Nel cuore di Macerata, in via Mozzi, c’era il domicilio dell’eroina. Lì in un appartamento chiuso da una pesante porta blindata, tre persone vendevano stupefacente e mettevano a disposizione le stanze per poterlo consumare. E’ in quella casa che si è chiusa l’indagine Doorbell della Squadra mobile di Macerata, che ha portato in manette due tunisini e un maceratese.
Alla fine le indagini dell’operazione Doorbell hanno portato gli agenti della Mobile di Macerata, guidata dal vice questore Alessandro Albini, ad un appartamento del centro storico. In quella casa c’era da qualche tempo, quotidianamente, un via vai di persone conosciute alla polizia per problemi legati al consumo di stupefacenti. Il che ha convinto gli inquirenti che nella casa, in via Mozzi, si nascondesse un market della droga. Le indagini, hanno portato a scoprire che la casa era usata da tre persone: Francesco Martinelli, maceratese di 35 anni, Boulbaba Loussaief, tunisino, 21enne, e Cherni Yassine, 20 anni, anch’egli tunisino. I tre giovani, in quella casa, non solo cedevano stupefacente, ma poi mettevano a disposizione i locali per consentire di consumare in tutta tranquillità la droga. Ieri pomeriggio la Mobile, dopo un lungo servizio di appostamento, e dopo aver raccolto elementi di prova tali da ritenere che in quella casa si celasse un market della droga, ha deciso di fare un blitz. La zona è stata chiusa al traffico, per sicurezza e per tagliare vie di fuga ai pusher. Fatto questo, la polizia è entrata nella palazzina e ha sfondato la porta blindata dell’appartamento.
Una volta entrati, Yassine ha cercato di fuggire e si è scagliato contro i poliziotti con cui ha avuto una colluttazione. Li ha colpiti, nel tentativo di dileguarsi, ma alla fine gli agenti sono riusciti a bloccarlo e ad ammanettarlo. Martinelli invece non ha opposto resistenza. L’altro tunisino, al momento dell’irruzione, stava dormendo. Con sé aveva svariate centinaia di euro, ritenuti dalla polizia provento di spaccio. Nella casa gli agenti hanno rinvenuto 30 grammi di eroina, che era ancora allo stato solido, due bilancini di precisione, decine di dischetti di plastica, utilizzati per confezionare le dosi termosaldate di droga, e poi sostanza da taglio e tutto il materiale tagliare e confezionare la droga. Nella casa c’erano anche centinaia di stagnole bruciate, che proverebbero che qualcuno in quella casa aveva assunto, e in svariate occasioni, eroina. Martinelli, Yassine e Loussaief sono stati arrestati. I due tunisini erano già stati colpiti da decreto di espulsione dal nostro Paese. A Yassine, oltre al reato di spaccio, viene contestato quello di resistenza a pubblico ufficiale. I due tunisini si trovano in carcere a Camerino, sono assistiti dall’avvocato Domenico Biasco.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
adesso mi raccomando signor giudice immediatamente ai domiciliari!!!!!!
Complimenti per l’operazione…!!! Ma per la “famosa” espulsione, non attuata, ci vorrebbe un arbitro internazionale con un bel cartellino rosso…!!! E’ vero… Sig. Giudice ??? Mai la bella notizia di un’espulsione fatta bene e… possibilmente “numerosa”…!!!
e comunque anche stavolta 2 su 3 sono extracomunitari….non te sbagli mai.
Laddove c’è una porta blindata (i Carabinieri lo sanno, ma hanno le mani legate) c’è il luogo di uno o più illeciti. Almeno all’Hotel House, a Porto Recanati, è così!
io non li processerei in tribunale, ma li porterei dentro le case di tutti i genitori che hanno purtroppo dei figli che si drogano. Genitori che per 1000 euro al mese vanno a lavorare 8/10 ore al giorno, cercano di vivere nel lecito, nel rispetto delle regole