Maceratese, la Tardella chiarisca se Favo ha ancora la sua fiducia

Con la Vis Pesaro è tornato il cuore biancorosso, ma gli errori restano. E le lacrime di Cavaliere negli spogliatoi non bastano

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Enrico Maria Scattolini

Enrico Maria Scattolini

SFIORATO IL DISASTRO (-) dalla Maceratese   al cospetto di una Vis Pesaro inconcludente nel primo tempo,invece scatenata nella fase iniziale della ripresa.L’autogol di Martini l’ha evitato in extremis.Ma i problemi restano(-).

E SONO APPESANTITI(-) dal rischio di uscire dalla griglia dei play-off per l’incalzare del Giulianova-lanciato dal successo contro il Matelica  a solo due punti dalla deadline  – e dall’incombenza di un calendario complicato (salvo ovviamente la sicura scorpacciata di gol contro il Bojano). Incominciando dalla trasferta di domenica prossima sul terreno della Olympia Agnonese. Rognosa per definizione e per contingenti situazioni d’emergenza.

MA SI E’ RIVISTO IL CUORE BIANCOROSSO (+),ieri pomeriggio.Un eccellente segnale.Infatti apprezzato dal pubblico che, in parte, ha applaudito al termine del derby una squadra che ha saputo lottare sino in fondo nonostante l’inferiorità numerica per l’espulsione di Aquino, la palese superiorità tattica e la gran voglia di consolidare la vittoria dei pesaresi, la propria (a quel punto inevitabile) disorganizzazione. Così la Maceratese è riuscita nell’impresa di cambiare la storia del derby che sembrava irrimediabilmente segnata.

Simone Cavaliere

Simone Cavaliere

LE LACRIME DI CAVALIERE, inconsolabile negli spogliatoi per non aver sfruttato l’occasione da rete finale,hanno sottolineato quanto i biancorossi siano andati vicini all’esaltante trionfo .Mi hanno ricordato quelle disperate di Gentili al termine dell’ultima trasferta di Trivento, che segnò la retrocessione della meravigliosa squadra di Pasqualino Minuti. Ed hanno rivelato la sensibilità che evidentemente non manca ai biancorossi. Malgrado abbiano fatto l’impossibile per nasconderla negli ultimi tempi(-).

A QUESTO PUNTO PERO’OCCORRE FAR CHIAREZZA, se si vuol evitare di scivolare nell’anonimato del centrocalssifica(-). Un’allocazione inusitata,e quindi umiliante, per la gestione della dottoressa Tardella.

MI PERMETTO DI DARE ALCUNI CONSIGLI, intorno ai quali sarebbe interessante conoscere il parere dei lettori. Il primo riguarda la presidentessa e Favo. Questi, in sala stampa, ha parlato chiaramente dello stato di confusione attualmente patito dalla sua gente. Foriero di nervosismo,con conseguenti gravi errori (per esempio: seconda  consecutiva conclusione sbagliata dal dischetto degli undici metri. Dopo Cavaliere a Città Sant’Angelo, quella di Ruffini ieri, poi fortunato a riprendere la ribattuta corta di Foiera) e imbarazzanti disattenzioni( tre gol regalati negli ultimi due incontri interni: un paio al Matelica, il terzo da Di Berardino alla Vis Pesaro). L’elenco potrebbe allungarsi se si prosegue a ritroso(-).

Massimiliano Favo

Massimiliano Favo

LA DOTTORESSA DEVE DECIDERE  se confermare o meno la fiducia al suo tecnico. In maniera definitiva, sino alla fine della stagione. Anche per smentire voci del ritorno di Di Fabio, tuttora nel libro paga della Maceratese. In questo senso, dopo le dichiarazioni shock dell’altra domenica, lei il primo passo forse l’ha fatto. Non ha seguito, come minacciato, i suoi ragazzi dalla panchina,preferendo il ruolo di… osservatore (a Recanati) dell’Agnonese, prossimo avversario della Maceratese(+). Immagino quanto abbia sofferto alle altalenanti notizie provenienti dall’Helvia Recina.

MA ANCHE FAVO DOVREBBE  RITROVARE COERENZA(a) E LUCIDITA’(b) d’un tempo. (a) Gli ho chiesto il motivo per cui,nonostante la squalifica di Conti, anche nel derby ha rinunciato ad un centrocampista senior , a beneficio di Pietropaolo, in modo da poter riutilizzare  Di Berardino (-) come esterno basso di destra, al posto di Donzelli. Mi ha risposto che le caratteristiche d’interdizione dell’under erano adatte a rimpiazzare Conti. Trascurando il

Il centrocampista Ruffini

Il centrocampista Ruffini

fatto che i due avevano giocato insieme anche la domenica precedente contro l’Angolana(-). (b) Gli ho pure domandato il perché della sua inerzia al cambiamento di metà del reparto intermedio pesarese deciso dal suo omologo Magi ,al ritorno in campo dopo l’intervallo. Che avrebbe completamente modificato il rapporto ritmo/pressing nella fascia intermedia ed, in un batter d’occhio, rovesciato il risultato. Sia pure con la complicità degli svarioni di Di Berardino e di Aquino(-). Non pervenuta ,o comunque insufficiente,la replica(-).

DA UN ALLENATORE DELLA SUA PROFESSIONALITA’ sarebbe stato legittimo attendersi qualcosa di più. E magari anche maggiore acume,ma soprattutto obiettività, nella valutazione delle qualità e della condizione di forma dei suoi giocatori.Il riferimento a Di Berardino è puramente casuale(-).

PUR CONSAPEVOLI che Favo meriti umana comprensione(+),stretto com’è nella morsa fra la minaccia di sfracelli…presidenziali e la necessità di ottenere risultati,per raggiungere l’over season, con una formazione che ora è solo  lontana parente di quella d’un tempo e con sul collo l’alito  rabbrividente del Giulianova. Pensando alla partita di ritorno al “Fadini”(record di successi interni abruzzesi,otto come Ancona,Agnonese e Jesina: anche queste due ultime prossime anfitrioni della Maceratese).

I tifosi della Maceratese in curva nella partita contro la Vis Pesaro

I tifosi della Maceratese in curva nella partita contro la Vis Pesaro

COINVOLGENTE MA NON SUFFICIENTE la commozione di Cavaliere se non sarà seguita dai fatti. Quindi il bel primo tempo dei biancorossi, apprezzabile  anche sul piano tecnico, ed il loro adrenalinico finale, malgrado la scarsa assistenza della panchina, debbono essere l’episodio iniziale del riscatto che ,auspicabilmente (+), condurrà alla fine del campionato. Un comportamento ondivago non sarebbe accettato da una tifoseria che ieri pomeriggio ha dato lezione di civiltà. Con il breve sciopero, peraltro ridotto dai programmati venti minuti a poco più d’un quarto d’ora per l’irresistibile richiamo del gol di Ruffini; poi con il sostegno e gli applausi finali(+++). Pur con qualche(comprensibile) astensione..

CHE SI VIVA FINALMENTE UNA SETTIMANA SERENA(+), ante trasferta molisana..Anche se rumors di corridoio non escludono colpi di coda in alto loco nell’immediatezza…

SEMIFINALE A MATELICA? Mi rimangio quello che ho scritto in queste settimane riguardo all’inutilità di un quarto o quinto posto nei play-off. Arrivo al punto di dire che il quinto sarebbe ideale,perché molto probabilmente significherebbe Matelica-Maceratese. Pensate che rivincita sarebbe per i biancorossi aggiudicarselo, a saldo e stralcio del regolamento dei conti.. (+)! La “vera” partita d’un intero campionato.Ricordate che fine fece l’anno scorso il San Cesareo a Roma, dopo aver dominato tre quarti di stagione? Però c’era Melchiorri.

Maria Francesca Tardella all'Helvia Recina

Maria Francesca Tardella all’Helvia Recina

IL DALTONISMO ARBTRALE (-) A volerla mettere sulla battuta ,solo con la confusione del color rosso con il giallo si potrebbe spiegare,ma non giustificare, l’incredibile errore commesso dall’arbitro nell’estrazione del cartellino giusto per punire l’uscita disperata di Foiera su Gabrielloni. In realtà, c’erano invece tutti gli estremi per una solenne arrabbiatura,dal momento che la mancata espulsione del portierone vissino (—) ha pesantemente condizionato l’andamento dell’incontro. Avendo tolto il sacrosanto ai diritti della Maceratese.

COME CORNUTI E MAZZIATI HANNO CONCLUSO LA PARTITA I BIANCOROSSI(-) Che hanno subito,dopo l’accadimento succitato, l’ammonizione di Romano,reo di aver spostato il pallone qualche metro in avanti rispetto al punto di battuta di un innocuo calcio di punizione,e l’espulsione di Aquino per recidiva.In mezzo c’è stata anche quella di Favo.

L’ARROGANZA DI TALE FOURNEAU DI ROMA (-) è emersa nel seguente siparietto avvenuto nel sottopassaggio dell’Helvia Recina,mentre le squadre stavano raggiungendo gli spogliatoi per la sosta fra un tempo e l’altro. Un giocatore pesarese gli si è avvicinato per chiedere spiegazioni riguardo all’annullamento della rete di Costantino, che però aveva calciato a gioco fermo. Favo, lì nei pressi, non si è trattenuto. Un legittimo”ma qui se qualcuno deve protestare sono io. Perché, arbitro, non ha mandato via dal campo Foiera?” è uscito dalla sua bocca. Sufficiente però a meritargli il “rosso” da parte del direttore di gara. Improvvisamente non più daltonico.

L’ASSENZA DI FAVO DALLA PANCHINA, nella ripresa, può spiegare la mezz’ora di black-out biancorosso(-) che ha consentito alla Vis Pesaro di riagguantare e poi superare la Maceratese? Lo vorrei sperare; ma credo che non sia proprio così.



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