di Marco Ricci
Banca Marche è commissariata. Dopo lo scioglimento con decreto del 15 ottobre degli organi amministrativi e l’avvio della procedura di amministrazione straordinaria da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, i nuovi organi si sono insediati oggi alla guida dell’istituto di credito. Nominati da Via Nazionale come commissari straordinari con provvedimento del 22 ottobre, come avevamo anticipato (leggi qui), saranno ancora Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni a rimanere guidare Banca Marche in questa nuova fase, in uno spirito di continuità con la gestione provvisoria. Romano, dal 1976 in San Paolo, Giuseppe Feliziani ha un’intera carriera nel gruppo che pochi anni fa si è fuso con Banca Intesa, fino a essere nominato nel 2009 Direttore Regionale del Gruppo Intesa-SanPaolo per Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise. Federico Terrinoni, invece, è un ex ispettore di Vigilanza di Banca d’Italia che ha già svolto le funzioni di commissario straordinario in altre banche, tra cui il Banco del Veneziano.
Oltre alla nomina dei commissari straordinari Banca d’Italia, così come previsto dal Tub, ha individuato nei professori Giuseppe Guizzi, Giovanni Ossola e Massimo Spisni i componenti del Comitato di Sorveglianza che andrà ad affiancare Feliziani e Terrinoni. Docente della Bocconi, Massimo Spisni è professore ordinario di Economia e gestione aziendale all’Università di Bologna, oltre a ricoprire l’incarico di Vicepresidente della scuola di economia, management e statistica dell’università di Forlì. Giuseppe Guizzi è invece docente dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” dove ha la titolarità dell’insegnamento di diritto commerciale presso la facoltà di Giurisprudenza. Giovanni Ossola, torinese, è professore ordinario di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università di Torino. Già collaboratore di diverse società di revisione, Giovanni Ossola ha già ricevuto in passato un numero molto elevato di incarichi dal Ministero dell’Economia, anche su proposta di Banca d’Italia, oltre che dalla Consob.
Luciano Goffi rimarrà direttore generale dell’istituto. Si conferma così la fiducia di Bankitalia nei confronti di chi dal 2012 ha preso in mano la direzione.
Banca Marche va dunque ad aggiungersi alla lista di gruppi bancari medio-piccoli del centro Italia posti negli ultimi mesi in amministrazione straordinaria da via Nazionale. Tra cui la Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, la Banca Popolare di Spoleto e la Cassa di Risparmio di Ferrara. “L’avvio della Procedura di amministrazione straordinaria”, si legge nel comunicato rilasciato oggi da Banca Marche, “risponde alla necessità di proseguire e completare l’azione di risanamento del gruppo già avviata dai Commissari della gestione provvisoria; i prossimi mesi saranno impiegati anche a individuare e realizzare soluzioni per il rafforzamento patrimoniale del gruppo e per il superamento delle criticità riscontrate. La clientela”, termina la nota, “può continuare a rivolgersi con fiducia agli sportelli della banca, che prosegue come di consueto la propria attività.”
Si è così conclusa oggi una fase particolarmente movimentata e incerta nella vita dell’istituto di credito. Dopo la nomina il 9 luglio scorso di Rainer Masera a presidente della Banca, i mesi estivi sono stati caratterizzati non solo dall’incertezza sull’impegno economico da parte degli imprenditori marchigiani nella sottoscrizione dell’aumento di capitale. Ma anche da una semestrale chiusa con conti peggiori di quanto si potesse immaginare all’inizio dell’anno, con ulteriori rettifiche per 450 milioni di euro che hanno portato il primo semestre a chiudersi con un passivo di circa 232 milioni, oltre agli esposti presentati da Luciano Goffi alla Procura della Repubblica e alle indagini del nucleo provinciale della Guardia di Finanza di Ancona. La severità della situazione, inoltre, insieme alla scarsa coesione degli azionisti maggiori quali le Fondazioni di Pesaro, Macerata e Jesi, il non concretizzarsi dell’impegno locale e forse la scarsa fiducia di Bankitalia nei confronti della governance locale nel suo complesso, condussero così il 30 agosto, contestualmente alla presentazione dei dati semestrali, alla messa in gestione provvisoria dell’istituto. Dunque dopo una girandola di consiglieri e di dimissioni, con un Cda che era rimasto senza presidente per mesi prima dell’arrivo di Rainer Masera, insieme alla sospensione degli organi amministrativi giunse la nomina di Feliziani e Terrinoni. Lasciando inalterato il ruolo del direttore generale Luciano Goffi. Così oggi, a quasi due mesi dall’inizio di quella gestione provvisoria, dopo le dimissioni polemiche di Rainer Masera e di altri cinque consiglieri tra cui il vicepresidente Tardioli, gli stessi Feliziani e Terrinoni sono stati incaricati da via Nazionale di proseguire la loro attività durante questa nuova fase di amministrazione straordinaria.
Quali saranno gli obiettivi? Il superamento delle criticità riscontrare e l’aumento di capitale, obiettivi in continuità con quanto i commissari si erano già prefissati due mesi fa al momento dell’avvio della gestione provvisoria. Un aumento del patrimonio di primo livello necessario per riportare i parametri di capitalizzazione sopra la soglia di vigilanza e per consentire a Banca Marche di tornare ad operare a pieno regime, evitando un credit crunch, cioè di fatto l’impossibilità di erogare credito facendo rientrare nelle casse dell’istituto tutto il possibile, che sarebbe letale non solo per Banca Marche ma anche per l’intera economia marchigiana. Al momento l’aumento di capitare dovrebbe attestarsi sui 500 milioni di euro, quindi ben oltre quei 300 milioni che si ipotizzavano solo un anno fa. Una cifra sicuramente gestibile dal sistema bancario nel suo complesso, ma oramai troppo alta perché si possa immaginare un mantenimento del controllo dell’istituto da parte delle forze economiche marchigiane. All’orizzonte, almeno per il momento, grandi interessamenti verso Banca Marche sembrano non esserci, se si escludono i circa 50 sportelli e la Cassa di Loreto che sono sotto la mira della Popolare di Vicenza. Anche il piano industriale, rivisto a metà estate da Goffi e Masera e in alcuni punti rimasto ancora al palo, sarà all’ordine del giorno dei commissari nei prossimi mesi di attività.
Resterà ancora da vedere se il tempo delle rettifiche sia o meno terminato. La situazione economica marchigiana è particolarmente seria e segni di ripresa non ce ne sono. L’arrivo della Vigilanza Unica Europea nel 2014, con il conseguente aumento all’8% del capitale primario, difficilmente consentirà di fare sconti ai gruppi bancari. E anche se Banca Marche non fa parte di quegli istituti di credito che nei prossimi mesi saranno sottoposti al previsto stress test da parte della Bce, è difficile immaginare un allargamento delle maglie nella valutazioni dei crediti e delle garanzie. Resta il fatto positivo che, con Banca d’Italia alla guida dell’istituto e con la responsabilità che da questo consegue a Via Nazionale, Banca Marche non verrà lasciata alla sua sorte. Si attendeno quindi, magari non senza scossoni e magari non senza qualche altra sorpresa negativa, un anno di maggiore serenità fino allo sperato ingresso di qualche nuovo socio che, stando ai numeri attuali, sarà certamente di maggioranza nella futura compagine azionista.
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Sarei curioso di conoscere gli stipendi dei Commissari Straordinari e dei componenti del Comitato di Sorveglianza e fare un confronto con i “gettoni” dei vecchi amministratori. In altre parole vorrei sapere quanto costerà ai risparmiatori e agli azionisti il tentativo di risanare la Banca.
Qualcuno sa che cos’hanno fatto in questi due mesi i commissari in banca marche? Qualcuno ha letto di ristrutturazioni, taglio dei costi, denuncia di responsabilità? Non è che, continuando ad operare nei prossimi mesi come nei due precedenti di quella banca resteranno solo le macerie mentre verranno ‘sanate’ le prove del malaffare e delle connivenze del passato? Commissari, se ci siete battete un colpo.
Bene, la passata governance e’ stata rottamata, onore al dr. Goffi, CEO i cui meriti sono stati vagliati e certificati da Bankitalia, si passa alla fase 3, 12 mesi di amministrazione controllata e supervisionata….
Buon lavoro a tutti!
Ma come la mettiamo con Basilea 3??
Dove li troviamo 500 milioni di euro per riportare gli indici di capitale a livelli adeguati a erogare credito ?( stavolta di qualità mi raccomando)
Siamo ancora in trepida attesa, di un azionariato diffuso, di una cordata, di un magnate filippino, di una banca giapponese o di uno spezzatino di asset produttivi….
Il conte Mascetti( banca marche) dopo tante anticipazioni e nonostante l’interessamento della politica piu’ qualificata ed addirittura il risveglio dei sindacati e’ stata ufficialmente commissariata.Meno male,cosi’ finiscono le polemiche,il populismo,i vari slogan tipo difendere l’autonomia,la territorialita’,l’occupazione della banca.Finisce anche l’atteggiamento altezzoso del conte Mascetti,che ad un passo dal baratro,continuava a comportarsi come un nobile ricco e superiore agli altri.Finisce l’era degli sprovveduti incapaci e che niente avrebbero dovuto a che fare con una realta’ complessa ed articolata come una banca,dei politici,dei sindacati finora assenti e silenti,delle raccomandazioni e dei valzer delle poltrone.Tutto finito,azzerato,si riparte con persone presumibilmente serie e certamente competenti(visti i loro curriculum).Le fondazioni torneranno ad occuparsi del sociale,i loro presidenti,con uno scatto di orgoglio e per dignita’ si dimetteranno,le associazioni degli azionisti privati,ormai inutili e finora assolutamente prive di qualsiasi iniziativa verranno sciolte in quanto non piu’ necessarie.Se ne riparlera’ tra due anni,quando occorrera’ tenere lontani tutti coloro che ancora pensano di tornare in pista( ma stiano tranquille che non succedera’…) e rinominare un cda di persone serie e che rappresenteranno gli interessi di tutti gli azionisti,clienti,dipendenti di bmarche.Vediamo ora se c’e’ ancora qualcuno preoccupato di quale banca o di quale imprenditore acquisira’ banca marche( ammesso che ancora ce ne siano).Cade anche la teoria che qualcuno con un tozzo di pane( mi scusi Gazzani per il riferimento) la comprera’,500 milioni di euro non mi sembrano pochi,e se poi per qualcuno e’ ancora una cifra da regalo,si faccia sotto,non si lasci scappare l’affare.Ringraziamo politici,benpensanti,strateghi,sognatori,idealisti e tutti coloro che hanno ritenuto di avere titolo e competenze per dire la loro e sputare sentenze.Riposino in pace AMEN
A volerci credere ci sarebbe da augurarsi che il nocciolo in fusione di questa specie di Cernobyl bancaria, che il cosiddetto “territorio” è riuscito a combinare con le tre barre di combustibile nucleare (le tre fondazioni) che aveva a disposizione, venga adeguatamente tombato.
è finita la pacchia. ..prendevano anche la diciassettesima ….
la fine dell’era del nepotismo,raccomandati , lecchini, sfaticati,idolatrati,inutili……..
“Il sistema bancario italiano deve razionalizzare le reti, chiudere gli sportelli in eccesso e farsi carico di nuove grane non appassiona nessuna delle grandi banche italiane.
Ma anche la strada dei nuovi capitali è di difficile percorribilità.
Chi si arrischia a entrare in banche la cui redditività è sottozero e che necessitano di tagli e ristrutturazioni per rimettersi in sesto?
Alla fine il conto lo pagheranno dipendenti e vecchi azionisti che pagheranno i dissesti provocati in passato da manager che in realtà piccole hanno spesso fatto il bello e cattivo tempo. Credito facile agli amici spesso fuori dal territorio in cui opera la banca senza essere sottoposti a controlli. Veri e propri
dominus che indisturbati hanno mandato al tappeto le banche che guidavano.
Loro di certo non pagheranno il conto”
Fabio Pavesi – Il sole 24 ore – 27 ottobre 2013
Direi che la cosa era ampiamente scontata,peraltro come già commentato in precedenza. Credo che ora sia anche giunto il momento di abbassare i toni e consentire ai commissari di svolgere, con dovizia e professionalità, il proprio compito(a differenza di quanto parrebbe esser stato fatto sin ora)nell’interesse della banca,dei dipendenti,dei clienti e non ultimo della collettività marchigiana. Anch’io mi atterrò,pur non abdicando il mio interesse e controllo sull’argomento,a quanto sopra. Da ultimo,peraltro,anche in relazione all’articolo del sole 24 ore – finanza & mercati…..del 27 ottobre c.m.”DOPO BANCA MARCHE ECCO L’ELENCO DELLE 12 BANCHE ITALIANE COMMISSARIATE DA BANCA D’ITALIA”dove si afferma che”la gestione dissennata dell’ex direttore generale Massimo Bianconi ha lasciato sotto il tappeto ben 2 mld di crediti malati che per anni erano stati messi a bilancio come prestiti in bonis”; vorrei sapere,invece al riguardo e se così è stato, a cosa sono servite tutte quelle ispezioni di bankitalia ,e in particolare quella terminata all’inizio del 2011, se poi tutto questo è potuto tranquillamente accadere? E ancora se quanto affermato da “FABIO CHE” nel commento all’articolo di Ricci “Banca Marche come un romanzo di Marquez” corrisponda a verità? Credo che la serietà di un giornale si possa acclarare anche nel modo di ricercare la verità a tutti i livelli e da tutte le parti, senza fornire ad alcuno coperture di sorta. Altrimenti ci troveremmo dinanzi un’informazione distorta e di parte che ingenera sospetti e diffidenza.