di Laura Boccanera
“Dobbiamo interrogarci, tutti noi siamo responsabili delle cose che accadono, abbiamo creato un mondo brutto, fatto di cultura dell’arrivismo, da primo della classe nel quale per essere qualcuno bisogna per forza sfondare e spesso, troppo spesso siamo lasciati soli, troppo soli a portare la croce, E’ necessario tornare a guardarci in faccia, recuperare la solidarietà e l’amicizia”. Arrivano dritte come pugnali le parole di padre Francesco Cordeschi, il passionista che ha voluto ricordare Francesca Sabbatini, nel giorno delle esequie. Un monito alla condivisione, alla solidarietà, alla comprensione del dolore dell’altro fino a farlo proprio e aiutare chi ci è vicino a renderlo più tollerabile. Parole che lasciano il segno e giungono al cuore della folla che questo pomeriggio si è radunata nella Chiesa di San Lorenzo per l’ultimo saluto alla 25enne morta dopo un terribile volo dal terzo piano della sua abitazione (leggi l’articolo). Tantissimi giovani, amici, gente che la conosceva dietro al bancone della pizzeria per cui lavorava e poi i parenti e quanti si erano innamorati in vita di quegli occhioni grandi e puri. Padre Francesco la ricorda così: “era giovane, era bella, era simpaticissima” e poi prosegue nel suo monito verso i giovani: “non dobbiamo sacrificare la vita agli idoli del momento. Che la morte di Francesca sia un passaggio e dobbiamo avere la certezza che lei vive. Corri Francesca, vola, cammina, non ti fermare, corri come correvi dietro a quel bancone, continua a correre”. Un lungo applauso e poi ancora le parole di una maestra elementare di Francesca: “Ti ricordo col grembiule bianco e gli occhi grandi, Francesca è stata una cara alunna, una bambina dolce e sensibile, col sorriso timido e discreto della ragazza attenta al lato emotivo delle cose. Questa era la sua peculiarità più preziosa, ma spesso anche le persone di alto spessore non capiscono la realtà e fanno fatica a viverci. Hai scritto “le stelle stanno in cielo, i sogni non lo so” (un verso di una canzone di Vasco, ndr) hai ragione, non sempre i sogni si avverano, da oggi però il cielo ha una stella in più”. All’uscita del feretro dalla chiesa gli amici hanno fatto volare un gruppo di palloncini bianchi verso il cielo, tenendo in mano una rosa.
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