da New York
Elisabetta De Luca
Che risonanza ha Macerata oltreoceano? Lanciando una ricerca e digitando la parola “Macerata” sul New York Times on-line, la prima notizia che appare, in ordine di rilevanza, è datata 23 aprile 2006. L’articolo è di Annette Midgette ed è corredato da una delle belle foto dello Sferisterio scattate da Alfredo Tabocchini. La giornalista purtroppo definisce, nonostante gli elogi, MacerataOpera come l’atro lato della medaglia, rispetto all’arena di Verona, nella “più quieta” regione Marche. La notizia, in seconda posizione, è invece quella del terremoto, ne seguono altre di poca rilevanza ed in sesta posizione troviamo il nostro premio Oscar Dante Ferretti. Altra sorpresa la stessa ricerca sul Washington Post. Questa volta in pole position risulta la notizia del 22 settembre 2009, relativa alla scomparsa di Maurizio Montalbini, avvenuta qualche giorno prima, nei pressi di Macerata. Un bel ricordo dello speleologo che aveva trascorso 235 giorni nella “Grotta fredda” in isolamento e che aveva collaborato con la Nasa e con numerose università in tutto il mondo.
Usando “Sferisterio” come parola di ricerca le cose non migliorano. Si rinviene la stessa notizia trovata per Macerata sul New York Times e, invece, la dicitura “sorry! There are not results for your search” [nessun risultato per questa ricerca] facendo la stessa ricerca sul Washington post. Non compare nulla (con entrambi i vocaboli) su USA Today.
Il passo successivo non può esimersi dal curiosare nel catalogo del sito web della New York public library. L’edificio, costruito nel 1895, è rinomato anche per aver funto da scenografia a molti film tra i quali “A colazione da Tiffany” (1961), “Gostbusters” (1984), “Spiderman” e “Sex and the city” (2008). Oltre 51 milioni gli oggetti (tra libri, dvd, e-book) conservati alla NYPL e tra suoi tesori più preziosi troviamo una lettera originale di Cristoforo Colombo del 1493, nella quale annuncia di aver scoperto il nuovo mondo, e l’originale del “Farewell address “ di George Washington. Questa volta ricercando “Macerata” appare una lista con 309 risultati. Tra questi diversi testi su padre Matteo Ricci, “La storia di Macerata” della tipografia Compagnucci (1971/77), “Il Comune di Macerata” dell’Accademia dei Catenati, “Il tempio di Santa Maria delle Vergini” di Saghi Ludovico (1949), “Un poeta maceratese, memorie sulla vita di F. Ilari” di Guido Natali (1875), “La condizione lavorativa delle donne di Macerata” di Cristina Davino (2009), “Cento anni di riso, storia della risicultura nel maceratese” di Paolo Brasca (2013)., e, una chicca tra tutti: “Il cuoco Maceratese” di Antonio Nebbia (1871). Considerato il grande onore riservato al nostro cuoco nella libreria più prestigiosa al mondo, entriamo, questa volta, in un luogo decisamente più voluttuoso e goliardico, direttamente nel tempio moderno della gastronomia italiana all’estero, “Eataly”, immaginando di trovare grande risonanza della tradizione culinaria della nostra terra. Entrando dalla 5a strada si accede direttamente all’area dedicata ai prodotti dolciari della nostra gastronomia.
Che amara delusione invece trovare il posto vuoto delle Marche sulla cartina delle specialità regionali! E i cavallucci, le castagnole, il parrozzo, i calcioni, la serpe? Continuando il giro, niente anche nel reparto dedicato alla pasta secca, quella geograficamente più vicina viene da Campofilone. Non va meglio con la pasta fresca: fanno bella mostra di se’ gnocchetti sardi, orecchiette pugliesi, tortellini emiliani, paccheri campani, le Marche fanno solo capolino con gli strangozzi, di Foligno-Spoleto. E l’olio di oliva? Quasi esclusivamente Toscano.
Lasciamo stare il prosciutto di Carpegna, il ciabuscolo e gli insaccati in genere, viste le norme restrittive della FDA (Food and drugs administration), ma le lenticchie di Castelluccio? Le olive ascolane e la crema fritta? Neanche l’ombra. “Non e’ rimasto nulla del grande evento dedicato alle Marche dello scorso ottobre?- chiediamo a Dino Borri, Buyer di Eataly NY- “E’ stato – commenta Borri- un grande evento che ha destato molto interesse, non solo gastronomico ma anche culturale, che ha permesso di promuovere tutta la Regione. I prodotti non sempre riusciamo ad introdulrli soprattutto per problemi tecnici e burocratici legati alle regolamentazioni delle importazioni”.
Continuando il giro notiamo che anche i nostri vini (di cui 5 Docg e 19 doc) sono desaparecidos, solo Verdicchio e Rosso Piceno resistono.
Le specialità come la Vernaccia, il Vino di visciole, il Vino cotto? Nulla, ma per fortuna c’è almeno il Varnelli. C’è un grande spazio “vintage” dedicato alle bibite di una volta, gassosa, aranciata, chinotto, ti aspetti quindi di trovare la spuma e la cedrata Passarelli, niente da fare.
Infine solo i prodotti per la tavola dei Guzzini sono riusciti a conquistare uno spazio sugli scaffali della Disneyland della gastronomia italiana. Un tripudio lussurioso di cibo degno di pranzi luculliani dove Macerata gioca il ruolo del grande assente. Antonio Nebbia, nonostante l’onore della New York Library, in fondo, non è mai uscito “dai cancelli”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
…castelluccio di norcia non e’ nelle marche….
Ma sai quanto ce ne frega se l’americani non ce se ncula!
Buonasera,si puo’ e si deve migliorare la vetrina delle “Nostre” peculiarita’.
Qualcosa di Macerata a New York e di recente c’è qui: http://www.guggenheim.org/new-york/calendar-and-events/2014/05/07/pannagi-arte-meccanica-and-the-international-avant-garde/3271
Sì, però c’è stato qualche mese fa un fondamentale viaggio a New York per promuovere lo Sferisterio: si direbbe che non abbia sortito grandi effetti.
Tralasciando l’inutile carrozzone dell’ENIT (che dovrebbe promuovere il turismo, ma sembra che promuova più gli stipendi dei reponsabili, visto che alcune sedi fruttano anche circa 10.000/15.000 eruro NETTI al mese) è indubbio che promuovere le Marche, al Provincia di Macerata o la città di Macerata in ambito internazionale non è cosa facile.
Ad esempio molti Tour Operator europei, tra i loro “giri” (che però non so quanto successo riscuotano) mettono Urbino, ma di altre mete marchigiane non si trova traccia.
Peggio se si va verso gli USA o ad Oriente (Indica, Cina)…
Eppure le Marche (incastonate tra il mare riminese e il Tavoliere delle Puglie) potrebbero avere buone caratteristiche per calamitare turisti europei in cerca di spiagge, buon cibo, bei paesaggi..
….Turisti che non vogliono “lo potò” riminese ma che non vogliono nemmeno farsi altre 3/4 ore di macchina per raggiungere da Rimini le Puglie…
Abbiamo sagre, feste, rievocazioni medioveli, la cantine aperte e mille altre iniziative che potrebbero catturare turisti per 12 mesi l’anno.
Ed anche in fatto di storia e di cultura abbiamo molto da offrire….
Ma allora perchè il turismo, seppure ci dicono che ogni anno aumenta, non riesce mai veramente a decollare???
Le cause sono molte, alcune derivano da situazioni oggettive (mancano alberghi, villaggi, ecc.) altre da incapacita soggettiva.
Faccio qualche esempio per spiegarmi meglio:
(A) Nel 2010 il mensile dei pensionati americani aveva scelto le Marche come uno degli 8 luoghi (otto non ottanta!!!!!) al mondo dove andare a vivere…
Ci si sarebbe attesi che, nei numeri successivi del mesile, ci fosse stata un’adeguata campagna pubblicitaria del nostro territorio regionale per “spingere” l’inchesta che ci aveva fatto così tanta pubblicità…
Invece nulla.
(B)Sempre nel 2010 un ragazzo marchigiano si era fatto in USA cost-to-cost con la vespa: accolto in molte città con simpatia, foto con gli sceriffi, incontri con i sindaci, ecc. ecc.
Ebbene nessuno, ad Ancona, ha pensato di far seguire l’evento con un paio di camion pieni di prodotti tipici e pubblicità di tutta la regione: dove si fermava il ragazzo c’era da organizzare una festa per pubblicizzare il nostro territorio…
Abbiamo preferito avere un video (costo oltre 1 milione di euri!!!) di D. Hoffam (tra l’altro, come pubblicità, nemmeno girato alle agenzie turistiche in Regione in modo da poterlo piazzare sui loro siti online!!!) che declamava versi, in italiano stentato, che abbiamo fatto girare per le Fiere del settrore: con risultati, che dire scarsi, è essere ostinatamente positivi….
Spacca, con Matteo Ricci, mi sembra sia andato a chudere degli accordi in Cina (cioè tras il 2010/2011 ci è stato 5 o 6 volte): probabilmente qualcuno ne ha beneficiato di tali accordi…. Ma, di turisti cinesi (che con la scusa di Matteo Ricci ci avevano detto che a Macerata sarebero arrivati a vagonate!!!), ne sono arrivati veramente pochini (ed anche qui siamo ottimisti)
Siamo andati a pubblicizzare lo Sfersiterio, ultimamente a New York, addirittura facendo un flash-mob a Cental Park (… Ecchecavvolo non siamo internazionali???….) dove, almeno dalle foto pubblicate su CM, erano più i musicisiti dei presenti
Insomma la politica sembra essere più interessata a viaggiare (con la scusa del turisrmo e della cultrua) più a che promuovere -realmente- turismo e cultura…
Poi ci lamentiamo perchè a New York nessuno sappia cosa sia o dove sia Macerata????
Ma …..credo che il problema sia più il loro che non asseggieranno mai i Vingisgrassi , il brodetto o il ciavuscolo con il pecorino e un bicchiere di vernaccia!!!!!!
Ah macerata granne ma calete da so paglia’…. Ma chi ve credete de esse.sul giornale la repubblica invece dice… Che avete tanti piccioni che vi tirano tanti escrementi sulla testa
Intanto i ns cari amministratori un viaggio a NYC a carico ns lo hanno fatto e penso che sia costato anche un bel pò…. ma sollecitare qualche articolo giornalistico su Macerata e dintorni a qualche giornalista di grido negli USA non ci sarebbe costato meno e avrebbe portato a risultati maggiori! questa è come la campagna pubbliciataria della REGIONE MARCHE con Dustin Hoffman, ne hanno parlato solo nelle Marche, ma le ns amministrazione a quali agenzie pubblicitarie si affidano!