Giulio Conti travolto da un terremoto politico
“A Monte San Pietrangeli non finisce qui
A Macerata presente e futuro con mio figlio”

L'INTERVISTA - Nel piccolo paese fermano (dove i calzaturieri tremano per la crisi Putin-Obama) l'ex deputato maceratese decade da sindaco. Ora si prepara ad una personale battaglia giudiziaria (Case popolari) e racconta i suoi lunghi anni da leader della destra. Il ricordo: "A Macerata quella sera con Pambianchi..." (GUARDA IL VIDEO)

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GIULIO CONTI 0

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Giulio Conti

Giulio Conti

di Maurizio Verdenelli

“Mi ha licenziato in tronco senza neppure darmene comunicazione quasi fossi una badante inadempiente…” si sfoga per un momento l’onorevole Giulio Conti, medico maceratese, già viceministro della Sanità (1° governo Berlusconi), eletto per 17 anni alla Camera dei Deputati, mai inquisito, sindaco di Monte San Pietrangeli (la natia “Montesanpietro”) per tre mandati complessivamente, l’ultimo dei quali interrotto appena qualche giorno fa dal prefetto di Fermo, Angela Pagliuca la quale ha già nominato commissario il suo vice aggiunto, Francesco Martino. Si sfoga il leader carismatico, per tantissimi anni, della destra maceratese (da Msi ad An) e promette di ricominciare ‘da 3’ in questa intervista esclusiva. Tre è stato infatti il numero ‘fatale’ per Giulio Conti che nella primavera di tre anni aveva trionfato elettoralmente sul patron di ‘Nero Giardini’, Enrico Bracalente, un’icona (non solo, come noto) di Monte San Pietrangeli. Una realtà industriosissima che attira manodopera dall’estero contando una percentuale da record di extracomunitari (11,99%, 300 presenze) su una popolazione di 2.650 residenti..

“Per completare le classi delle due scuole materne, abbiamo dovuto ricorrere ai buoni uffici dei cinesi, che sono ufficialmente in paese 59, e forse ufficiosamente 250. Quattro o cinque i laboratori da loro gestiti con questo orario di lavoro: dalle ore 9 alle 3/3,0 (del giorno dopo). Pensi che di recente, guidando la seconda classe della scuola media locale in una visita all’azienda Sassetti, su 18 studenti, 10 non erano italiani…In questo contesto, i calzaturieri locali (proprio oggi ho parlato con uno dei ‘decani’ più apprezzati) sono terrorizzati dalla crisi ucraina. ‘Se Ue ed Italia ‘tagliano fuori’ la Russia, che è il nostro primo referente internazionale, a chi venderemo davvero le nostre scarpe?’ si chiedono. Punti di vista, certo, ma pure dati alla mano…”.

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Torniamo dalla crisi mondiale Putin-Obama a quella comunale…ricominciando da 3? “Volentieri. Ad inizio febbraio si dimettono due assessori, Sandro Farabollini e Loris Ruggeri…”

Perchè? “Sono sincero. Ancora non riesco a capire il perchè, eppure avevano deleghe importanti: Lavori Pubblici, Istruzione. Le loro motivazioni? L’amministrazione aveva perduto propulsività. A ruota, allo scopo di far cadere il governo locale, si dimettono i consiglieri di minoranza. Non succede nulla perchè la legge (antimafia) è chiara: occorre contestualità. Quando nel ’97 Anna Menghi decadde, questo avvenne nel corso di un’unica seduta consiliare. Nel caso di ‘Montesanpietro’ evidentemente non c’è stata concordia del variegato fronte dei ‘contro’. Posso dirle che se non ci fosse stato l’intervento del prefetto, cui la minoranza si è rivolta, sarei andato avanti ancora per un pò….”

Cosa sarebbe cambiato? “Beh,  ci sono molte cose che bollono in pentola in paese. Ad esempio la causa intentata dall’ex gestore della Casa di Riposo (“La più bella delle Marche” ha osservato giustamente il governatore Spacca) per un conguaglio di gestione pari a 606 mila euro, lievitato da un conto iniziale di 217 mila per cinque anni assistendo, si asserisce, un numero di ospiti superiore a quello previsto. Un conto che mi sono trovato sul tavolo appena eletto sindaco. In questi giorni il giudice di Fermo ha nominato il Ctu. Come farà a pagare una tale cifra il Comune ancora non si sa… Il secondo caso riguarda palazzo Ramadori interessato da lavori di ristrutturazione per ricavarne 4 alloggi popolari, bellissimi, sin dal 2005 (ero sindaco) con 555 mila euro stanziati dalla Regione.

GIULIO CONTI 1Ebbene? “Ebbene, siamo ora alla conclusione con lavori interrotti e poi ripresi dopo un mio sopralluogo. Manca per assegnarli, adesso, solo il contrattoto Enel e sopratutto la contabilità finale. Non sono più sindaco, è vero, ma agirò, per mia tutela, come privato cittadino. Interessando un avvocato agendo a difesa della mia correttezza e trasparenza e negli interessi della cittadinanza. Ed interessando Procura e Guardia di Finanza. Nove anni per quattro appartamenti, pur da ricavare da un nobile edificio, sono ragionevolmente troppi. Non trova?”

A Monte San Pietrangeli non si vota il 25 maggio, il commissario resterà in carico per oltre un anno…Lei si ripresenterà? “Non lo so. Vedremo. Una lista Conti c’è già, in Consiglio comunale a Macerata, con un eletto: mio figlio. Allora, 4 anni fa, mi sarebbe piaciuto esserci: ci sono stato per tanto tempo con Mario Crucianelli e poi Federico Del Monte. Ricordo entrambi con commozione. Quasi me la prendevo con Fabio Massimo…per l’esclusione….”

Veduta di Monte San Pietrangeli

Veduta di Monte San Pietrangeli

Qualche giorno fa, il suo grande competitor, Enrico Bracalente (alias Nero Giardini) al direttore di Libero, Maurizio Belpietro ha detto di non credere nell’euro. Anche lei? “Si sono scettico anch’io. Allora alla Camera votammo sì, per obbedienza di partito…perchè allora ai partiti si ubbidiva, ma le perplessità sono tante”.

A Monte San Pietro ha un vicino importante: il sen. Remigio Ceroni, coordinatore regionale di Forza Italia, sindaco di Rapagnano… “Vuole sapere una cosa? Ho sempre pensato che Forza Italia e cioè il Pdl, prima, insieme con La Destra di Storace fossero  gli sponsor della terza lista alle comunali di M.S.Pietrangeli…e vuole sapere una cosa?”

Certo…quale? “E’ un  paradosso per chi mi conosce come lei: siamo stati studenti e militanti sin dai tempi dell’Università a Perugia…”

Il giornalista Maurizio Verdenelli e Giulio Conti

Il giornalista Maurizio Verdenelli e Giulio Conti

Già, lei Giulio a destra nel Fuan, io a sinistra… “Vero, di destra sono stato sempre. Ebbene a Monte San Pietrangeli, tre anni fa, mi hanno votato perfino gli ex comunisti contro la destra….nei piccoli centri si va al di là, fortunatamente, del colore politico, per il bene della comunità. Guardi io avrei continuato volentieri a fare il sindaco: i due assessori dimissionari li avevo già sostituiti con Franco Petrelli e Claudio Ilari. Ma ormai l’accerchiamento era stato operato, ma adesso ci attende una lunga guerra di posizione. Uno stand by che gli strateghi della mia caduta non avevano previsto  forse a causa di qualche frattura in extremis  a scompigliare i piani di un voto subito, con le Europee”.

Le dispiace questo epilogo dopo una carriera tanto lunga, sempre nelle stanze decisionali (in un modo e nell’altro) anche a Macerata? “Capisco ancora di più l’amarezza di Graziano Pambianchi quando entrambi sembravano sicuri eletti. Io lo sarei stato per la prima volta, lui non ce la fece per un’ottantina di voti. Non sapendo l’ultimo dato ci facemmo i complimenti vicendevolmente quella sera dello scrutinio nell’ex bar Jolly in via Roma a Macerata, città le cui fortune o sfortune elettorali legate ai vari protagonisti politici locali spesso dipendono da Fermo”.

Un altro ricordo maceratese? “La delusione per il forfait in extremis, dopo la caduta della Menghi, di Carlo Ballesi a guidare la coalizione di centrodestra contro Meschini. Fu proprio Pambianchi ad annunciarmelo, naturalmente trionfante”.

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(Foto di Genesio Medori)

 




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