Continua il botta e risposta tra il sindaco di Pioraco Giovanni Torresi e la presidente dell’associazione Argo Barbara Vittori sul contributo per chi adotta un cane (leggi l’articolo).
«Gent.le Sindaco, – scrive la Vittori – mi fa piacere che questo scambio di opinioni avvenga tramite un giornale on line perché ci consente di rendere partecipe la cittadinanza e le persone interessate all’argomento. E’, altresì, un’occasione per accendere i riflettori su questioni che se non approfondite, rischiano di lasciare spazio a fraintendimenti e commenti piuttosto superficiali, pur se espressi con le “più buone intenzioni”.
Premetto, per completezza di informazione, che l’associazione che rappresento si occupa di cani randagi ed adozione degli stessi dal 1995, con una media di oltre 100 adozioni ogni anno. Con un calcolo molto approssimativo, possiamo, quindi, asserire che Argo, ad oggi ha dato in adozione circa 2000 cani, senza nessun costo per le amministrazioni che hanno beneficiato e beneficiano ancora della sua attività.
Tutte le iniziative, pubbliche e private, a sostegno degli affidi degli animali randagi sono sempre state sollecitate e sostenute da Argo, come da ogni altra associazione animalista.
Nel caso di specie, ci siamo limitati a sottolineare la vigenza di una precisa norma contenuta in un regolamento regionale, che è stata fortemente voluta da tutti i soggetti che tutelano il benessere animale, proprio per fare in modo che gli aiuti pubblici (al giorno d’oggi sempre più preziosi) vengano riconosciuti solo e soltanto a quelle famiglie che sostengono realmente delle spese per l’animale ed evitare così che l’escamotage dell’adozione venga sfruttato da “personaggi poco seri” per puri interessi economici.
Come è facile comprendere, infatti, la Sua amministrazione e/o altro organo di controllo troverà molto difficile, se non impossibile, verificare che il cane sia ancora in vita e/o ben curato se la famiglia che è venuta a prender in affido l’animale e che verrà a presentarle scontrini e fatture (richiedendo il compenso promesso), vive fuori provincia o persino fuori Regione. Rischio che forse potrebbe diminuire, ma non sparire se il beneficio economico è stato previsto soltanto per le famiglie del suo comune e sotto un controllo periodico.
In linea con lo spirito della norma regionale, ci permettiamo, quindi, di suggerire che il contributo a rimborso di scontrini e fatture, possa essere sostituito da buoni spesa o buoni prestazioni da consumare presso pubblici esercizi e professionisti medico veterinario locali, con il duplice vantaggio che l’iniziativa così formulata potrebbe sostenere economicamente attività commerciali locali ed indirettamente beneficiare anche di un serio controllo sullo stato dei cani da parte di medici veterinari convenzionati con il vostro ente per l’iniziativa. Con totale spirito di collaborazione, la salutiamo e restiamo a disposizione per ogni ulteriore informazione».
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piuttosto che agli animali, suggerirei di destinare i buoni spesa alle persone che hanno poco o niente da mangiare
probabilmente Giorgio59 ha ragione nell’asserire che vi sono persone che hanno poco o niente da mangiare ma crediamo che la loro condizione di vita non dipenda di certo dalla presenza di randagi, quegli stessi randagi divenuti tali proprio “grazie” all’uomo, come siamo fermamente convinti che chiunque voglia desiderare di dividere parte della sua giornata con un animale adottato da un rifugio non lo faccia in virtù di quella piccola fetta di mantenimento. Il Sindaco sta provando, con tale metodo, solo a cercare di diminuire i costi di gestione dimenticandosi peraltro che il contributo, per essere positivo, dovrebbe tener conto sia della situazione economica dell’adottante, del fatto che i contributi dovrebbero essere elargiti solo come rimborso reale di spese sostenute per il cane adottato e che l’adottante dovrebbe risiedere nella stessa circoscrizione onde rendere valido ogni controllo dell’animale.