di Gabriele Censi
Duecentodieci delegati scelgono oggi il nuovo direttivo della Cgil di Macerata. Il congresso provinciale si apre con la relazione del segretario uscente Aldo Benfatto, che ha concluso il suo secondo mandato e per statuto non può essere rieletto. Dopo un’introduzione generale, con la citazione di grandi e drammatici temi di attualità come la situazione in Ucraina, l’Europa e il lavoro, la relazione di Benfatto entra in una dettagliata analisi degli ultimi anni di attività. “Siamo arrivati a questa giornata dopo una grande campagna di ascolto di lavoratori e pensionati con 427 assemblee e 7727 votanti, un evento democratico di massa. Raccogliamo sentimenti di rabbia e sfiducia ma anche proposte e stimoli. Il tema più dibattuto è stato la riforma delle pensioni, con la critica per non aver contrastato abbastanza la legge Fornero. Siamo stati pura testimonianza con lo sciopero che facemmo in piazza della Libertà, ma ora ne dobbiamo chiedere il congelamento. Bisogna risolvere come impegno prioritario tre criticità: la flessibilità dell’età pensionabile, gli esodati e la pensione minima per i precari.”
Benfatto parla del tentativo di isolare la Cgil con i contratti separati e della necessità di ritrovare l’unità sindacale. A portare il loro saluto poi interverranno i rappresentanti di Cisl e Uil. Difende l’accordo con Confindustria per la democrazia sindacale per “arrivare ad una legge sulla rappresentanza”. Poi la fotografia della grande crisi del sistema industriale, la fuga all’estero dei giovani, la anomala crisi di governo. Cita Scalfari: “Se Renzi non ce la fa, lui perde la faccia ma noi finiremo nel baratro”. Sul Job’s Act dice sì al sussidio universale, ma anche alla cassa in deroga. Chiede un piano per l’occupazione giovanile, sfruttando il settore dei beni culturali, investimenti sulla riqualificazione edilizia e lo sblocco dei crediti delle aziende. Usando le risorse europee, la tassazione delle rendite, la vendita dei patrimoni delle mafie, l’allentamento dei vincoli europei e la lotta all’evasione. Temi nazionali che si ritrovano anche nel locale dove i numeri sono impietosi: a gennaio 2014 le imprese in provincia sono 35.420 come 14 anni prima. Gli occupati nel 2013 scendono del 4,2 %. Il tasso di disoccupazione dal 2008 al 2013 è passato dal 4% al 13,1%. Unico dato positivo è l’export in grande crescita con un saldo positivo nell’ultimo anno di 840 milioni di euro.
Il segretario uscente poi denuncia l’uso spregiudicato del concordato preventivo che consente con la nuova normativa di congelare i debiti ma anche gli stipendi dei lavoratori “in alcuni casi con procedure non trasparenti”. “Nei decenni passati molte aziende hanno guadagnato molto e poi hanno portato tutto nei paradisi fiscali, anche vicini, come San Marino”. Su Banca Marche l’intervento è duro: “La banca si trova così perché sono stati elargiti crediti a imprese amiche che non sono più esigibili. C’è un sistema di potere e amicizie che si è sfarinato con la crisi, parlo anche di Fondazione Carima, della Camera di Commercio e di altre associazioni che hanno condizionato in modo non trasparente la governance del nostro territorio”. Benfatto chiede rinnovamento per la presidenza della Camera di Commercio, ribadisce l’indignazione per il cavalierato a Lauro Costa e diffida della cordata Tanoni per Banca Marche.
Sul futuro vorrebbe un nuovo modello di sviluppo e definisce illusori i nuovi posti di lavoro dei centri commerciali che continuano a spuntare, citando l’imminente apertura del Civitapark. “Serve un nuovo modello che mette al centro la risorsa formazione”. Il progetto del sindacato vuole una rete dei 4 atenei marchigiani e delle 2 accademie con una legge regionale (leggi l’articolo). “Sosteniamo chi punta, piuttosto che sulla delocalizzazione, su qualità, innovazione e ecocompatibilità. Sulla sanità firmammo un accordo con l’Area Vasta 3 per la riconversione dei piccoli ospedali in Case della salute con nuovo servizi, ma il progetto non è ancora avviato. Comunque si chiami, Provincia o quello che verrà, serve un ambito provinciale per la gestione dei servizi sovraccomunali, un esempio è il settore dei rifiuti, l’affidamento ad un soggetto pubblico è anche un nostro risultato”. Altro settore è quello della mobilità, e qui Benfatto ripropone il progetto di trasformare la Civitanova-Albacina in metropolitana di superficie utilizzando i fondi europei: “la Giunta provinciale abbia un maggiore dinamismo “. Il segretario chiude rivendicando che dall’ultimo congresso gli iscritti sono aumentati di 3000 unità (oggi sono 38.603): “Abbiamo con impegno fatto un grande lavoro per salvare tanti posti di lavoro e nella crisi di risorse che ha coinvolto anche il sindacato siamo riusciti a realizzare una delle più belle sedi d’Italia, un modello che vogliamo conservare nell’autonomia e contro i tentativi di centralizzazione”.
Arrivano tanti applausi dalla platea, poi i saluti degli ospiti, il sindaco di Recanati Francesco Fiordomo, il presidente della Provincia Antonio Pettinari e i rappresentati di Confartigianato e della Lega Coop. Inizia il lungo dibattito con i delegati prima dell’intevento di chiusura del segretario regionale Roberto Ghiselli e l’elezione del direttivo che sceglierà il nuovo segretario. Alla fine il nuovo direttivo provinciale viene eletto con 149 voti favorevoli ed 11 contrari. Il documento finale, che traccia il solco che la Cgil seguirà nei prossimi anni, viene votato all’unanimità. Rimangono invece alcune divisioni nel punto all’ordine del giorno sulla rappresentatività sindacale: Fiom e Cgil, ricalcando la frattura a livello nazionale, portano avanti linee diverse. Alla fine, dopo una discussione comunque civile, il documento della Fiom rimane in minoranza.
Gli eletti del nuovo direttivo provinciale della CGIL
Benfatto Aldo
Marsili Marsilio
Marziali Paola
Meo Barbara
Taddei Daniel
Tordini Stefano
Barabucci Alberto
Cioci Carlo
De Luca Massimo
Diallo Mamadou Sadio
Chiriacò Annalisa
Marinucci Rossella
Mengascini Mauro
Cacchiarelli Giorgio
Bravi Angelica
Imperato Nicola
Montecchiari Tiziana
Persechino M.Grazia
Salvucci Simone
Verdecchia Michela
Procaccini Maurizio
Bedetta Robertino
Pintucci Matteo
Rampichini Orlanda
Spurio Deales Tiziana
Properzi Ivana
Rocchi Fabrizio
Cingolani Giampaolo
Renga Antonio
Trillini M.Antonietta
Ballini Elisabetta
D’Alessandro Vincenzo
Gennari Valentina
Romano Antonio
Paoloni Sonia
Principi Daniele
Talamonti Tonino
Ticà Domenico
Aliscioni Giancarlo
Benedetti Sauro
Cambiucci Goffredo
Carloni M.Teresa
Giglioni Gherardo
Grassetti Mario
Marcucci Antonio
Cozzi Angela
Porcarelli Claudia
Previati Angelo
Quintili Andrea
Rosati Ivana
Sampaolesi Maria
Sindaci revisori
Ndiaye Modou Abib
Senigaglia Cristiana
Bravi Sauro
Supplenti
Borroni Alfonso
Vitaliani De Bellis Isa
(ultimo aggiornamento ore 19.55)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Apprezziamo le considerazioni del segretario uscente il quale, dopo anni di condivisione, è riuscito a rendersi conto degli amici che ha frequentato e del loro potere. Ci auguriamo che il prossimo segretario sia più perspicace…
no bisogna farla fallire!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1
…dopo gli interni si sono accorti del sistema pilotato anche gli esterni……ma non sara’ un pochino tardi per fare certe considerazioni?
Per ora è solo bendetto, se riesce a stoppare il solito giro dei soliti noti, allora sarà anche Benfatto!!!!!!!!!!!!!!
Sono stato “sindacalista per caso” per cinque anni, un impegno del tutto volontario che mi ha dato tante “rogne”, tantissime responsabilità e neanche mezzo Euro in tasca ma che mi ha restituito un inestimabile tesoro di esperienze. Sono fiero esserlo stato con la CGIL anche se posso testimoniare di aver intrattenuto sempre ottimi rapporti con tutte le altre sigle sindacali con le quali mi sono trovato a interagire. E sono fiero che la CGIL sia uno dei pochi c.d. “enti intermedi” che preveda la non rieleggibilità di un dirigente dopo due mandati: quante altre formazioni politiche e sociali dovrebbero prendere il buon esempio?
Ho lavorato a strettissimo contatto con Aldo Benfatto, con i Segretari prov.li SLC di AN e MC e Reg.le SLC (la mia ex-categoria di appartenenza), nonché con tant* altr* compagn* dai ruoli più disparati: posso solo testimoniare la loro partecipazione e la dedizione con la quale hanno seguìto il caso dell’Azienda in cui lavoravo e tutte le altre terribili vertenze che si sono affastellate senza soluzione di continuità nel corso di questi anni, un impegno invasivo anche di spazi privati che è andato ben aldilà dei loro orari di lavoro, delle loro presenze pubbliche e dei loro (non certo lauti) compensi.
Ho toccato con mano quanto il Sindacato sia diventato forse la principale valvola di sfogo di tutte le rabbie e di tutte le frustrazioni di lavoratori “colpevoli” solo di essere dipendenti, di avere uno (spesso misero) stipendio mensile, di pretendere un minimo rispetto delle regole con le quali erano stati assunti o di difendere con le unghie e con i denti il proprio lavoro e la propria dignità di persone.
Da dentro ho vissuto tutto il dramma causato dagli effetti nefasti di anni e anni di legislazioni sfavorevoli ai lavoratori dipendenti che hanno svuotato di efficacia la rappresentanza sindacale con grave danno per i lavoratori medesimi. Non posso non notare amaramente, però, che spesso quelle stesse vittime di oggi non hanno esitato in tempi di “vacche grasse” a seguire un certo “mainstream” avallando politiche di spoliazione dei propri stessi diritti e alimentando una diffidenza non sempre giustificata dai fatti verso tutto il sistema sindacale, illudendosi così che si potessero ottenere miracoli laddove situazioni giuridiche ed economiche oggettive ormai non lo permettevano più. Preciso doverosamente di parlare del settore privato, non posso valutare l’operato sindacale su quello pubblico perché non lo conosco in maniera diretta.
Sono il primo a riconoscere che il Sindacato in generale, e la CGIL in particolare, debbano rinnovarsi profondamente, soprattutto nel sistema di democrazia interna, spesso davvero farraginoso, antiquato e, in qualche caso, persino controproducente. Sono convintissimo che certe regole di trasparenza e certe contraddizioni interne vadano affrontate una volta per tutte. Sono certo che i Sindacati tutti debbano riconquistarsi quegli spazi negati alla contrattazione e alla loro stessa presenza attraverso il dispiegamento massiccio della precarietà. Sono sicurissimo che essi debbano rinunciare a comodi “collateralismi” o “sponsoring” politici. Ma dopo la mia esperienza diretta, non sento più di condividere l’opinione di chi, con ignorante faciloneria, non esiterebbe a distruggere l’unico sistema veramente democratico di mediazione/rivendicazione tra chi offre e chi dà lavoro senza indicare una valida e percorribile idea alternativa: i fatti ci dicono che una struttura forte serve oggi più che mai in quanto come singoli siamo totalmente disarmati di fronte allo strapotere di chi occupa posizioni economiche preminenti, e che l’illusione di una “contrattazione diretta” altro non è che l’avallo di una ricattabile debolezza che sfocia solo in una spietata, sanguinosa e penosa guerra tra poveri.
Non so se avrò la voglia e la forza di proseguire questa battaglia all’interno del Sindacato di cui ho mantenuto fieramente la Tessera: la mia personale esperienza è stata esaltante ma dolorosissima; forse troppo per le mie spalle.
Di certo mi sento di testimoniare di aver avuto a che fare con persone che ancora credono in qualcosa, nonostante spesso ricevano critiche (anche degenerate in insulti) e insinuazioni non sempre acclarate dai fatti, provenienti sia da dentro che da fuori struttura; il loro buon esempio, che tengo gelosamente con me, mi dà la forza di continuare a nuotare nella vita spesso controcorrente.
ERRATA CORRIGE: Invece della frase “Sono certo che i Sindacati tutti debbano riconquistarsi quegli spazi negati alla contrattazione e alla loro stessa presenza attraverso il dispiegamento massiccio della precarietà”, leggere “Sono certo che i Sindacati tutti debbano riconquistarsi quegli spazi negati alla contrattazione e alla loro stessa presenza A CAUSA DEL dispiegamento massiccio della precarietà”. Mi scuso per il refuso.
I sindacati fanno finta di aiutarti….poi se ne fregano….e gli operai ci rimettono sempre….ora basta!!!!
I sindacati fanno parte del sistema Italia e sono corresponsabili della situazione in cui ci troviamo. Tutti. Nessuna sigla esclusa.
Atmosfera di grande respiro storico, politico e socio-economico.
L’ospite tanto atteso Pettinari,ha parlato almeno dei ponti e del dissesto delle strade prov/li? Altrimenti non comprendo proprio la sua presenza.
non crede piu’ nessuno in voi , voi fatte gli interessi degli imprenditori .
Conosco e apprezzo Aldo Benfatto fin da quando era un giovane impegnato nel sindacato. Sono molto deluso della situazione intaliana, soprattutto politica, in quanto quella sindacale la conosco poco, salvo il male che si dice, la divisioni interne, le difficoltà a trattare con un “padronato” (non dovrei chiamarlo così) sfuggente e fuggente all’estero. I sindacati erano un tempo cinghie di trasmissione dei partiti, quando i partiti erano partiti. Oggi, sono oligarchie che manovrano un elettorato sempre più deluso e stanco. I sindacati, al contrario, hanno ancora un ruolo, proprio perchè sono legati ad una base di lavoratori. Sento le lamentele… Credo che il sindacato rimanga l’unica garanzia di difesa dei lavoratori. Senza il sindacato forte – la CGIL è ancora forte – i lavoratori non hanno futuro. Vogliamo ritornare indietro di decenni e di secoli?
La stessa delusione la ascolto tra gli elettori nei confronti della politica. Hanno ragione. Ma, mentre i miti come Berlusconi e quelli ideologici stanno passando, nuove leve si prospettano al giudizio dei cittadini. Prima della decisione del compagno Civati di votare il nuovo governo Renzi, gli ho scritto la mia opinione: non devi andartene per formare un nuovo gruppo di opposizione. Resta nel PD come “resistenza”, senza pregiudizi e paure, osservando il lavoro del governo non a giorni, ma nei prossimi mesi. La battaglia devi farla all’interno, guardando soprattutto a ciò che di positivo verrà fatto. Siamo in una crisi spaventosa, aggravata dalla situazione dello scacchiere mediterrano, mediorientale e russo ucraino. Già trenta anni fa si prospettava un guerra limitata alle sole armi convenzionali, tra Stati europei e l’Unione Sovietica… Occorrono nervi saldi e proposte, verso una Europa dei popoli, unita e non discriminante, come avviene attualmente.
Il sindacato ha un grande ruolo per la stabilità democratica. Senza una CGIL forte e dialetticamente democratica rischieremmo avventure di cui poi pentirci.