dello stesso amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano, quei binari hanno visto un incremento dei passeggeri del 30%!
Rimaniamo noi, con i nostri vecchi treni diesel spesso in ritardo: un’immagine sicuramente positiva per il territorio, un servizio senz’altro efficace per chi questo territorio lo deve attraversare per raggiungere i luoghi di lavoro o di studio. Quanta ragione ha il Rettore di Unimc Lacchè quando lamenta in una recente intervista come gli sforzi per attrarre studenti da fuori e dentro la regione possono essere vanificati da un sistema di trasporti da terzo mondo! Ma, ripeto, non è una congiura che ci relega a questo triste destino di sottosviluppo, piuttosto una scelta consapevole della politica di puntare tutti gli investimenti sulla mobilità su gomma, sia privata che pubblica. Sono stati elaborati progetti (quello sul treno urbano del professor Calafati per la Camera di Commercio è il più consistente), diversi soggetti singoli e associativi si sono impegnati per mostrare l’opportunità di dotare il nostro territorio di un sistema di trasporto efficiente ed ecologico: le amministrazioni locali hanno sempre brillato per l’indifferenza alla questione. In Provincia forse sono stati troppo impegnati ad assegnare patrocini alle sagre locali, mentre i comuni non hanno avuto la capacità di guardare oltre il loro ombelico per almeno valutare l’opportunità di creare un sistema provinciale dei trasporti più moderno.
Ci troviamo così con la lobby del trasporto pubblico su gomma che detta legge, con lo scandalo di una superstrada che a Civitanova diventa un imbuto mettendo in una inammissibile situazione di precarietà l’intero sistema viario provinciale. E’ un triste segno dei tempi, in tutto questo, che la segretaria provinciale del Pd rimasta imbottigliata nella coda chilometrica provocata dal nuovo centro commerciale abbia trovato il coraggio di lamentarsi via facebook. Ormai basta un tweet e ci si mette la coscienza a posto… Non solo la logica, ma la normativa richiede che la realizzazione di un’opera tale sia accompagnata da un sistema di viabilità adeguato. Ma ormai è una prassi consolidata che il profitto privato venga spacciato per occasione di sviluppo per il territorio determinando invece danni per la collettività. Tra l’altro lo stesso comune di Civitanova ha rinunciato deliberatamente alla realizzazione di una nuova stazione ferroviaria già prevista proprio per quella zona, forse sarebbe stata una cosa troppo intelligente!
C’è un treno che passa per buona parte dei centri più importanti della provincia, uno strumento potenziale di trasporto veloce, comodo, ecologico. E’ in stato di abbandono. Troppe volte sentiamo discorsi vuoti sullo sviluppo sostenibile; non c’è nessuna istituzione in grado di raccogliere la sfida chiamando a raccolta i soggetti interessati per mettersi intorno a un tavolo e pensare in modo fattivo ai modi in cui riorganizzare il sistema della mobilità?
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Per la verità entro l’estate o comunque entro l’anno, verranno sostituite le vecchie littorine che fanno spola tra Civitanova e Fabriano, con dei nuovi treni diesel. Resta comunque il fatto che le forze politiche della nostra provincia o se preferite comunità, non hanno nessun tipo di peso nello scenario regionale. Siamo rimasti fanalino di coda nell’elettrificazione ferroviaria e all’orizzonte non sembra ci siano cambiamenti a riguardo. Un vero peccato, soprattutto per le potenzialità che ci potrebbero essere, basta pensare alle innumerevoli corse giornaliere dei bus che la linea Roma-Marche fa ogni giorno da e per la Capitale. Lavoro, turismo, attrazione scolastica, passa anche e soprattutto per un sistema viario efficiente, ma i nostri cari politici purtroppo non riescono a vedere più in la del proprio naso.
è una vergogna!!! però pensano a fare gli inceneritori e le discariche in provincia!!! proprio bravi!
E che e’ una novita’?? Quello che abbiamo se ne sta andando,figuriamoci i treni jazz…..
Ma se per 20 anni, nonostante tutto, gli avete date il voto…cosa pretendevate? La pubblicità la fai dove hai bisogno di prendere voti o mantenere appoggi di denaro importanti…a Macerata non c’e bisogno: i finanziatori sono pochi e di allocchi che li votano ancora convinti che il male vero sia Berlusconi, i fascisti, i Borboni…e…i galli…ne è ancora piena!
Quanto creda la provincia di Macerata nel treno lo dimostra il fatto che ancora a Collevario c’è un bel passaggio a livello, proprio in mezzo alla strada percorsa dalla gente che la sera torna a casa dal lavoro. Non ci crede il capoluogo, che dovrebbe essere il centro del traffico, figurarsi gli altri.
Informatevi perchè:
1) i jazz sono elettrici e non possono viaggiare sulla civitanova fabriano
2) sono in arrivo entro il 2015 otto nuovi treni a diesel per andare a sostituire gradualmente le ormai datate “littorine”.
Se proprio vogliamo parlare di morte della lienea ferroviaria però dobbiamo partire da lontano, cioè da quando non è stata voluta fare una linea diretta Sforzacosta-Piediripa, perchè i politici&co. maceratesi del tempo volevano che il treno passasse a Macerata centro. Per sentito dire, perchè io non c’ero, la paura di 40/50 anni fa era che senza stazione Macerata sarebbe morta…e così adesso c’è la stazione ma la città sta morendo lo stesso. Inoltre passando a MC per andare da Piediripa a Sforzacosta col treno ci vuole circa mezz’ora e il treno risulta un mezzo inadeguato ai tempi d’oggi.
Meglio, il treno elettrico e pure jazz non si intonerebbe alla capitale della lirica.
Per rendere attraente la linea ferroviaria in questione ad un’utenza più ampia possibile ed economicamente valida per le ferrovie dello Stato, basterebbe fare il giro dell’oca, cioè far partire il treno da Fabriano direzione Macerata, Civitanova, Ancona, Jesi e di nuovo Fabriano. Ovviamente un treno gemello devrebbe fare la tratta al contrario, cioè Fabriano Jesi, Ancona, Civitanova, Macerata, Fabriano. Solo in questo modo se devo andare in Ancona per prendere per esempio il frecciarossa o all’eroporto prendo il treno, altrimenti vado in macchina. Non parliamo poi se devo fare nenache 30 km per arrivare a Civitanova o direzione opposta per andare a Roma. Così come è concepita questa linea ferroviaria serve solo agli studenti alla mattina per arrivare a scuola e all’ora di pranzo per ritornare a casa, nulla di più.
credevo che la fermata delle ff.ss sarebbe stata realizzata in un secondo tempo ma che si rinunci alla stessa e’ incomprensibile .
A me pare che il problema principale sia che TUTTE le aziende di trasporto (Roma-Linee compresa) campino sui denari pubblici: ma se così é, perché i politici (o meglio ancora sarebbe far decidere ai cittadini) non si assumono la responsabilità di DECIDERE su cosa puntare ? Paura di perdere voti ?
Perché due mezzi pubblici diversi (bus e treno) che “servono” una stessa identica tratta devono godere *entrambi* del finanziamento pubblico ?
Se proprio vogliamo dargli soldi pubblici almeno scegliamone UNO SOLO (possibilmente il più economico ed a minor impatto ambientale, cioé il treno) !
Oppure propostone: perché invece di finanziare le aziende di trasporto non finanziamo direttamente i pendolari ?