di Marco Ricci
Il maceratese Gianluca Frinchillucci vive di una professione anche rischiosa. In passato esploratore polare, da qualche anno insieme alla Onlus Perigeo porta avanti progetti di solidarietà in luoghi oggi non certo sicuri del mondo, come l’Etiopia, la Somalia e il Gibuti. Da ragazzo si era già visto dare la caccia tra le montagne del Perù – insieme alla civitanovese Maria Pia Melonari – dai miliziani di Sendero Luminoso, marxisti di fama, banditi di fatto. Ma sicuramente al 46enne di Sant’Angelo in Pontano, non era mai capitato di trovarsi a bordo di un aereo dirottato e di vivere in diretta il blitz delle teste di cuoio. E’ quello che invece che gli è successo questa notte quando il suo volo dell’Ethiopian da Addis Abeba a Roma è stato dirottato dal copilota etiope e condotto in Svizzera dove il dirottatore vorrebbe chiedere asilo politico. L’aereo, scortato da caccia italiani e francesi, è atterrato a Ginevra intorno alle 7.00 di questa mattina. Qualche minuto a luci spente, poi il blitz delle teste di cuoio svizzere che hanno liberato l’aereo. Tutti i duecento passeggeri, tra cui 140 italiani, stanno bene e sono subito stati assistiti dalle autorità locali. Alle undici i passeggeri erano ancora in aeroporto, con Gianluca in attesa di tornare in Italia.
“Ero di ritorno in Italia da Gibuti – ci ha appena raccontato al telefono, la voce ancora emozionata ma serena – Avevo preso l’ultimo volo, quello dall’Etiopia diretto a Roma. Eravamo già in quota quando abbiamo sentito urlare dalla cabina di pilotaggio. L’aereo ha cominciato a perdere quota e subito si sono abbassate le mascherine con l’ossigeno. E’ stato un momento davvero di paura ma va detto che il personale etiope si è comportato benissimo, con grande professionalità e a bordo tutti siamo rimasti calmi. Non si è vista alcuna scena di panico. Eravamo convinti si trattasse di un problema tecnico, sia per le urla che per la caduta di altezza. Solo verso l’alba abbiamo capito che l’aereo stava attraversando le Alpi. Prima di atterrare il Boeing ha cominciato a girare in tondo sopra l’aeroporto, finché non c’è stato l’atterraggio”. Solo allora Gianluca Frinchillucci e gli altri passeggeri sono stati avvertiti dal pilota italiano che l’aereo era stato dirottato. E che entro pochi minuti sarebbe scattato il blitz delle teste di cuoio.
“L’aereo è rimasto a luci spente sulla pista – ci ha detto – poi abbiamo visto entrare le teste di cuoio e debbo dire, abbiamo vissuto questo momento come una grande liberazione, con un grande respiro di sollievo e siamo stati liberati. Paura? Moltissima all’inizio, non solo per la prima perdita di quota e per le urla dalla cabina, ma anche per altri repentini abbassamenti dell’aereo. Tentavo di scherzare con gli altri passeggeri per sdrammatizzare, ma dentro la paura c’è stata. Un papà spiegava ai figli che era tutto un gioco che si concludeva con un premio al momento dell’entrata in azione delle teste di cuoio. Abbiamo partecipato un po’ tutti a questo gioco, sembrava di essere nel set di la vita è bella. Però va detto che oltre alla grande professionalità del personale etiope tutti i passeggeri si sono comportati con grande calma e con grande reciproca solidarietà. Gli svizzeri – ha proseguito – sono stati fantastici e subito siamo stati accolti da medici, psicologi, ci hanno rifocillato, con la polizia che si è comportata in modo splendido nei nostri confronti. Adesso siamo ancora in aeroporto. Tra noi passeggeri si è sviluppato un clima di grande solidarietà. La gente a bordo sta realizzando adesso. Qui è un via vai di psicologi e medici ma c’è molta sobrietà. Gli svizzeri ci stanno assistendo al meglio. La lunga notte con il pilota che minacciava di far cadere l’aereo e il volo irregolare si fa sentire. Spero adesso di prendere il primo aereo per tornare in Italia.”
Da quanto ci ha raccontato Frinchillucci, l’aereo è stato dirottato dal copilota etiope che avrebbe approfittato dell’uscita dalla cabina del primo pilota. A quel punto il dirottatore si è chiuso dentro fino all’atterraggio avvenuto a Ginevra intorno alle sette. Non si sa ancora quando Frinchillucci riuscirà a tornare a Sant’Angelo in Pontano, dove vive con suo figlio. In ogni caso un’altra avventura andata a buon fine per il maceratese, un’altra avventura che racconterà ai suoi familiari e ai suoi compagni della Perigeo. Gianluca Frinchillucci, per la sua grande attività come esploratore e nel mondo delle onlus, è molto conosciuto nel maceratese.
L’arrivo a Fiumicino, intorno alle 21.00, degli italiani che viaggiavano sul voto dirottato. La foto è stata scattata da Gianluca Frinchillucci
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Esperienza da non rivivere sicuramente e da non augurare a nessuno, ma credo sia il primo caso al mondo in cui i passeggieri venivano avvertiti dell’arrivo delle teste di cuoio
Bastava avvertirlo, decollava con la Smart e sistemava tutto nei cieli di Roma senza bisogno di teste di cuoio svizzere.
sono contento che sia finita bene,caro ‘vecchio’ Gianluca frinchillucci
Grande GIANLUCA, con tutte le faccende di cui ti occupi, ti pareva che non dovevi trovarti anche in questa situazione… un forte abbraccio! Tutto è bene ciò che finisce bene!