BM, i commissari congelano
il Piano industriale e puntano sui ricavi

Feliziani e Terrinoni hanno incontrato dirigenti, direttori di filiali e sindacati per illustrare la situazione. 50 milioni arriveranno dalla rivalutazione delle partecipazioni dell'istituto jesino in Bankitalia
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Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bm (fonte youreporter.it)

Giuseppe Feliziani, uno dei due commissari di Bm (fonte youreporter.it)

di Marco Ricci

Dopo l’avvio dell’amministrazione straordinaria i commissari Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni hanno incontrato i dirigenti e i direttori di filiale di Banca Marche e le cinque rappresentanze sindacali presenti all’interno dell’istituto. Nel primo incontro avvenuto ieri con i direttori, i commissari hanno da una parte messo in luce l’evidente difficoltà attuale della banca. Ma dall’altro hanno nuovamente spronato e incoraggiato le prime linee al rilancio dell’attività dell’istituto, sottolineando la necessità di un cambio di passo nella riorganizzazione del gruppo la cui situazione è si di criticità ma, secondo i commissari, superabile anche grazie all’intervento della Banca d’Italia. Presente all’incontro anche Luciano Goffi la cui conferma alla direzione generale di Banca Marche non è stata messa in discussione né con la gestione provvisoria né con il recentissimo commissariamento. Segno ulteriore che il direttore generale e le politiche portate avanti in questi mesi in merito alla valutazioni dei crediti e delle garanzie siano apprezzate da Banca d’Italia.

Non diverso nei toni anche l’incontro di questo pomeriggio con le rappresentanze sindacali in cui i commissari hanno ribadito sia le difficoltà che la necessità di aumentare i profitti, grazie soprattutto all’incremento della raccolta. Il piano industriale, la cui revisione è stata approvata solo qualche mese fa, al momento apparirebbe congelato dato il mutare dello scenario complessivo che si trova a vivere Banca Marche. Da quanto hanno riferito i commissari, i prossimi quattro-cinque mesi punteranno dunque sulla leva dei ricavi. I commissari, inoltre, avrebbero nuovamente rassicurato i rappresentanti dei lavoratori di Banca Marche sulla garanzia che il commissariamento offre ai dipendenti e ai clienti.

La sede romana di Banca d'Italia (Fonte: wikipedia.org)

La sede romana di Banca d’Italia (Fonte: wikipedia.org)

Intanto è terminata da parte del comitato di esperti incaricato da via Nazionale  la valutazione del patrimonio di Banca d’Italia che oscillerebbe adesso tra i 5 e i 7 miliardi di euro. E’ stato  il vicedirettore generale di Bankitalia Federico Signorini a dichiarare come la valutazione sia stata trasmessa al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Come avevamo illustrato in un precedente articolo (leggi qui) il patrimonio di Bankitalia è suddiviso in 300.000 quote con un valore nominativo di 0.52 euro ciascuna, per un totale di soli 150.000 euro circa. Banca Marche ne possiede lo 0.82%, con un numero di 2459 quote iscritte a bilancio 2012 al valore valutato al costo e pari a 6827 euro. Con la rivalutazione del capitale di Banca d’Italia, prendendo per buono il valore medio della forchetta indicata e dunque 6 miliardi di euro, Banca Marche godrebbe di una rivalutazione delle corrispondenti azioni pari  50 milioni di euro. Questo al lordo degli oneri fiscali che potrebbero aggirarsi intorno al 16%. Sebbene la partecipazione in Banca d’Italia possa anche essere ceduta, è forse più interessante notare come essa potrebbe rientrare nel capitale primario della banca, il cosiddetto Tier I. Quel capitale che Banca Marche dovrà ad andare ad accrescere con il prossimo aumento di capitale. Una rivalutazione che, seppure in modo non determinante, ci si augura porterà almeno ad un alleggerimento della situazione.

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