Ciclostile: “Usciamo dall’autocentrismo”

L'associazione maceratese chiede strade più sicure e accoglienti per tutti
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Workshop “zona 30” organizzato da GaTR (giovani architetti Terni) settembre 2013

Workshop “zona 30” organizzato da GaTR (giovani architetti Terni) settembre 2013

 

 

Riceviamo da Carlo Massimo Pettinari, presidente dell’associazione di Macerata CicloStile onlus:

«L’incidente di via Marchetti di qualche giorno fa (leggi l’articolo) può essere catalogato tra le curiosità della cronaca locale: una ardita nonna al volante che affronta un motorino apparso improvvisamente in contromano e lo evita planando su un marciapiede.

L'incidente citato di lunedì scorso

L’incidente citato di lunedì scorso

Ma l’assenza (fortunata e fortunosa) di conseguenze gravi non può farci dimenticare qual è il succo della vicenda: l’arroganza, il dispetto per le regole e l’ansia da prestazione sono diventate la norma nelle nostre strade. Fate caso agli automobilisti che minacciano i pedoni sulle strisce e ai pedoni che attraversano lentamente, ovunque, la strada? Sembra che sia in corso una sfida a demolire il senso di civiltà, gli uni contro gli altri, invertendo il proprio punto di vista a seconda del mezzo di locomozione utilizzato.

 

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L’invadenza delle auto, tollerata e incentivata, ha prodotto un sistema-città in cui sono le norme del traffico a determinare le regole della convivenza: le persone devono adattarsi a prescrizioni e divieti ideati per i veicoli a motore. Se ciò è giusto nelle parti di città destinate al flusso di scorrimento automobilistico, non può essere più consentito in tutta quella parte del territorio in cui devono essere le regole della socialità e dell’incontro a prevalere. Via Marchetti, come il centro storico, come tante altre zone di Macerata, con le case, i negozi, le scuole, i luoghi di passeggio e di ritrovo, devono essere considerati uno spazio pubblico dove chi le attraversa in auto o in moto deve comportarsi come un ospite. La velocità non può essere il valore determinante, deve cedere il passo alla libertà di movimento e all’interazione sociale.
Per ottenere questo cambiamento non ci si può affidare al buon cuore delle persone o a qualche invisibile cartello di obbligo o divieto; anche gli autovelox non risolvono la questione, in quanto sentiti come una trappola piuttosto che uno strumento di educazione. 

ciclostile 3La sfida della moderazione del traffico (traffic calming dalla scuola anglosassone), un percorso già intrapreso in Europa e nelle città italiane più emancipate, passa per una decisione politica chiara sulla destinazione delle diverse zone della città: scorrimento agevolato per i mezzi a motore o luogo di passaggio e di incontro per i cittadini. Una volta fatta questa scelta fondamentale sarà necessario cambiare il volto delle strade: dovrà essere lo spazio fisico a suggerire in modo inequivocabile che si sta entrando in una zona a prevalente carattere sociale. La strategia delle “zone 30”, aree dove la velocità massima veicolare permessa è di 30 km/h, consente con spese contenute (se si agisce con intelligenza) di limitare di poco la rapidità degli spostamenti riducendo nettamente i pericoli creati dal traffico e riportando qualità all’ambiente cittadino. In ambienti dove è la conformazione della strada a imporre una riduzione della velocità la parola chiave diventa “convivenza-condivisione”: sarà più facile, sicuro e piacevole frequentare vie e piazze per gli utenti deboli, quali pedoni e ciclisti. Da tempo si dibatte su come riqualificare Macerata: non possiamo partire dalle nostre strade, quali luogo pubblico, rendendole più accoglienti e sicure per tutti?» ciclostile 4

 



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