Dopo la partita di Fiuminata, il presidente della Moglianese Gianluca Maurizi si sfoga con una lettera aperta:
“Abbiamo lasciato che un giorno passasse dalla partita di sabato contro Fiuminata, perché è giusto che le riflessioni si facciano a mente fredda e non a caldo con la mente confusa. Quello che è successo nella giornata di campionato appena conclusa, sul campo della formazione del presidente Stella, non può, per l’ ennesima volta, passare inosservato. Tutti sanno che a Fiuminata il clima è rovente, ma troppe volte si supera ogni limite di civiltà e di lealtà sportiva, troppe volte il calcio non conta più e quello che rimane, anche a mente fredda, è un disgusto profondo. Per carità qualche supporter più agitato è presente in ogni campo, ma la scena che si ripete quasi ad ogni partita con i tifosi dietro le panchine, sull’ argine del fiume che inveiscono contro tutti e tutto, suonano con il clacson della propria auto ad ogni azione o decisione dell’ arbitro, promettono botte, schiaffi e di non farti uscire dal campo è qualcosa che francamente ha stufato. Come anche, rasenta il ridicolo l’accompagnatore che predica calma fino a che la sua squadra vince e poi si lancia, minacciando e imprecando appena gli avversari alzano la testa e il ritmo. La questione che più mi ha colpito e mi ha costretto a scrivere queste righe è quella riguardante un bambino di 8 anni! Si proprio un bambino che seguiva insieme agli adulti, dietro le panchine, la gara in questo ambiente di “ lealtà e di sportività”. Un bambino è come una spugna, assorbe tutto ciò che lo circonda ed emula gli esempi che gli sono posti avanti. E allora imprecava contro Dio, minacciava botte e malesorti varie, incitato e incoraggiato da vecchi inconsapevoli del disumano esempio che stavano fornendo ad una creatura pura e che deve essere guidata al bene e al rispetto. Lì sullo sfondo una donna (la madre?) muta, senza la forza di fermare lo scempio che si stava compiendo: un bambino trasformato in una macchina di insulti e oscenità. A che vale il nostro giocare una partita di calcio, gustarsi un gol o rimanere con il cuore in gola per un intervento del portiere….. nulla, nulla giustifica chi mostra tanta ferocia ad un bambino! Poi un episodio, un momento che chiarisce quali sono le conseguenze di un clima di violenza come quello in cui si gioca a Fiuminata: a pochi secondi dalla fine, sul risultato di 1 a 1 il nostro giocatore Emanuele Romagnoli, dopo che avevamo recuperato palla, sta portandosi di corsa verso il centrocampo e si vede recapitare (a palla lontana) una gomitata improvisa al naso. Cade a terra sanguinante, prova a rialzarsi ma non ce la fa. Passano i minuti, l’arbitro chiama il massaggiatore, ma nonostante la richiesta dei compagni, non permette subito ai militi della Croce Rossa di entrare, lo fa con qualche minuto di ritardo lo soccorrono e mentre è ancora a terra con il naso sanguinante, un giocatore del Fiuminata “ e’ tutta scena, mi ci posso giocare casa che sta facendo finta”…. Mio caro 16 (questo il suo numero di maglia) la casa l’hai persa. Emanuele, ragazzo splendido, corretto e leale non ha simulato anzi è stato fino a sera all’ ospedale di Camerino, due Tac e visite varie. La testa a mezzanotte ancora girava e su questo non si scherza. Non commentiamo neanche il gol segnato oltre 10 min dal 90° non è importante, non ci interessa il risultato…. Di altro siamo preoccupati”.
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