Il piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche è al centro di una mozione presentata dal consigliere di Uniti per Cambiare Pier Paolo Rossi e sottoscritto da tutti i gruppi consiliari di maggioranza. Nel corso della commissione consiliare dello scorso 19 settembre Rossi ha indirizzato al Sindaco ed al Presidente del Consiglio Comunale una mozione per chiedere l’impegno da parte dell’ amministrazione comunale a predisporre ed adottare il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche ed il piano di accessibilità urbana. “I piani sono obbligatori per legge da oltre 25 anni ma pochissimi comuni in Italia li hanno adottati. I Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche negli edifici pubblici e negli spazi aperti pubblici sono specifici strumenti di analisi e verifica urbanistica finalizzati alla conoscenza delle situazioni di impedimento, rischio ed ostacolo – spiega Rossi – una battaglia, quella per l’adozione di specifici piani per favorire l’accessibilità degli spazi urbani, iniziata a livello regionale poco più di un anno fa dalla Associazione Luca Coscioni di Ancona che ha denunciato dati allarmanti: su 270 comuni contattati in tutta la Regione, per sapere se avessero adottato i PEBA, nessuno, capoluogo compreso, ha risposto. Questa mozione è il primo passo per iniziare a Civitanova una evoluzione civile, alfabetizzando utenti e gestori della città ad una cultura dell’accessibilità, un passo successivo potrebbe essere l’introduzione di un capitolo di spesa dedicato in bilancio”.
* * *
Pier Paolo Rossi interviene anche dal punto di vista politico sulle farmacie comunali e sulla nuova ipotesi di cessione delle quote in risposta alla posizione del Pd. Rossi, in sintonia con la sua lista Uniti per cambiare difatti è contrario alla vendita: “Se l’intenzione politica preminente è quella dell’interesse pubblico perché svendere le farmacie? – si chiede – chi dice che possa essere la scelta più giusta accorpare tutto in una azienda fortemente indebitata come l’Atac? Perché allora non studiare ed eventualmente programmare invece un percorso che porti alla nascita di una nuova società multiservizi che gestisca oltre alle farmacie anche i trasporti e le reti di servizi? Perché non discuterne, subito, ma approfonditamente, scientificamente, ascoltando tutte le parti in gioco? La verità probabilmente è che risulta piuttosto semplice ed opportunistico usare le farmacie come portamonete dell’amministrazione: perché non si ricercano le risorse per le opere pubbliche in altri settori, magari attraverso una spesa più oculata da parti di alcuni assessorati? Perché non sono ancora state messe a regime le riscossioni legate all’urbanistica o quelle legate ai beni immobili di proprietà comunale? Il Presidente del Consiglio Costamagna ha definito ragionevole e verificabile la proposta del Sindaco circa la cessione di quote ai privati mostrando al contempo delle perplessità sulla rigidità di una parte della maggioranza che sembra evitare la considerazione di proposte alternative: quale delitto ha commesso? Quali accuse? Il rispetto del programma elettorale è un atto “dovuto” ed una promessa da mantenere ma non una carta da giocare in maniera sistematica ed opportunistica perché potrebbe, in determinati casi, avere anche un “effetto boomerang”. Attenzione quindi ad “abusare” del programma elettorale”.
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TUTTI VOGLIONO VENDERE LE FARMACIE CHE PUR NON BRILLANDO NON COSTANO NULLA AL COMUNE E FORNISCONO UN SERVIZIO.
L’ATAC, PERENNEMENTE IN FORTE PERDITA NON SI TOCCA, TROPPI VOTI A RISCHIO?
UN POSTICINO PER GLI AMICI COMUNQUE SI RIESCE A TROVARLO?
@ la finestra sul cortile
In effetti la sua analisi non è errata. Da parte mia, non riesco ancora a comprendere perchè i dipendenti non chiedano chiarimenti ai principali organi sindacali, vedi CGIL, CiSL e altri. L’altro giorno ho letto che sono quasi 30 i dipendenti delle farmacie com.li civitanovesi. Mi rendo conto che, dopo le riforme legate al mondo del lavoro, i sindacati oggi non servono quasi più a nulla,fossi nei farmacisti, una telefonata o un incontro chiarificatore a qualche sindacalista lo farei. Tutti le aziende come le farmacie, poi vendute a gruppi privati non hanno mantenuto tutti i dipendenti a tempo indeterminato. Poi, le nuove leggi in materia di lavoro, non permettono più clausole con obbligo da parte della nuova proprietà di mantenere i dipendenti dopo 24 mesi. Poi l’azienda ha a libro paga anche impiegati amministrativi e qualche magazziniere. Non sarebbe sbagliata anche la trattativa di un protocollo di intesa per salvare questi lavoratori che a mio avviso rischiano grosso. Capisco il bisogno di fare cassa ma il momento per trovare un lavoro quando lo si è perso, sembra un’impresa davvero ardua. Anche il sindaco Corvatta, oppure Giulio Silenzi o qualche altro elemento che ha in mano la sorte delle farmacie perchè non si reca nelle sedi di competenza a discutere un po’ con questi dipendenti e dire quello che hanno in mente?
Bravo Pier Paolo!!!
Per quanto riguarda la prima parte non posso far altro che plaudire alla proposta tendente alla eliminazione delle barriere architettoniche. Mi piacerebbe anche pensare che il Comune far pressioni affinché siano eliminate quelle barriere che forse ricadono nella competenza di altri enti.
Mi riferisco in particolar modo all’assurdo del sottopasso pedonale della stasione ferroviaria che congiunge il piazzale stazione con i parcheggi posti lato Ceccotti, con tanto di rampa per carrozzine da una parte e…. scale ripide dall’altra difficoltose per mamme con passeggini, quanto impraticabili da portatori di handicap.
@ La finestra sul cortile
@maurobi
Per quanto riguarda quanto da voi sottolineato circa la seconda parte dell’articolo, sono daccordissimo con voi. Gia in un precedente commento ponevo in modo provocatorio l’accento sulla perplessità derivatami dalla volontà Comunale di voler a tutti i costi privatizzare un’azienda che, almeno a quanto leggo, seppur navighi in acque non troppo floride, dovute perlo più a fattori contingenti, data la situazione economica recessiva, non ha mai gravato sui cittadini di Civitanova e, anzi, ha contribuito a versare utili nelle casse comunali pur continuando a erogare servizi alla cittadinanza.Per coloro che non dovessero credere che la difficoltà è contingente al periodo, li invito a fare una ricerca sulla rete circa i fallimenti ed aste fallimentari di farmacie: potranno vedere quante farmacie sono fallite o sono sotto procedura.
Di contro, l’Atac, perennemente con l’acqua alla gola, piena di debiti, in cerca di continue ricapitalizzazioni, segnale di perdite di bilancio continue, portata ad esempio nei discorsi politici quando in qualche occasione riesce a ridurre il passivo o si suonano le tronbe se c’è un poco di attivo. Per coloro che hanno tempo e voglia di andare a vedere i bilanci in rete e confrontarli con quelli dell’azienda multiservizi di Macerata che, scorporando la gestione delle farmacie,svolge le stesse attività dell’Azienda nostrana, potranno vedere come il risultato di esercizio dell’Atac sia percentualmente un terzo di quello conseguito dall’Apm di Macerata.Quì il confronto si può fare perché sono entrambe aziende pubbliche che svolgono lo stesso tipo di attività. Mentre mettere in raffronto farmacie pubbliche con quelle private è più difficile per il tipo di assetto societario diverso, e quindi costi diversi, come ho potuto leggere in altri commenti.
Mi viene in mente che si può fare quasi un parallelo con la situazione Alitalia dove, il governo ha fatto di tutto per andare verso i suoi obiettivi, tenendosi la parte fallimentare e i debiti dell’Azienda, accollandoli sulle spalle di noi Italiani, e (s)vendendo la parte sana ai privati. Ora trascorso il tempo limite che doveva trasorrere prima di poterla rivendere, rischiamo di non avere più la Compagnia di bandiera mentre, di contro, continueremo ad avere i suoi debiti.
Ma come dice @ la finestra sul cortile, la differenza sta tutta nei numeri: da una parte 30 dipendenti e relative famiglie, dall’altra più di 100 dipendenti e relative faliglie. Dal punto di vista elettorale c’è una gran bella differenza……..
E’ lodevole l’iniziativa della Mozione in Consiglio Comunale per un piano di abbattimento delle barfriere architettoniche presentata dal Consigliere Pierpaolo Rossi.Ora si tratta di definire uno stanziamento specifico nel Bilancio di Previsione 2013 e in un’ottica pluriennale nel Piano triennale delle opere pubbliche.Si tratta di una iniziativa di valore amministrativo e politico rilevante che attiene all’agibilità della città per tutti e pari diritti per tutti. Sulle polemica de3lla vendita delle Farmacie siamo stati chiari :E’ sbagliato vendere le Farmacie Comunali che non solo non pesano in termini economici sul socio unico il Comune e non sono in affanno finanziario come l’Atac spa ma che anzi possono ampliare la loro offerta di servizi anche in termini di qualità agli utenti.La mediazione alle vendita che prevederebbe la cessione del 49% delle farmacie a privati ci sembra più un escamotage che non riesce a nascondere che di fatto questa privatizzazione di cui non è dato sapere perchè si vuole fare di fatto equivale a venderne due. Una parziale vendita che a medio termine potrebbe mettere in discussione gli stessi livelli occupazionali.
Accorpare le Farmacie all’Atac spa altro errore in quanto come qualcuno ha accennato è in un forte affanno finanziario.L’unica soluzione che potrebbe mettere ordine alle finanze e agli obbiettivi di cui si occupano le attuali Partecipate è quello di studiare e attuare un percorso che preveda il loro commissariamento ,lo scioglimento e la costituzione di una Multiservizi. In questa prospettiva sappiamo bene che si aprirebbero problemi politici rilevanti. Problemi dei “pesi “politici in Giunta , delle quote di potere nella maggioranza del Sindaco Corvatta.Evitare questi passaggi equivale a perpetuare la paralisi ,la polemica politica,gli individualismi a scapito della svolta necessaria.
Daltronde il centro sinistra su cui ci siamo allora impegnati era nato per Cambiare Davvero , dove come nel passato la presenza dei partiti non fosse limitazione della partecipazione attiva ma anima di percorsi e obbiettivi condivisi e non di conservazione.
@ Sel Civitanova
Ad ulteriore conferma di quanto asserite (e io condivido) che la cessione del 49% delle quote è peggiore, se possibile, della soluzione precedente, segnalo questo link riguardanti le farmacie Comunali di Grosseto, cui mi sembra aver letto che il Sindaco Corvatta si sia ispirato, ove i sindacati pongono l’accento sulle ingerenze da parte del socio privato.
http://www.ilgiunco.net/2013/09/10/sindacati-sulle-farmacie-paghiamo-le-ingerenze-del-socio-privato/
E si, perché a Grosseto esisteva già una società mista pubblico privato con il Comune socio di maggioranza. Secondo il sentire comune, con l’ingresso del privato tutto dovrebbe funzionare meglio; a Grosseto, come riprova, il privato che “caccia li soldi” ha voluto mettere bocca dappertutto, fatto sta che,invece, il risultato gestionali è rimasto comunque in linea con quello delle altre farmacie pubbliche, Intorno al 3% del fatturato (chi ha voglia può andarsi a leggere i bilanci).
Al Comune di Grosseto evidentemente non basta e quindi per far cassa cede tutto. La verità è che in certi comuni (come per lo stato centrale), quando servono i soldi per far quadrare i bilanci si prendono dove è più facile, e a nulla servono tutte le giustificazioni e considerazioni del caso. A ri prova di ciò:http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/150000/147176.xml?key=Teresa&first=191&orderby=0&f=fir
E’ un articolo de “L’Unità” del 2005 dove l’allora giunta di centro destra grossetana voleva cedere l’80% delle quote per fare cassa ed era il centrosinistra a criticare l’operazione:”Le Farmacie comunali, inoltre, sono un’azienda sana con i bilanci in ordine e svolgono una funzione di calmierazione del mercato. Come al solito, il Centrodestra grossetano non guarda all’interesse generale ma alle proprie priorità. In questo caso trovare i soldi che non ha per la cattiva gestione del bilancio comunale». I primi a rimetterci le penne, saranno i circa 40 dipendenti, che rischiano di passare dall’attuale regime contrattuale (36 e 38 ore settimanali) a quello dei dipendenti privati, che prevede 41 ore e mezzo settimanali. «La nostra contrarietà alla privatizzazione dell’azienda è totale……..”Ma tanto chi ci va di mezzo sono sempre i più deboli, i cittadini ma soprattutto i dipendenti…..
Molti autorevoli commentatori vantano a loro dire conoscenze sui bilanci di atac e farmacie di Civitanova marche, a parte sel , che è un acronimo e dietro(senza dietrologia) questo acronimo si celano personaggi di elevata e comprovata esperienza amministrativa, non so se poter dire altrettanto degli altri commentatori che nn conosco personalmente ( non ho nulla contro gli alias non mi spaventano e dormo tranquillo la notte).
Voglio contribuire a questo civile dibattito iniziando che oggi le farmacie non hanno , a mio avviso nessuna utilità sociale. Esiste una legge dello stato che chiede al soppressione di quanto non è strumentale all’esercito di un comune, e stabilisce che i comuni (a seconda di parametri) abbiamo una sola azienda spa srl multiservizi che si voglia, in questo caso non è la definizione giuridica dell’azienda che fa la qualità. Esiste una volontà politica espressa in questa città circa il futuro delle partecipate. Questa decisione politica sottoposta all’elettorato che ci ha premiato, è una risposta al crescente desiderio dei cittadini civitanovesi, come pure connazionali, di voler moralizzare al casta delle partecipate. Come dire l’Italia è un paese e di santi e navigatori e di interpreti costituzionalisti a tal punto che il famoso decreto riformatore è quasi azzoppato da ricorsi al consiglio di stato e tar regionali.
La nostra amministrazione ha scelto l’accorpamento all’ATAC. Ora i nemici di questa scelta sono intramoenia e extramoenia al centrosinistra, e tuti hanno più o meno lo stesso obbiettivo da salvare e lo stesso “capro espiatorio” Non si può accorpare perché L’ATAC è indegna, le sue virtù finanziarie non sono come quella dell’omonima maceratese (la virtù sarà generata perché macerata è la città di Maria!) invito i sostenitori di questa tesi a indire una pubblica tenzone e dimostrare con dati di Bilancio quanto da loro affermato , dati alla mano, io poso dire che l’ATAC è la società più produttiva in provincia di Macerata. In questo modo nessuno parla delle Farmacie. Le farmacie comunali di Civitanova producono cadauna 1157000 le Farmacie di rimini 3600 cadauna, quelle di Civitanova producono utili risibili quelle di RIMINI alla fine dell’esercizo 2012 hanno liquidato 665.000 € ai soci. Non si può giustificare dicendo il calo delle vendite dietro ricetta, perché il calo delle vendite da ricetta è del 3% sia a Rimini che Civitanova, mentre a Rimini è aumentato al vendita da bancone del 6%. Io non mi voglio perdere dietro ai numeri, li lascio all’A.D.
Se l’accorpamento è una scelta politica del cs civitanovese, e un dettato da scelte governative, la vendita di due unità è detta dalla necessità di riequilibrare il bilancio dal momento che oggi non possiamo spendere per nuovi mutui, e non possiamo attingere al disavanzo di Bilancio. La vendita di un ben comunale non può essere destinata a sostenere la spesa corrente, ma serve a ridurre l’indebitamento, questo SEL lo sa. E se c’è un plus valore può essere usato per mutuare. Oltre al fatto che estinguendo l’azienda attraverso l’accorpamento e la vendita noi possiamo attingere al 50% di premio sul valore del ricavato che possiamo investire in mutui, oltre la fatto che resterebbe in mano al comune 3+1Farmacie, ottenendo in questo modo un ricavato maggiore che cedendo il 49% ad un privato , dove si trova uno che investa 5 milioni per ricavare un utile di poche migliaia di lire , 5 milioni in bot danno molto di più..
A me sembra che ci sia molta fuffa in questo dibattito . O meglio si teorizza il sacro gral per coprire una operazione di politca anni ‘80
@gian berdini
Non sembra lo stesso gian berdini di sempre, stavolta si addentra in particolari. Mi ha incuriosito e sono andato alla ricerca di riscontri.
Non sono sicuro che il Comune sia obbligato alla cessione delle farmacie; lo dico perché ho trovato un documento della corte dei conti delle marche( di cui al link seguente) ove, pur non essendo un legale, ho colto alcuni passaggi interessanti:
http://www.entionline.it/j17/SEGR/2013_Del.57_CorteContiMarche_Vincoli_partecipate-gest.farmacia.pdf
tra tutti i riferimenti che fanno girare la testa, ho trovato a pag 8 alcuni paragrafi ove sostanzialmente si dice che le farmacie comunali gestite tramite società per azioni o aziende speciali, sono state sottratte dall’applicazione della disciplina di liberalizzazione in materia di servizi pubblici locali nonché dall’applicazione del patto di stabilità unitamente a quelle che gestiscono servizi socio-assistenziali ed educativi (quindi non capisco il divieto di assunzioni di prima dell’estate). Alla successiva pagina 9 richiama dei precedenti pareri della sezione Lombardia che spiegano il perché. E se lo dice l’ente preposto al controllo……
Veniamo alla parte che riguarda il confronto con la realtà riminese. Ho trovato il bilancio a questo link:
http://www.riminiholding.it/binary/rimini_holding/bilanci_societa/Bilancio_2012_cciaa_pubb._ns_sito.1372918252.pdf
Non sono un commercialista, ma avendo lavorato in un ufficio pubblico qualche cifra la so estrapolare anch’io.
Innanzitutto le Comunali di Rimini gestiscono 7 farmacie e un magazzino all’ingrosso per clienti esterni. Il suo fatturato 2012 è pari a 23.608.630 di cui 8.658.000 relativo alle farmacie e 14.915.000 relativo al magazzino. Pertanto le farmacie producono di media 1.236.000 cadauna, in linea con le nostrane. L’aumento della vendita a bancone sicuramente sarà stato ben più del citato 6%. dal momento che nella relazione al bilancio si sottolinea la difficoltà nazionale che ha portato ad una diminuzione del fatturato,rispetto al 2011, pari all’8.06% per le farmacie e del 5.6% per il magazzino (-5.6% globale). Per le motivazioni che hanno determinato una flessione nazionale del settore La rimando alla “Relazione sulla gestione delle attività” nello stesso documento
L’utile ante-imposte di Rimini è di 795.959 , pari al 3.37% del fatturato ed a un utile netto di 516.345euro; nonostante ciò il CdA ha deciso di distribuire ugualmente un dividendo di 0.05€ per azione pari a 579350 € (e non 665.000) Evidentemente il socio di maggioranza privato , L’Alliance”, che detiene il 73.8% delle azioni e determina quindi la politica gestionale dell’azienda, non ha inciso più di tanto per far fare quel salto di qualità che tutti dicono facciano fare i privati.
Visto che nel bilancio sono iscritti immobili per un saldo di inizio anno di 2.5 milioni di euro, che non sono riuscito a trovare la voce fitti passivi, anzi, nella voce “altri ricavi” sono iscritti fitti attivi per 37.900€, ho dedotto che le farmacie siano tutte in locali di proprietà. Ho letto che le farmacie di Civitanova sono tutte in affitto: penso che se fossero anch’esse in locali di proprietà, l’equivalente dei fitti si aggiungerebbe agli utili determinando una percentuale degli stessi simile a quella di Rimini.
Ultima piccola differenza l’ho trovata nel capitale sociale: 11.587.000€ Rimini, appena 285.000€ Civitanova……
La smetto qui perché non voglio annoiare nessuno, ma sono stato abituato ad essere il più preciso possibile quando si danno informazioni che possono influenzare l’opinione degli altri. Forse non sono riuscito ad estrarre tutti i particolari salienti, ma almeno le cifre che cito non sono campate in aria……
Però in una cosa ha ragione, è solo una questione di cassa, ed è più facile vendere le farmacie (o le sue quote).
@gian berdini
Scusandomi con la sua persona, ho notato, da qualche giorno a questa parte, che la sua proprietà di scrittura e lessico è notevolmente migliorata. Da concetti quasi incomprensibili dei suoi post precedenti, a concetti con una spiccata padronanza della lingua italiana. Non condividendo quello che ha scritto a livello di utilità prettamente sociale, le auguro di continuare a scrivere come ha fatto questa domenica, sperando davvero che ciò’ che ha digitato, sia veramente farina del suo sacco. Resto sulla linea di Pierpaolo Rossi, essendo io una persona che ancora crede nei veri valori della sinistra italiana. Valori che si stanno perdendo con al timone certi politici che ancora non fanno distinzioni tra utilità sociale e utilità elettorale.
E’ difficile evitare un confronto tutto politico sulle possibile vendita delle Farmacie Comunali Civitanovesi ma almeno si provi a confrontarlo con dati oggettivi di cui ogni cittadino e non i soliti dovrebbero essere fornito attraverso una corretta e trasparente informazione. Un cittadino che si domandasse quanta trasparenza produce l’amministrazione Comunale Civitanovese socia unica dell’Atac la Presidenza del Consiglio attraverso un esame dei siti web istituzionali ,dei Comuni dice ZERO
.http://www.magellanopa.it/bussola/page.aspx?s=classifica-comuni&qs=N5a5ulH%2f2zkmA4WIPj4Qqg%3d%3d&pag=43
se poi va sul sito dell’ATAC spa e si cercano i Bilanci ci si ferma al 2011 http://www.atac-civitanova.it/azienda/bilancio-sociale/
Il che è un tutto un dire ma già in quel che è pubblicato ci si legge molta difficoltà finanziaria.Non basta mancano anche le relazioni semestrali che l’AD o Presidente Atac dovrebbero fare al socio,al Consiglio Comunale.Chi le ha viste?Nessuno dice che le Farmacie Comunali sono floride ma di certo non sono passive e potrebbero con una gestione più oculata e manageriale fare migliori profitti senza perdere il senso del sociale.
Se poi si guardano gli atti o delibere della Giunta si trova che il capitale sociale dell’Atac spa è fortemente decurtato e il consiglio Comunale sarà chiamato a ricapitalizzarlo. Anche seguendo un minimo di informazione economica si capisce che ricapitalizza una spa è perché vi è in atto uno squilibrio finanziario.Affidare o meglio conferire senza riformare,sanare con un piano finanziario autonomo proprio la situazione è sbagliatissimo accorpare le farmacie all’attualke atac.Per chiudere un po di chiarezza: ma quando e chi ha deciso l’accorpamento nell’Atac delle Farmacie Comunali? Ad oggi nessuno.
@Berdini Nessuno teorizza il Sacro Gral ma lasci stare la politica degli anni 80 di cui l’amministrazione comunale del Sindaco Corvatta ha dato ampia prova di se ripescando il manuale Cencelli per dosare nei minimi particolari la divisione dei ruoli di potere in Giunta,nelle Partecipate e negli altri enti come i TDC,il Mercato Ittico,la Biblioteca Comunale,ecc assegnando ruoli e poltrone anche ad ex assessori ne consiglieri comunali delle precedenti Giunte a guida PDL.
@mauro bi, anche io penso e ciò che dice non è farina del suo sacco, o quantomeno il suo sacco è di una qualità scadente, sia sotto la forma concettuale, che sotto la forma della corettezza civile, se non ha nulal da dire è inutile giocare sulla persona , alla fine il cartellino rosso arriva sempre. Piaggeria inutile al sua per Pier Paolo Rossi che produce a chi la riceve più fastidio che altro.
@ sel CONCORDO, manca una cultura di comunicazione e partecipazione. Cmq coem spesso mi hanno insegnato se si vuol discutere della cosa pubblica ci si informa. Ricordo gli anni 70/80 anni in cuidovendo discutere del PRG operai semplici stiudenti e impiegati studiarono urbanistica per entrare a pieno titolo nel dibattito politco della città. la ricostituzione del capitale ATAC è stata decisa durante l’amministrazione Mobili , l’A.D. il dottor Angeletti inziò una opera di risanamento dei conti della società che si sta continuando, oggi la società ha raggiunto la stabilità finanziaria . Ripeto con profonda convinzione , molta acqua che gira dietro FARMACIE SI o NO all’ATAC è solo mera e pura strumentalizzazione ai fini di una lotta di classe al’interno della compagine di centrosinistra.
@ Leo Nardo Veniamo in ordine alle sue cortesi osservazioni, il decreto che dice di snellire accorpare etc etc esiste, ma come ho detto sopra essendo l’Italia un paese di santi, navigatori e interpreti costituzionalisti il decreto è stato di fatto azzoppato, quindi restano pochi articoli , ma quello che resta è al volontà politica che si esplicitava con quel decreto, quindi credo che il confronto vada fatto la attuale maggioranza cittadina esprime ancora questa volontà politica che si concretizzò con la stesura di un programma politico sottoscritto dalla coalizione? Cosa ha creato la volontà di definire il programma un non dogma e a lanciare l’anatema “guai ad abusare del programma elettorale” , anatema che francamente trovo incomprensibile , e più espressione di logiche spartitorie care al centrosinistra degli anni 80. Le Farmacie sono 6 del comune di Rimini e due di comuni del circondario, (http://www.alliancefarmacie.it/rimini.html) ma ciò non importa è solo accademia. La produttività aziendale è dall’insieme dei punti vendita. Il bilancio consolidato è all’ indirizzo valore della produzione al 31/12/2012 29 porta un utile circa di € 2951078 . Magazzino a Rimini, Magazzino a Civitanova. Ho già detto che la multinazionale inglese detiene il 73,e qualcosa delle quote, ma la discordanza delle cifre non cambia una virgola ? Credo che il suo ragionamento ragionieristico nulla cambi a quanto da me affermato in precedenza, e cioè sul ragionamento che porto avanti e cioè con il 49% ad un privato non si ottengono quei risultati, e a cosa serve ad una comune una spa con una multinazionale inglese , questo per dire che io non sposo il modello Rimini, io riconfermo che trovo inutile per un comune avere delle Farmacie. Quindi resta di mettere in campo le decisioni politiche prese dal centrosinistra cittadino dalla sua costituzione.
@gian berdini
Appunto, al massimo ci si attenga al tanto da lei sbandierato accordo di programma. In esso veniva contemplata SOLO l’ACCORPAMENTO delle società partecipate e NON LA VENDITA, a meno che non esistano due versioni: una da dare in pasto agli elettori e l’altra da applicare. Se si può derogare su di un punto allora si può mettere TUTTO in discussione.
http://www.rete.comune.civitanova.mc.it/elezioni/comunali2012/pdf%5Cprogrammi%5Clista_15.pdf
Siccome odio dare dati sbagliati, mi scuso con lei per essermi lasciato sfuggire il fatto che le Comunali di Rimini gestiscono, oltre le 7 farmacie di proprietà, anche quella del comune di Misano in convenzione fino al 2013. Però questo mi fa abbassare la media farmacia a 1082000€ e non 3600000€ come lei asseriva.
Non mi sembra nemmeno corretto mettere in parallelo il fatto che entrambe gestiscono un magazzino, in quanto Rimini ha un magazzino all’ingrosso che fattura più di 14 milioni di euro servendo farmacie esterne, mentre a quanto leggo dall’articolo
https://www.cronachemaceratesi.it/2013/03/09/farmacie-di-civitanova-raddoppia-lutile-netto/300146/
il magazzino di Civitanova è solo uso interno alle farmacie e solo da febbraio 2013 muove i primi timidi passi verso altri clienti esterni.
Per quanto riguarda l’utile, mi farebbe tanto piacere se mi indicasse il link da lui ha estrapolato la cifra. Nel bilancio 2012 che le ho citato, l’unica cifra che si avvicina a quella da lei segnalata è quella a pagina 18 della nota integrativa e riguarda l’util DELL’INTERO gruppo ALLIANCE pari a 2.509.669€; noi il raffronto dobbiamo farlo con il solo ramo Farmacie comunali di Rimini, altrimenti non è corretto.
Per quanto riguarda il decreto che prevede di snellire, accorpare ecc, nessuno dice che non esista. Io ho solo posto il dubbio che non riguardi il settore farmacie, se l’organo di controllo rappresentato dalla corte dei conti si esprime dicendo che non solo non rientra nel discorso delle privatizzazioni ma nemmeno nel patto di stabilità.
A tal proposito, per fugare ogni dubbio, perché non viene posto un quesito specifico alla corte dei conti, ponendo però la domanda nei termini corretti, in modo che si proceda tranquilli che poi non ci siano ricorsi? O avete paura perché sapete già la risposta?
Vorrei infine fugare ogni dubbio, io sono contro le privatizzazioni TUTTE, perché il privato non è un filantropo, e se da una parte ci può essere il dubbio che la gestione pubblica pesi sulle tasche del cittadino, MA SOLO SE NON E’ SANA (e qui entra in gioco l’ammissione della politica di non saper amministrare), dall’altra c’è la CERTEZZA che il privato, perseguendo i propri interessi, pesi sulle tasche dei cittadini.
Si potrebbe a tal fine citare esempi come le tariffe per l’acqua in quei paesi che hanno privatizzato
http://social.tiscali.it/articoli/speciali/11/03/03_acqua_italia2.html
http://www.ilgazzettinovesuviano.com/2011/08/05/via-agli-aumenti-delle-tariffe-acqua-a-portici-dopo-lassemblea-ato3-con-il-sindaco-cuomo/
o altre privatizzazioni che, all’annuncio avrebbero dovuto portare benefici tramite la concorrenza, ed invece….. (benzina, assicurazioni ecc). Il mio riferimento all’ATAC era solo provocatorio nei confronti di questa AMMINISTRAZIONE. Come già detto in altri commenti, teniamoci stretti i servizi pubblici ottenuti con tanta fatica perché chi ha i soldi paga e va avanti, ma chi non li ha……
@ Leo Nardo lei continua a insistere su un dato marginale, Rimini non è stata portata da me per fare un paragone di superiorità amministrativa da prendere ad esempio , e nel contempo esprimere giudizio negativo sulle Farmacie di Civitanova, a me dei conti poca importa. Portavo il dato di Rimini per dire che solo la dove il socio privato è a più del 51 % si possono vedere efficienza, anche perché la multinazionale inglese che gestisce le Farmacie di Rimini gestisce anche in altre città Italiane altre farmacie comunali , ed è una multinazionale che opera nel campo della sanità. Penso che anche il comune di rimini dovrà pensare a cosa afre dal momento che anche l Holding rientrano nel decreto che regolamenta la presenza degli enti locali nel settori delle partecipate. Quindi trovo il suo sforzo “ragionieristico” pleonastico e privo di aiuto nella decisione politica. Ho detto, e non da oggi, che in ITALIA lo sport preferito è interpretare le leggi, il suo cruccio di sapere dalle toghe cosa fare mi lascia indifferente, nascondersi dietro le toghe per avallare scelte che con la collettività forse hanno poco a che vedere , è anche questo uno sport non nobile molto presente nell’ambito della politica italiana. Questa amministrazione deve rispettare un documento con cui ha chiesto il voto alla città, questa città vuoi per il dissesto lasciato dalla precedente giunta, vuoi per i continui tagli dal governo centrale che strangola le autonomie locali e per il patto di stabilità questa città ha bisogno di realizzare moneta per iniziare una opera di risanamento dei conti, estinguere parte di mutui, non per finanziare le “feste” , ma bensì per fare quel minimo di opere e di manutenzione necessaria alle infrastrutture della città. La mia opinione è questa, è detta solo dalla necessità di dare risposte alla città, per me per mia convinzione personale un comune non ha più la necessità di avere le farmacie poiché sono venute meno le ragioni storiche che al contrario resero necessaria questa scelta . Il resto è fuffa spocchiosa
@gian berdini
Sapevo che discutere con i politici non è semplice perché cercano di girare e rigirare i discorsi per avere sempre la ragione dalla loro parte. Sono perfettamente cosciente che le “mie ragioni” non la smuovono neanche un millimetro dalle sue posizioni: Avete già deciso e non ci saranno ragioni che vi faranno cambiare idea , qualunque cosa dicano semplici cittadini quale posso essere io, degli oppositori politici, dei dissidenti all’interno della maggioranza o dei dipendenti delle società interessate; e i sindacati, dove sono?
Occhio che oggi tocca a 2 farmacie, e visto che tanto non servono a nulla saranno il bancomat del comune che provvederà a venderne una alla volta finché, finite le farmacie sarà il turno dell’Atac, gas Marca e poi…..dei cittadini; già perché lo sport dei politici, locali o nazionali che dir si voglia, non è tanto badare a spendere oculatamente i denari pubblici evitando gli sprechi, riscuotere il dovuto perseguendo coloro che tendono a non pagare le tasse, anche se si conoscono i soggetti (non mi fraintenda, non mi riferisco a lei personalmente). Lei mi dice che i soldi servono per estinguere una parte dei mutui: ebbene sarà il caso che anche in casa vostra vi mettiate d’accordo perché in altre parti ho letto che servono invece per ACCENDERE altri mutui, visto che chi vi ha preceduto non vi ha lasciato grandi spazi di manovra, senza i quali non potrete fare i lavori che vi siete prefissati e che, per carità, possono anche essere necessari, anche se non si è ben capito di quali siano. Ma se si accendono altri mutui, qualcuno li dovrà poi pagare e non credo siano coloro che li hanno accesi, ma i cittadini di Civitanova , dopo che si saranno esauriti anche gli altri gioielli di famiglia che a quel punto “avranno perduto la loro funzione pubblica storica per cui erano stati costituiti”.
E’ un po’ la storia delle famiglie in difficoltà ed i “compro oro” dove si porta anche la fede nuziale per far fronte alla mancanza di liquidità ma, se non si ritrova il lavoro, il problema si ripresenta il mese successivo e non si hanno più né lavoro ne fede nuziale ed allora sono problemi seri.
E poi insiste tanto sull’applicazione degli accordi di programma, ma quando le ricordo che proprio in quegli accordi non è menzionata la vendita di nessuna delle partecipate, fa cadere il discorso.
Forse mi sbaglio, ma intravvedo una nota stizzita nei confronti dei miei ragionamenti “ragionieristici”, ma è lei che ha citato numeri relativi all’azienda riminese la cui efficienza è data dalla presenza del privato, io ho solo confutato i suoi dati dimostrando che, a prescindere dalla presenza o meno dello stesso, è il momento che attraversiamo che porta le farmacie a guadagnare meno, le percentuali sono paragonabili, Anzi a mio avviso pur avendo il difetto di essere amministrate da politici, le farmacie comunali in genere fanno miracoli, visto il pullulare di fallimenti già avvenuti o che stanno per verificarsi nel settore privato.
E anche il fatto che, per lei , quasi non conti il parere togato della corte dei conti perché sarebbe solo un’interpretazione e a quanto pare , dal momento che contrasta con la sua, è di scarsa rilevanza, mi pare un tantino azzardato, visto che in caso di ricorsi conterebbe la parola della corte e non certo la mia né la sua.
Se posso esprimere un ultimo pensiero (e poi mi fermo perché l’ultima cosa che voglio è instaurare una infinita diatriba tra due parti che, a quanto sembra, restano ognuna della propria posizione, qualsiasi argomento si porti), riguardo l’utilità delle farmacie comunali, mi sono andato a leggere la storia della loro istituzione . Le farmacie comunali nacquero per garantire principalmente l’assistenza ai poveri del comune nell’erogazione dei farmaci e poi per portare un servizio nelle zone periferiche “laddove il privato non aveva interesse economico ad aprire”. Siamo sicuri che con la situazione attuale, dove le famiglie bisognose di assistenza sono sempre più in aumento, dove i servizi sociali del comune lanciano ogni giorno appelli alla solidarietà, il Comune stesso ,tramite le proprie farmacie, non possa fare nulla, piuttosto che perseguire utili che se ne vanno per il 60% in tasse verso Roma? Nell’articolo riguardante la protesta dei farmacisti, ove si citavano le parole del Dr Corvatta padre, si fa riferimento al fatto che sono indispensabili per garantire il servizio in occasioni di serrate da parte delle farmacie. Non so se lei è di Civitanova e né che età abbia, ma se avesse i capelli bianchi come me dovrebbe ricordarsi che l’ultima volta che c’è stata una serrata a Civitanova è stato oltre 30 anni fa. Quando ci si recava presso le comunali si doveva fare sempre la fila perché veniva gente da tutto il circondario a prendere i farmaci. Poi visto che gli effetti della serrata venivano vanificati dal fatto che le Comunali non aderivano, non si è più verificata una simile situazione. Quando avrete completato la vendita delle farmacie, chi tutelerà i meno abbienti quando, in una simile occasione, si sentiranno chiedere l’intero importo della ricetta, salvo poi tentare di farselo rimborsare dal SSN?
La saluto e finisco qui, spero di vivere abbastanza per poterci confrontare nuovamente su queste pagine, fra qualche anno, circa gli effetti delle vostre scelte.
Ps: anche se sicuramente non le importerà più di tanto, sappia che non ripeterò l’errore dell’ultima volta, piuttosto do il voto a M5S.
@LEO NARDO la sua uscita dandomi del politico dimostra di quanto poco lei intenda cosa è amministare una città. Il ricorso alla corte dei conti per le farmacie è dettata da una necesità che nulla a che vedere con le esigenze della città, con una “presunta” funzione sociale delle farmacie , ma semplicemente da esigenze più prosaiche e più legate a schemi di potere , in cui ci si ritorva un modo di governare caro agli anni 80. La spartizione dei centri potere , questo è la sola motivazione che sta dietro a chi ricorre e si nasconde dietro decisioni della corte dei conti. le ho detto a più riprese che lil bilancio di un ente locale è diverso da come si gestisce una società privata. Per accendere mutui oggi dobbiamo mantenere il patto di stabilità, e questo si fa estinguendo alcuni (o parte di alcuni) mutui per liberare capacità mutuiativa. Capacità che questo comune non ha sia dovuto in parte al patto di stabilità, sia per grande aprte al fatto che la giunta di MOBILI (CENTRO DESTRA) negli ultimi mesi ha prosciugato tutta la disponibilità e la capacità di contarrre mutui per fare opere ( e non opere) al fine di frasi campagna elettorale. questa è uan condizione che ci blocca. Non c’è nessuan pantomina oin atto stile vu cumprà l’oro di famiglia.. lE RAGIONI STORICHE CON CUI SI DETTERO VITA ALLE FRAMACIE OGGI NON CI SONO PIù ABBIAMO IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE CHE PASSA I FARMACI GRATUITAMENTE.