Buone notizie per i lavoratori della Best. All’inizio di dicembre i sindacati avevano lanciato l’ennesimo allarme perchè l’azienda aveva bloccato i pagamenti e gli ammortizzatori sociali stavano per terminare. Alla base del blocco la mancata emissione del Decreto Ministeriale di approvazione del secondo anno di Cigs (leggi l’articolo).
In questi giorni è stata sbloccata la sospensione dei pagamenti della cassa integrazione per i lavoratori della Best ed è arrivato il decreto del Ministero del lavoro che permette di riprendere i pagamenti della cassa integrazione per i lavoratori dell’azienda. “Siamo ovviamente felici dell’esito – dichiarano Enrico Morettini e Sergio Balducci della Rsu aziendale – é stata una battaglia che ha visto al fianco dei lavoratori l’impegno e l’intervento della Presidente della Camera Laura Boldrini e dell’on. Lara Ricciatti di Sinistra Ecologia Libertà, che si sono prontamente attivate in sostegno delle nostre istanze. Questa storia – ribadiscono Morettini e Balducci – é un esempio concreto dei risultati che si possono ottenere quando la politica ed il mondo del lavoro vanno nella stessa direzione. Un impegno congiunto che potrebbe davvero fare la differenza, anche in altre realtà”.
Il 30 novembre vi era stato, infatti, l’incontro dei lavoratori della Best con la presidente Boldrini e l’onorevole Lara Ricciatti, durante il quale è stato sollevato il problema e richiesto un loro intervento per agevolare la soluzione.
La Best, azienda specializzata nella produzione di motori per cappe aspiranti, aveva fino a pochi anni fa novecento lavoratori. Oggi sono rimasti in 209, concentrati nel solo stabilimento di Cerreto d’Esi. Quello di Montefano sparì, letteralmente, durante il “ponte” dei morti del 2011, quando la fabbrica venne svuotata in segreto e in gran fretta di tutte le sue attrezzature, trasportate in Polonia.
I lavoratori dello stabilimento di Montefano sono attualmente al secondo anno di cassa integrazione in deroga per cessazione di attività. L’accordo della cassa, stipulato in Regione, prevedeva l’anticipo economico da parte della stessa Best per il primo anno. Tale anticipo ammonta, ad oggi, ad un milione ed ottocento mila euro circa e i pagamenti erano stati bloccati in quanto il Ministero del Lavoro non emetteva il decreto con il quale la Best avrebbe potuto recuperare i soldi anticipati e la compensazione dei contributi da versare all’I.N.P.S..
“Una bella giornata per molti – commenta l’onorevole Ricciatti di Sel – quando la politica riesce a risolvere i problemi concreti delle persone assolve ad uno dei suoi compiti più alti. In questa circostanza, poi, diamo un segnale importante: da questa crisi vogliamo é dobbiamo uscire senza lasciare nessuno indietro. Su questo ci sarà il nostro massimo impegno”.
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cioe’ li paga lei ti tasca sua?
Siamo tutti democristiani e moriremo democristiani. Ossia, abbiamo bisogno di un santo in paradiso per poter ottenere i nostri diritti. La Best ha un santo importante nella figura della terza carica dello Stato. Se non l’avesse avuta, i lavoratori della Best non avrebbero ottenuto i diritti loro spettanti.
Quindi, grazie, signor presidente della Camera… Quanto è buona, lei!
A Pollenza c’è il signor Giuliano Maccari che è costretto ai domiciliari e non può neanche lavorare, onde poter riscaldare la casa e mangiare un pasto caldo. Chiede di poter ritornare in carcere, almeno lì dentro mangia e si riscalda…
Il signor Maccari è stato uno spacciatore di droga. A meno che quella quantità non gli fosse servita per uso personale… E’ fuori della legge, fuori dal carcere, ma costretto a rimanere in casa. I motivi li conoscono i giudici. Noi cittadini sappiamo che tra poco migliaia di detenuti – spacciatori, ladri ed altro – per niente riabilitati e senza un lavoro verranno messi “fuori”. Ma andranno a spasso, probabilmente a delinquere di nuovo. E’ la bontà clerico-comunista che guida il reinserimento buttando i detenuti sulla strada, senza un lavoro, oppure accogliendo Africani derelitti, sempre senza un lavoro, che la Kyenge chiede per loro, levandolo agli Italiani..
Almeno, il signor Maccari il lavoro ce lo avrebbe, ma non può uscire. Si rivolga allora alla terza carica dello Stato per poter ritornare “dentro”. Magari, lo riprenderanno e passerà i suoi giorni al caldo e con un pasto sicuro.
Se avesse ucciso qualcuno allora il permesso breve lo avrebbe ottenuto ma siccome il reato è “piccolo” allora rimane ai domiciliari.