Maceratese, parte l’assalto al secondo posto

Domata la Jesina al termine di una buona gara. I biancorossi viaggiano come un treno: il Termoli è avvisato
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Enrico Maria Scattolini

Enrico Maria Scattolini

di Enrico Maria Scattolini

Profetico il monito di Favo al “Del Conero” (+), quando, una settimana fa, mise in guardia la sua squadra, fresca di gloria per il pareggio contro la capolista, dal rischio di deconcentrazione nei più accessibili derby casalinghi con la Jesina e la Recanatese. Nel primo caso ci ha azzeccato in pieno. C’è da augurarsi che i patimenti (per il pubblico) non si ripetano fra sette giorni contro i leopardiani.

Ma la realtà ha superato le previsioni (-) di una partita che si poteva immaginare tirata per la rapidità e la condizione atletica degli ospiti, certamente però non al limite del cardiopalma.

Come è stata (-), nello specifico, dall’indisturbata inzuccata a bersaglio di Nicola Cardinali, al quarto d’ora della ripresa, sino al bersaglio del sollievo centrato dal redivivo Donzelli nel primo dei quattro minuti di over time. Un’interminabile mezz’ora di batticuore.

Cause, concause, effetto. Ma è andata così solo per carenza di concentrazione? Ritengo di no. Il pressing dei “leoncelli, portato implacabilmente sino al limite della terza linea biancorossa, come precisa scelta tattica nel primo tempo e come reazione di disperazione dopo il rigore del raddoppio di Cavaliere, ha bloccato i meccanismi di manovra della Maceratese ed ha costituito un grosso problema per il suo centrocampo (-). In assoluto più lento e riflessivo, anche se più tecnico. Nella circostanza, incerto in Pietropaolo, che ha avuto difficoltà di ritrovarsi nel suo ruolo naturale dopo tanti incontri giocati da terzino, e non al top nell’acciaccato Romano. La squadra biancorossa si è frammentata in due tronconi: ha concesso campo agli avversari sino al limite di propri sedici metri difensivi o giù di lì, ed è stata costretta ad abbandonare al loro destino le due punte Ambrosini e Cavaliere. Modulo per la prima volta schierato da Favo per sopperire alla forzata assenza dell’infortunato Borrelli. Sono stati autentici dolori.

Ambrosini come assistman (+) li ha però prima leniti e poi cancellati con due provvidenziali giocate: una capitalizzata dal sempre puntuale Gabrielloni (gol d’apertura), l’altra dal redivivo Donzelli (gol della sicurezza).

Il paratuto Turbacci (+), nel durante, li ha cloroformizzati con la spettacolare opposizione, oltre la traversa, alla conclusione piazzata di Iazzeta.

Ma anche Favo ci ha messo del suo (+) con l’inserimento del palleggiatore Ruffini nella propria trequarti difensiva, per stemperare lo strapotere degli jesini in quella zona; e con la chicca del nuovo ricorso in extremis ad una punta (Orta), dopo la precedente rinuncia a Cavaliere, per consentire anche alla Maceratese di alzare il disturbo del forcing sino all’innesco dell’azione ospite e ritardane quindi l’avvio.

Doveva essere anticipato l’utilizzo di Ruffini? A mio giudizio, sì. (a) Dal momento che la Maceratese era in vantaggio di due gol dall’inizio della ripresa; (b) per i tanti segnali d’allarme ripetutamente lanciati da una retroguardia in angustie, per di più orfana di Arcolai nei sette/otto minuti successivi. Favo non si offenderà mica per il conseguente (-)?

Per par condicio,va detto che tutti i Napoleoni della panchina avversari, da me domenicalmente intervistati, hanno dimostrato grande considerazione per il mister biancorosso (+). Salvo il matelicese Carucci; soprattutto a telecamere spente.

Bacci, trainer della Jesina, ad esempio, ieri pomeriggio l’ha definito un “allenatore importante” (+). Non prima però di aver pesantemente ironizzato sulle decisioni dell’arbitro del derby riguardo ad un paio in rigori negati alla sua squadra, al contrario di quello per lui “invece troppo generosamente concesso alla Maceratese”. Che poi è costata anche l’espulsione di Sebastianelli per doppia ammonizione.

Sul banco degli imputati Benfatto, il quale, come prassi, nega di aver “anche minimamente sfiorato Pierandrei” nel tackle scivolato con cui ha in pratica impedito all’imberbe attaccante jesino (classe’96) di pareggiare. ”E’ stato lui a ritardare la conclusione ed a consentirmi di recuperare ”, concluderà il biancorosso, ancora una volta straordinariamente pronto alla bisogna (+).

Al che Bacci, sul filo dell’ironia che evidentemente gli è propria (+), ha chiosato: ”Allora proporrò alla società di multare Pierandrei, perché colpevole di essersi volontariamente gettato a terra solo davanti a Turbarci.”.

Il naso di Arcolai ed il dito di Cavaliere. Tanto leggero il commento di Bacci quanto invece pesanti i piedi dei suoi giocatori (-), che hanno prodotto, in rapida successione, la frattura del setto nasale di Arcolai e quella al dito di una mano di Cavaliere.

Arcolai un habituè di questo tipo di infortuni (-). Ne subì uno simile, ma  molto più grave, un paio di anni fa ad Urbania, nel campionato di “Eccellenza”. Tassi, il roccioso centravanti pesarese, gli distrusse il volto con un’entrata assassina, provocandogli (vado a memoria) una decina di microfratture. Arcolai ebbe uno straordinario recupero, tanto da ritornare a giocare dopo pochissime settimane. L’auspicio è che riesca a ripetere la performance. Mi ha colpito il gesto con cui è uscito dal campo: di sconforto per dover abbandonare il cimento agonistico, più che di dolore. Il medesimo atteggiamento di Urbania. Da autentico capitano coraggioso.

Doppia lettura degli esiti del 12^ turno. Negativa (-), sul piano psicologico, nei confronti dell’Ancona. Che ha strapazzato a domicilio quel Sulmona ritenuto,alla vigilia, un osso duro per i dorici, i quali,nonostante le incertezze interne  negli scontri contro le corregionali, stanno confermando la sensazione di poter fare campionato a parte. Anche perché dotati della  necessaria struttura economico/finanziaria per poi affrontare la terza serie nazionale senza ambasce. Molto favorevole (+), al contrario, in versione play-off. La Maceratese ha infatti guadagnato punti su tutte le avversarie dirette. D’un sol colpo, e con un bel colpo.

Nello straordinario plebiscito di consensi ottenuti in tv mercoledì scorso dalla dottoressa Tardella, la medesima è stata molto chiara nel preannunciare l’inevitabile sfoltimento della “rosa”, attualmente costituita da ventotto giocatori i cui stipendi (o rimborsi spese che dir si voglia) sono stati tutti regolarmente pagati ad ottobre (+).

Chi è di troppo, allora, fra Ruffini, Ionni e Perfetti? Mi rendo conto della crudezza dell’interrogativo,che potrei anche risparmiarmi. Ma ritengo che vada posto, nonostante la mia stima personale e quella dell’intera tifoseria biancorossa per tutti e tre i giocatori (+). E’ cosa nota  che da tempo gli ultimi due siano in ballottaggio. Sorprenderà invece il nome dell’ex capitano dell’Ancona, che gode del perenne elogio di Favo ma continua a restare in panchina. In primis a causa della regola degli under, che nello schema biancorosso ne impone uno fra gli intermedi;ma anche perché evidentemente a Favo le caratteristiche di Conti, invece sempre utilizzato, offrono maggiori garanzie nella protezione della difesa. E’ il più difficile nodo da sciogliere a ridosso del mercato invernale. Io dico che Ruffini merita rispetto, in un senso o nell’altro (+++).



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