(In alto la gallery con il foto-servizio di Lucrezia Benfatto)
di Erika Mariniello
“Devo ringraziare mio padre per tutto quello che mi ha insegnato. Se non ci fosse stato lui forse avrei fatto un altro mestiere, magari l’allenatore del Milan”. Così Giorgio Valentini, panettiere maceratese, inizia a raccontare, con un pizzico di ironia, la storia di un’attività che dura da ben 77 anni, una tradizione che si è tramandata di generazione in generazione. Aperto nel 1915, infatti, il laboratorio di via Mozzi è stato rilevato 20 anni dopo da Giulio Valentini, nonno di Giorgio e poi l’attività è passata al figlio Giuseppe e al nipote, impiegato nel panificio dal 1985 e attuale titolare.
“L’attività è sempre rimasta in famiglia perché il primo proprietario era Claudio Mazzarantani uno zio di mio nonno che gli ha lasciato il lavoro dopo essersi trasferito in Argentina, durante il Fascismo – spiega Giorgio Valentini – Io sono nato e cresciuto qui dentro, insieme a mio nonno e a mio padre, da loro ho imparato i segreti del mestiere. Non mi è mai piaciuto studiare, per questo ho deciso di provare a seguire le orme di mio padre, poi mi sono appassionato. La cosa bella di questo lavoro è il fatto che sia rimasto artigianale. Faccio praticamente tutto a mano”. Un mestiere che, nonostante il passare del tempo, è rimasto invariato e, ancora oggi, si basa sulla preparazione tradizionale dell’impasto a lievitazione naturale (senza lievito di birra) e della sua lavorazione. Una garanzia di genuinità a portata di mano.
“Nonostante sia trascorso molto tempo e siano cambiate molte cose, continuiamo a fare il pane come si faceva una volta. Questo è uno degli aspetti più belli di questo mestiere – continua Giorgio – E’ bello sentire la gente dire che assaggiando i nostri prodotti riscopre i sapori di un tempo”. Soddisfazioni che rendono meno faticoso l’impegno quotidiano e la sveglia di prima mattina. “Di solito mi sveglio alle quattro, vengo in laboratorio e inizio a fare il pane, poi preparo i dolci e tutto quello che piace ai clienti – racconta Giorgio – Dipende da quanto lavoro c’è da fare, ma di solito rimango qui fino a mezzogiorno. Poi riposo un po’ e ricomincio da capo. Sono abituato a dormire poco e mi piace, quando posso, passare un po’ di tempo con mia figlia Sara, che ha solo tre anni e la mia famiglia”. Mentre Giorgio è in laboratorio, la moglie Marianna vende i prodotti del forno nel negozio di via Garibaldi 64, aperto dal lunedì al sabato dalle 7.45 alle 13.15 e dalle 17.30 alle 20.Pane, torte tradizionali e al formaggio, pizze, maritozzi, filone di mosto e biscotti di vario tipo come i cavallucci. “Sono tanti i prodotti che prepariamo, va molto la torta al formaggio durante tutto l’anno, il filone di mosto e i maritozzi, fatti rigorosamente seguendo le antiche ricette che prima mio nonno poi mio padre hanno appuntato su questo quaderno – racconta Giorgio, mentre sfoglia un ricettario scritto a mano – gli ingredienti sono gli stessi di un tempo e anche le tecniche di preparazione sono rimaste invariate”. Prodotti cucinati con grande passione, quella che Giorgio spera di poter passare alla sua piccola Sara quando diventerà grande.
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Complimenti x l’attivita’ e forza Rata!
Giorgio era un bambino belissimo…. Poi si è rovinato crescendo!!! 😛
Conoscevo Giuseppe all’epoca della foto, faceva buon pane.
Da picculu no,ma adesso ciai propio òla faccia a BUSSARELLU DE PORTO”
Ho abitato quasi davanti al forno più o meno all’epoca della foto di Giorgio con suo padre e ricordo quante volte, per fare una pausa dopo aver studiato tutta la notte per l’università, facevamo un salto a prendere pane e paste “calde” della prima sfornata!! Qualche volta il nonno aiutava ancora la mamma in negozio.