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(In alto la galleria con il foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
di Marco Ricci
Come sono strutturati i bilanci dei comuni, dove si può intervenire, quanto è drammatica la situazione economica e sociale che vive la nostra provincia? Durante la presentazione di oggi nella sede provinciale della Cgil dello studio condotto dalla Ires Marche su “un’analisi dei conti consuntivi 2012” è stato il segretario Aldo Benfatto a spiegare quanto sia difficile il momento che la provincia sta vivendo. “Siamo al limite di una situazione esplosiva, aumentano i bisogni e calano le risorse per dare aiuto a chi ne ha bisogno.” Il grande assente, in una sala colma di sindacalisti tra cui il segretario regionale della Cgil Marche Roberto Ghiselli e di sindaci quali il maceratese Romano Carancini e quello di San Severino Cesare Martini, lo stato centrale. Incapace di togliere un euro allo stipendio dei parlamentari, di ridurne il numero almeno di una sola unità, uno stato che ha scaricato sugli enti locali quasi i tutti i tagli di cui si vanta. Chiedendo ai comuni e alle provincie, cioè ai soggetti più vicini ai bisogni dei cittadini, di diventare esattori.
“La legge di stabilità”, ha continuato Benfatto, “ha un effetto depressivo per l’economia che colpisce in modo identico tutti gli enti locali. Anche quelli virtuosi che potrebbero spendere ma non possono”. Sono centinaia, secondo il segretario della Cgil, le aziende in crisi. In particolare quelle legate al mondo dell’edilizia dove aumentano le ore di cassa integrazione. “I comuni”, ha spiegato sempre Aldo Benfatto, “non hanno risorse da investire e non riescono spesso a pagare le ditte per lavori già svolti.” Una forte critica complessiva alle politiche economiche che vedrà la Cgil, insieme alla Cisl e alla Uil, andare allo sciopero generale il 15 novembre.
Una questione, quella dei sacrifici imposti agli enti locali, più volte affrontata dai sindaci al momento delle approvazioni dei bilanci. Ma ribadita in modo chiaro anche oggi da Romano Carancini. “Non è possibile”, ha affermato, “che solo gli enti locali abbiano fatto sacrifici. La riduzione della spesa pubblica in modo sensibile è avvenuta unicamente per gli sforzi della periferia. Questa è una grave scelta di carattere politico. Le sacche davvero di spreco”, ha proseguito Carancini, “sono altre e drammatiche, non le provincie. ” Venendo allo studio della Ires presentato oggi, sempre Carancini ne ha rimarcato non solo la bontà del contenuto ma l’importanza per i decisori. “Vedere i numeri in modo oggettivo è un grandissimo aiuto perché i numeri ci dicono dove si può intervenire e far meglio.”
I primi dati presentati oggi, frutto di un complesso studio della Ires coordinato da Novella Lodolini, ha preso in esame i bilanci di 35 dei 56 comuni della provincia. Coprendo con questo campione il 76% della popolazione maceratese. “Oltre ai dati di bilancio riguardanti le entrate e le spese”, ha spiegato la dottoressa Lodolini, “abbiamo preso in esame nuovi indicatori della situazione economico-finanziaria dei comuni, come la velocità di riscossione, l’equilibrio finanziario, il risultato di amministrazione e la spesa pro-capite.” I dati, aggregati a seconda delle dimensioni dei comuni, hanno mostrato una certa disomogeneità tra i diversi gruppi. Facendo emergere un dato chiaro. Che piccolo sarà forse bello ma non sinonimo di efficienza di spesa. Da qui l’invito con cui si è aperta la presentazione da parte di Aldo Benfatto ad accorpare i servizi. Rafforzando gli ambiti sociali, quelle organizzazioni territoriali in cui è suddivisa la provincia e che potrebbero essere presi come aree omogenee su cui produrre ed erogare servizi ai cittadini.
Novella Lodolini, durante la sua illustrazione del lavoro, ha tenuto ad evidenziare come “la spesa non sia sempre sinonimo di un buon servizio erogato.” Dal punto di vista delle entrate invece, l’analisi dei bilanci comunali ha rilevato come dei 215 milioni di entrate correnti dei comuni maceratesi, solo il dieci per cento sia frutto di trasferimenti dallo stato e dalla regione. Il restante novanta per cento deriva invece da entrate tributarie (Imu, Tarsu, addizionale Irpef) e da entrate extra-tribuarie (tra cui tariffe per servizi e multe). Ma quanto costa il funzionamento delle amministrazioni della provincia? Pesano sui bilanci per il 26% della spesa corrente, appena meno della media regionale, per una spesa pro-capite di 216 euro a maceratese. Con il picco di 528 euro di Pieve Bovigliana e il caso virtuoso di Montefano, dove l’amministrazione costa a ogni cittadino 151 euro. Montefano risulta al primo posto anche per i costi degli organi istituzionali che nel complesso della provincia è pari al 6.5% per cento della spesa. Due euro e mezzo a cittadino contro i trentatre euro a residente del comune di Pieve Torina.
Quasi un terzo delle risorse dei comuni maceratesi vanno per il welfare. 64 milioni di euro, di cui oltre la metà utilizzati nel sociale. Dei restanti 30 milioni di euro, più della metà è assorbito dalle spese per l’istruzione, un terzo per la cultura e la restante quota per lo sport. Un’analisi più dettagliata dei bilanci comunali si potrà avere dal fine settimana. Quando la Ires pubblicherà lo studio completo presentato quest’oggi.
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Tanti Comuni grandi e piccoli da tempo hanno redatto il Bilancio di Previsione 2013.Addirittura alcuni sono prossimi alla fase di assestamento dei bilanci.A Civitanova l’anno passato il Bilancio di Previsione è stata una sorta di raffazzonatura dettato da una presunta urgenza utile solo ad evitare la partecipazione.Così si è andati ad un Bilancio senza anima con una spesa corrente basata sulle proiezioni della spesa storixa,senza passare attraverso una revisione della spesa corrente tanto meno con una revisione ,risamanento o un un accorpamenteo delle aziende Partecipate.Addirittura il Sindaco Corvatta nominò Tre Saggi persone di profilo professionale elevato i quali dovevano dopo analisi e verifiche proporre la revisione della spesa corrente,tagliare le spese superflue,proporre economie,analizzare le aziende Partecipate,ecc. I Tre Saggi fecero un bel lavoro,elaborarono proposte ma di queste nessuna è stata presa in considerazione dal Sindaco e dalla Giunta.Alla data di oggi non solo non si è fatto e discusso con le categorie e la città il Bilancio di Previsione 2013 ma non è stata nemmeno presentata una proposta di Piano triennale degli Investimenti. L’unica preoccupazione politica del Sindaco e della Giunta è come impiegare l’avanzo di amministrazione dell’anno passato non per opere urgenti di manutenzione delle strade,delle scuole, e di qualt’altro soffre la città ma architettare come impiegarlo per finanziare una parte del futuro Palasport.Tutto questo avviene mentre il Tribunale ha chiuso,la sede Univesritaria distaccata che verrà chiusa,le le Partecipate nuotano fra debiti e pericolose esposizioni bancarie,ecc.Interessa a questa Giunta a questo sindaco il dibattito sugli investimenti? il futuro delle Tariffe sui rifiuti e sulla cas che tanto preoccupano i cittadini? Stante i fatti non sembra interessarli. Eppure il programma del Centro Sinistra era chiaro; Partecipazione Attiva,Bilancio Partecipato. Ormai i tempi tecnici per discutere il Bilancio che deve essere presentato entro il 30 Novembre esclude ogni forma di partecipazione attiva dei cittadini.Ancora una volta Sindaco e Giunta tradiscono gli impegni presi con i cittadini e fissato nel programma elettorale del centro sinistra. Ps : ma ha ancora un senso chiamare l’amministrazione del Sindaco Corvatta o per lo meno le scelte che opera come di Centro Sinistra?
credo che per esaminare i bilanci dei comuni piccoli non sia corretto attenersi alla mera considerazione dei dati numerici ma vadano presi in considerazione altri indicatori che determinano il benessere della società rurale ed il valore economico conseguente allo stile di vita che le amministrazioni locali seppur con scarsa professionalità ma sicuramente con abnegata passione assecondano e di contro andrebbe valutata l’incidenza dei fattori esterni che determinano la sopportazione di spese a Comuni che per loro ruolo e natura – a prescindere dagli abitati – devono sostenere nella pubblica manutenzione di viabilità ,ambiente , musei ed altro di cui tutti beneficiano . invece credo sia importante controllare la esatta applicazione di ogni percorso per l’ottenimento di un risultato in tempi certi nonchè il corretto uso di mezzi pubblici e dipendenti a scopi istituzionali previsti. e’ difficile giudicare solo da scarni numeri senza la conoscenza diretta della vita dei piccoli centri. Per camminare prima occorrre sapersi allacciare le scarpe.