di Federico Tiffi*
In occasione della ricorrenza della festa della donna vi è una proliferazione di pubblicazioni e manifestazioni finalizzate a valorizzare la figura femminile in seno alla società. Negli ultimi anni, in particolare con l’esplosione del fenomeno del femminismo durante gli anni settanta, si è iniziato a discutere e a riflettere a proposito della questione sull’uguaglianza di genere. E’ importante sottolineare, però, che, nonostante i molteplici tentativi di ottenere una parità non solo formale ma anche sostanziale tra sessi, è riscontrabile una mentalità fortemente maschilista e sessista. Questa visione della donna, considerata “naturalmente” e strutturalmente inferiore all’uomo, ha generato, nella storia dell’uomo, tutto quell’insieme di aberrazioni morali e violenze nei confronti del genere femminile.
All’interno di questa questione, ricopre un ruolo fondamentale la discussione sul problema della prostituzione: in Italia la regolamentazione che permetteva l’esercizio della professione nelle case di tolleranza fu abolita nel 1958 con la legge Merlin. L’abolizione della prostituzione legalizzata fu il culmine della battaglia della senatrice Merlin, la quale era convinta che fosse necessario valorizzare il ruolo delle donne ed educare le nuove generazioni alla parità di genere. Molti detrattori dell’abolizionismo asserivano che, con la chiusura dei postriboli, si sarebbe favorita la prostituzione clandestina e sarebbero aumentati gli episodi di violenze sessuali sulle donne. In realtà, i regolamentazionisti ignoravano (o fingevano di non sapere) che, nonostante la presenza dei bordelli, solo il 10% delle prostitute era regolare, mentre il restante 90% si prostituiva illegalmente, o più precisamente era costretta a prostituirsi, in strutture private o per strada.
Questo quadro appena delineato potrebbe, apparentemente, sembrare estraneo ad un ambiente provinciale e rurale come quello maceratese ma, a riprova della capillare diffusione di questo fenomeno anche al di fuori dei contesti metropolitani, ho avuto la possibilità di ritrovare, presso l’Archivio di Macerata, diversi casi giudiziari del ventennio fascista in cui le vittime erano giovani che, sottostando a minacce e violenze, dovevano vendere il proprio corpo al fine di far incrementare il guadagno degli aguzzini. Un episodio emblematico fu quello che avvenne nel capoluogo nel luglio del 1938, quando T.D.A. denunciò suo marito, M.R., per sfruttamento della prostituzione: l’uomo usava nei confronti della moglie ogni tipo di vessazione e pretendeva “la breve durata dei coiti” in modo tale che la donna potesse ricevere il maggior numero di clienti. Inoltre, al termine di ogni incontro sessuale, M.R. costringeva T.D.A. a consegnargli tutto il denaro guadagnato affinché egli potesse “alimentare i suoi vizi” (l’uomo infatti era dedito all’alcolismo e al gioco d’azzardo). Nel processo l’imputato fu riconosciuto colpevole di sfruttamento della prostituzione con l’aggravante dell’uso della violenza, poiché l’uomo picchiò e abusò della moglie ripetutamente.
Non sempre, però, la giustizia faceva il suo corso e, come nel prossimo processo che sarà presentato, gli imputati, nonostante evidenti prove di colpevolezza, furono giudicati innocenti: l’episodio avvenuto nel 1930, sempre a Macerata, vide come protagonisti padre e figlio, S.C. e A.C., accusati di lenocinio e favoreggiamento della prostituzione nei confronti di M.C., figlia e sorella dei due imputati. Paradossalmente fu riconosciuta come colpevole dei reati precedentemente citati B.C., la sorella della vittima. Effettivamente, la condannata era solo un’esecutrice materiale degli ordini a lei imposti dal padre, ma è necessario considerare che l’imperante misoginia e il maschilismo, tipici della mentalità e dell’ideologia fascista, viziarono il verdetto finale: i giudici partirono dal presupposto che i due uomini erano sospinti dalla buonafede dei propri propositi e delle proprie azioni, mentre la giovane donna avrebbe deliberatamente agevolato la prostituzione della sorella.
Questo abuso di violenza nei confronti delle donne avveniva sempre nel contesto domestico: in un altro episodio accaduto a Tolentino, una giovane prostituta, in stato di grave indigenza, non solo si concedeva ai clienti in casa davanti alle proprie figlie orfane di padre, ma le costringeva a giacere con i clienti, in modo tale da poter accrescere i guadagni. Anche se in questa particolare situazione non ci fu violenza diretta da parte di uomini, l’esistenza stessa della prostituzione clandestina era direttamente proporzionale al mercato dei clienti maschi. Agli occhi dell’opinione pubblica la prostituta era una donna depravata e di dubbia moralità che, però, svolgeva un compito fondamentale, ossia permettere al maschio di sfogare la sua naturale esuberanza sessuale. Alcuni studiosi e analisti giunsero persino ad affermare che la prostituzione servisse a soddisfare la congenita tendenza dell’uomo alla poligamia, senza che fosse intaccata la struttura tradizionale e patriarcale della famiglia: non a caso, proprio per questi motivi, la prostituta era considerato il “male necessario” della società.
A mio modo di vedere, nonostante sia passato più di mezzo secolo dall’abrogazione della legge sulla regolamentazione, non è avvenuto nessun sostanziale cambiamento, soprattutto a livello di idee e mentalità diffuse. Infatti, ancora oggi si sente parlare di sfruttamento, istigazione e agevolazione della prostituzione, reati quasi sempre accompagnati dall’uso di violenze e intimidazioni. La diffusione del fenomeno, pertanto, sarà difficilmente risolvibile se non avviene una radicale trasformazione della visione comune da una donna naturalmente inferiore all’uomo e obbligata a sottostare a vessazioni, ad una donna che possa godere effettivamente, e non solo formalmente, della parità di genere.
* Federico Tiffi, ricercatore universitario
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Ma che gusto c’è nell’avere rapporti sessuali con una donna solo perché la paghi? Che uomini sono quelli che si comportano così? Per me è incomprensibile!!!
Forse è l’uomo il sesso debole? Mi sa che è proprio così!
certo che siamo noi uomini il sesso debole. ..infatti la natura non ci ha nemmeno concesso di partorire! !! Auguri a tutte le donne!
E’ bello chiacchierare oggi in una società paritaria, con ragazzine che cominciano a dartela a 14 anni, senza remore e problemi, nei bagni delle scuole e nelle discoteche, al punto che al maschio animale, da cacciatore diventato preda, non resta altro che darsi alla pederastia…
Quando la teorizzatrice della dignità della donna, ossia la senatrice Merlin, ci chiuse i casini, ci costrinse alla manovia o al matrimonio in età giovanile.
La donna prostituta riebbe – almeno – la dignità? Dai fatti sembra di no. Le prostitute sono preda del crimine organizzato che le schiavizza, le sfrutta, le sevizia e le uccide. Con una evasione fiscale enorme.
I teorici con ideali socialisti o marxisti hanno sempre pensato che le loro teorie venissero considerate sagge dal popolo; le proposero – e le imposero – con le “buone” democratiche, o con le “cattive” dittatoriali. Fallendo, in quanto l’essere umano è sostanzialmente diverso dalle teorie.
Si organizzino di nuovo, quindi, casini, ma polifunzionali. Ossia, case di tolleranza con femmine e maschi per soddisfare gli appetiti di persone normali, di pederasti e di lesbiche, poiché questo è il preciso termine nel mio vocabolario Zingarelli del 1952. Case di tolleranza in cui si abbia la certezza che non esistono rischi di natura sanitaria, nonchè ci siano sicurezze per la incolumità degli utenti. Che le tariffe siano certe e in Euro, o con baratto di cibarie. E che l’evasione fiscale totale sia debellata… Sì, perchè in un regime falsamente liberale come il nostro, il meretricio potrebbe essere esercitato privatamente; a patto che la marchetta venga poi considerata nella denuncia dei redditi.
Se l’evasione fiscale fosse notevole e totale, i soggetti evasori dovrebbero essere posti in regime di detenzione in campi di concentramento riabilitativo attraverso il lavoro obbligatorio – se si vuole mangiare, avere assistenza sanitaria, riscaldamemto e servizi sanitari – in cui detenere pure i grossi evasori fiscali, i politici e gli amministratori ladri, che sono i nemici peggiori del nostro Stato democratico.
Possiamo parlare quanto vogliamo, tanto ladro non mangia ladro… Quindi la prostituzione continuerà ad essere “libera” e sfruttata, col fisco che se la prende in cavalleria. Alla faccia delle povere sfruttate, alla quali va la nostra falsa mimosa.
Se c’è la richiesta c’è anche la merce. Il problema è chi ci fa la cresta o chi sfrutta questo lavoro e chi li usa con la forza. Per il resto è antico come il mondo quindi serve!
Chiediamoci anche perchè in determinati ambienti la prostituzione non solo è permessa ma diventa anche un’attività redditizia commerciale come ad esempio al Tartaruga. Partendo dall’idea che un night in centro è una cosa che si vede a Budapest, Praga o altre città famose per determinati tipi di turismo.
Senza voler essere bacchettone poichè non ne faccio assolutamente una questione etica mi chiedo perchè, in un paese dove lo sfruttamento della prostituzione è ILLEGALE , è possibile , per alcuni persone con un determinato peso, aprire locali che invece fanno della prostituzione la principale fonte di guadagno. Per chi non lo sapesse all’interno dei locali del tartaruga è possibile fare sesso con ragazze sudamericane o dell’est europa per 100 euro ripartiti fifty fifty tra il locale e la ragazza. Tutto questo con il beneplacito della polizia che chiude un occhio di fronte ai parcheggi selvaggi lungo le mura, alle risse varie che si creano fuori dal locale e che misteriosamente non appaiono mai nei giornali e soprattutto di fronte al traffico di corpi con tutti i business collaterali ad esso legati.
Il tartaruga è praticamente una casa chiusa come tanti altri night in zona, che fioriscono come funghi, dove la prostituzione e lo sfruttamento è all’ordine del giorno.
Allora io mi chiedo: se anche uno volesse pagare per fare sesso, perchè non può farlo in locali adeguati invece che far arricchire il PIMP di turno che smista mazzette in giro?
Ribechi ma come lo sai che con 100 euro si ha una prestazione sessuale?…..forse xché abiti in quella via e magari la sera quando ti annoi un pochino ci vai a fare un giretto!!!!!!!
matteo79 non penso serva andare o frequentare quei posti per avere la certezza di cosa accada li dentro, cosa accade dentro un night penso che chi di dovere sappia tutto, poi..sul fatto che esistano e non vengano chiusi…beh li si un po di mistero esiste. Diciamo che li si sta caldi, tranquilli, rilassati, a differenza di un rapporto consumato in fretta con una tipa conosciuta lungo u a strada e dove le tariffe penso siano molto inferiori. Io mai andato in un posti simile o mai abbordato una poveraccia per strada, anche perchè quando le vedo (perchè ci passi davanti e non puoi tapparti gli occhi) mi fanno un po di tristezza e di rabbia messe insieme, perchè da un lato se pensi che sono sfruttare mi fanno pena..ma poi quando le vedo tutte sorridenti, come se la cosa a loro sta bene, beh li mi fanno un po rabbia. E sul discorso sfruttamento..sai che ti dico..che io oramai non ci credo più. Siamo nel 2014. Possibile che a queste ragazze nessuno ha detto mai..”occhio che ti portano in Italia per un lavoro..ma poi ti tolgono il passaporto..ti sequestrano e ti mandano per strada…occhio” Possibile che a queste ragazze prima di partire non siano messe al corrente da qualcuno, o magari da qualcuna di loro sfuggita dalla tratta, di cosa fanno tante loro connazionali? O non è che magari sta bene anche a loro??
Da quando in qua sull’articolo vi si mette la foto del giornalista?? O.o